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Ma se tutti questi medici ci dicono che non c'è "nessuna correlazione" tra autismo e vaccini,allora perché sul foglio illustrativo del vaccino DTaP (antidifterite-tetano-pertosse) riporta tra le reazioni avverse proprio l'autismo?LA VERITA' E' CHE IN TUTTI I VACCINI VENDUTI IN ITALIA E' STATO SEMPRE OMESSO QUESTO PARTICOLARE!!!

Sul sito della Food and Drug Administration si può leggere il foglietto illustrativo del vaccino pediatrico Tripedia DTaP (antidifterite-tetano-pertosse) della Sanofi Pasteur Msd che riporta le seguenti reazioni avverse:
"Le reazioni avverse riportate durante l'uso post-approvazione del vaccino Tripedia includono purpura trombocitopenica idiopatica, SIDS, reazione anafilattica, cellulite, AUTISMO, convulsioni / convulsioni da grande male, ENCEFALOPATIA, ipotonia, NEUROPATIA, sonnolenza e apnea".                                                            
Ci si domanda a questo punto perché i Pediatri, che dovrebbero tutelare la salute dei nostri figli, non informano le famiglie sui reali rischi a cui vanno incontro vaccinando i loro figli.

Forse perché, come la stragrande maggioranza dei Medici, prendono le loro belle percentuali dalle case farmaceutiche.
Come dimostrato da recenti casi di pediatri accusati di prendere grosse tangenti sui vaccini o medici generici sulle prescrizioni.


Potete leggere il documento cliccando Qui  Ps: E tengo sempre a ribadire che nel foglio illustrativo,nel bugiardino del maledetto vaccino della poliomielite venne omesso, cancellato dagli effetti collaterali il pericolo di autismo! Nel vaccino venduto in Francia c'era scritto,in quello venduto in Italia NO. E ricordiamo bene che quel vaccino sopratutto negli anni ottanta in Italia portò casi di morte e tantissimi casi di autismo.

Liberamente tratto da :http://www.vegetariani-roma.it/scienza-marcia-2/virus-e-vaccini-2/588-i-vaccini-causano-autismo-la-prova-definitiva-che-sbugiarda-i-pro-vaccinisti.html
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TTIP: l’Europa avrebbe tutto da perdere e le grandi Multinazionali tutto da guadagnare.

Ttip, vivere con i veleni alla gola

di Vincenzo Maddaloni  


Berlino. Parlare di Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), l’accordo transatlantico di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti e dire che ci avvelenerà, poiché liberalizzerà in Europa il commercio delle sostanze chimiche nocive per l’uomo e l’ambiente, non sembra affatto esagerato.
Anche perché in fatto di standard ambientali e sanitari gli Stati Uniti sono decisamente di manica molto larga, da sempre. E quindi, ogni volta che se ne parla torna in mente la mistura di erbicidi e di defolianti del micidiale agente Orange, che piovve sui quattro milioni e ottocento mila vietnamiti tra il 1961 e il 1965. Tant'è che a distanza di decenni, ancora troppa gente vive in realtà contaminate e si nutre con cibi infetti. Moltissimi figli delle persone colpite soffrono di malattie e di malformazioni.

Dagli effetti dell’Agente Orange dipende - ancora oggi - la sorte degli uomini e delle donne in Vietnam e dei veterani negli Stati Uniti. La vita di molte persone s’è accorciata, altre la consumano nella malattia, nella disabilità, nella disperazione. Quando si dice che l'America è  sempre di “manica larga”, significa che in guerra o in pace, essa non cambia in  nulla. Infatti, nemmeno all'11° ciclo di negoziati - a porte chiuse - del Ttip che si è concluso venerdì 23 ottobre a Miami, in Florida sembra aver dato delle risposte rassicuranti su questo tema, sebbene il settore della chimica sia uno dei più pericolosi da liberalizzare.

Perché l'Ue è ancora esitante? Eppure parla chiaro l'ultimo rapporto di Friends Of the Earth Germany, secondo il quale con l'approvazione del trattatato, i consumatori nel Vecchio continente potrebbero essere esposti ad agenti chimici cancerogeni. Infatti, con l'entrata in vigore del Ttip verrebbe smantellato il Reach, il regolamento sulla registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche. adottato a livello europeo, che impedisce finora la commercializzazione di oltre mille e trecento additivi chimici nella cosmetica e vieta più di ottanta pesticidi. Tutte sostanze legali, invece, negli Stati Uniti.

Si tenga a mente che il libero scambio regolamentato dal Ttip porterebbe ad un aumento delle esportazioni reciproche, includendo sicuramente anche questi prodotti benché dagli europei giudicati cancerogeni. Naturalmente, quel che si chiama “il principio di precauzione” verrebbe aggirato con l’adozione del “mutuo riconoscimento”, che obbliga all’accettazione reciproca dei prodotti fabbricati dal partner commerciale, anche se le prescrizioni sono diverse da quelle di ciascuna Nazione.

Insomma, l'Europa avrebbe tutto da perdere e le grandi Multinazionali tutto da guadagnare. Per questo sabato 9 ottobre a Berlino, la sinistra tedesca era scesa in piazza. Duecentocinquanta mila persone erano passate davanti alla porta di Brandeburgo, reggendo cartelli contro il Ttip e sventolando le bandiere della Confederazione dei Sindacati tedeschi, la Deutscher Gewerkschaftsbund (Dgb), ma anche quelle rosse con la falce e martello e  il pugno alzato.
Tuttavia i grandi media italiani a cominciare dalla televisione avevano dedicato poche immagini e poco spazio a quell'evento. Come del resto è avvenuto con l'incontro di Miami: soltanto poche righe di cronaca e alcun commento. E in Italia non c'è giornale di grande tiratura  che sostenga con vigore la battaglia contro il Ttip, facendone una campagna vera e propria.

Eppure stiamo parlando di un Trattato che è un vero e proprio attacco alla democrazia. Basta leggersi le “Risoluzioni delle controversie tra investitori e Stato” (Isds) che autorizzano le aziende a querelare i governi nel caso in cui le loro politiche determinassero una perdita dei loro guadagni. Tradotto in pratica significa che le multinazionali possono invalidare le leggi approvate dai governi democraticamente eletti.

Infatti, oltre che premiare l'apertura dei mercati ai servizi, una delle caratteristiche centrali degli accordi di libero scambio, come lo è il Ttip,  è la loro capacità di incidere efficacemente sulle liberalizzazioni e le privatizzazioni - passate e future - indipendentemente da quello che sia l'orientamento del governo liberamente eletto o quello che sia il mandato o politico ricevuto.

Il settore della sanità pubblica è uno degli obiettivi principali dei lobbisti delle multinazionali che sostengono il Ttip e che sperano di capitalizzare la crescente spesa sanitaria guidata dall'invecchiamento della popolazione sia in Europa che negli Stati Uniti, dal momento che i settori della sanità pubblica continuano a soffrire per i continui tagli ai finanziamenti imposti dai governi in carica per far quadrare i bilanci.

Cosicché il Ttip permetterà agli investitori domiciliati in Nord America di sfruttare le  liberalizzazioni già intraprese nei settori della sanità pubblica in Europa, per  imporre ulteriori aperture del mercato e per mettere mano sulle privatizzazioni passate. Com’è stato ben spiegato dal  settimanale economico inglese “The Economist”, lo Isds consegna alle corporations nell’UE e negli USA il potere di denunciare i governi di fronte a un tribunale di avvocati aziendali. Potranno, inoltre, contestare le leggi che non gradiscono e anche ricevere un risarcimento milionario se pensano che quest’ultime possano influenzare i loro "profitti futuri", come per esempio vietare la pubblicità delle sigarette, tutelare l'ambiente o prevenire una catastrofe nucleare.

Un altro esempio? L'azienda del tabacco Philip Morris ha denunciato l’Australia e l’Uruguay, con trattati simili al Ttip, per i loro tentativi di scoraggiare il fumo. Gli Stati Uniti intanto hanno già in mente di far togliere tutti gli avvertimenti contro il fumo sui pacchetti delle sigarette che, a Ttip siglato, saranno in vendita anche in Europa.
Naturalmente le multinazionali del tabacco si sono cautelate con normative ormai collaudate, molto simili a quelle che negarono ai soldati americani veterani del Vietnam l’invalidità da avvelenamento con la diossina, e quindi sono stati privati delle cure mediche, delle medicine e di tutto quello che rientra nell’assistenza pubblica o nei loro contratti con le compagnie di assicurazione.

In un mondo caratterizzato da una competizione globale sempre più dura, senza proposte credibili sul piano della crescita, e con le misure espansive di tipo keynesiano tradizionale che si presentano ardue da praticare nel contesto attuale, c'è da chiedersi se la minaccia di essere dominati in un futuro molto prossimo, dalla “legge” delle multinazionali diventi veramente concreta. Dopotutto anche il sostegno di alcuni sindacati, terrorizzati dalla legislazione sfavorevole, non appare sufficiente per accantonare questa tragedia.

Eppure il Ttip - è provato - è un distruttore della democrazia. Va combattuto. In Germania la Sinistra ha mobilitato la società civile che, sebbene spesso ce ne si dimentichi, è il “mandante” vero della politica, è la ragione per cui la politica esiste. Malauguratamente in Italia la politica non la tiene in gran conto. Come il Ttip, del resto. 
  Fonte: altrenotizie.org
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GLI ANUNNAKI, CERCAVANO L'URANIO... NON L'ORO...

LA NASCITA DELL'ADAM INIZIA SOTTO IL SEGNO DI UNA MENZOGNA, CHE GLI DEI RACCONTARONO.... IN NATURA NELLE MINIERE INSIEME ALL'ORO SI TROVANO URANIO E TORIO... ALTRO CHE ATMOSFERA DEL FANTOMATICO NIBIRU DA RIPARARE!!!! 
e ci hanno passato le formule di struttura in in quelle che noi spesso scambiamo per COSMO.... STELLE E PIANETI.... 

Mentre continuavo a domandarmi il perche' ,dello spiegare e giustificarsi del bisogno d'oro,di PADRONI E CREATORI, ad un essere dell'intelligenza poco piu' sviluppata di un mulo, e di fatto ''costruito'' proprio per lavorare in miniera, non potevo non notare che anche gli Spagnoli, conquistando e devastando il Nuovo Mondo avevano usato la STESSA SCUSA... 
I ''puzzolenti'' Conquistadores, cosi' definiti dai nativi perche' pieni di parassiti e non amanti dell'Igiene... chiedevano ORO per guarire una malattia che, raccontavano, avrebbe guarito una grave malattia che imperversava nella lontana Spagna.... ma mentre per questi ultimi lo scopo era evidente, per quanto riguarda l'Adamo creato proprio per scavare nelle miniere e procurare l'oro, in teoria non ci sarebbe stato bisogno nemmeno di spiegare il perche' e per come....a meno che questa dell'oro non fosse una favoletta che nascondesse qualcos'altro... 
CREDO CHE LA VERITA' STIA NEL FATTO CHE INSIEME ALL'ORO SI TROVANO TORIO E URANIO.... PARTICOLARE non da poco ... che cambia non MOLTO, ma TUTTO proprio!... 
Non era l'oro che gli Anunnaki cercavano sul pianeta per ''riparare'' un IPOTETICO PIANETA LONTANO giustificato con un'orbita assurda...... ma URANIO come fonte di energia.... Lo stivavano su Marte, con viaggi continui e giornalieri degli SHEM... (fu questa la causa dei guai atomici di quel povero pianeta?).... 
Sin dai tempi piu' remoti ci sono prove dell'esistenza di grandi miniere e di grandissime quantita' d'oro estratte in Egitto... per cui e' praticamente impossibile che I SACERDOTI CHE CONSERVAVANO L'ANTICO SAPERE non abbiano incontrato estratto e utilizzato URANIO E TORIO.... 
E probabilmente leggi segrete ,riservate appunto a maghi e sacerdoti ne limitarono l'uso ai potenti rituali associati ALLA MUMMIFICAZIONE..... 
inserendo tra le bende AMULETI fatti con metallo radioattivo che a distanza di secoli avrebbero dato il via a quella che e' conosciuta come la maledizione delle Mummie..... 
ADESSO I CONTI MI COMINCIANO A TORNARE... e non e' strano che uranio e torio NON SI TROVINO ''NOMINATI''... probabilmente avevano un nome segreto o chissa' come venivano chiamati.... magari RA o AMUN o con qualunque altra cosa ricordasse la luminosita' del sole...della luce..dell'energia ... 
Pensate che noi il concentrato di URANIO lo chiamiamo YELLOW CAKE ..torta gialla.... Un eventuale traduttore che fra migliaia di anni, incontrasse il termine probabilmente lo tradurrebe appunto, con TORTA GIALLA, indicandolo come polenta o tortillas....:-) 
Durante il lavoro del Progetto Manhattan, esigenze di segretezza fecero adottare i nomi di T uballoy e Oralloy per riferirsi rispettivamente all'uranio naturale e all'uranio arricchito. 
Questi nomi sono ancora occasionalmente usati oggi..... E QUELLO USATO DAGLI Anunnaki e dalla casta dei sacerdoti egiziani che conoscevano il segreto, qual'era????? 
.....sicuramente il minatore, che faticava dentro le gallerie sapeva SOLO di estrarre l'oro per aiutare gli dei.....e chi racconto' poi tutta la storia, non ne era a conoscenza, non lo scrisse, o nascose l'informazione tra le righe... 
Ma l'uranio e' energia atomica, in tutte le sue accezioni, negative e positive... 
Questa ipotesi è affermata anche da un fisico spagnolo che riteneva che gli antichi egizi, avessero scoperto i poteri dell'Uranio e lo utilizzassero per proteggere i loro templi, piramidi e simili. Secondo questo studioso hanno ricoperto i pavimenti di lastre di uranio, o hanno applicato alcune di queste lastre alle pareti, per causare - ancora oggi - o la morte o gravi lesioni fisiologiche....( e anche una casta di sacerdoti con aspetto rettiloide dovuto alle radiazioni deformanti?) 
.E se fosse vero, come io credo, avremmo la spiegazione di tantissimi macchinari, armi, utensili particolari e accadimenti che per millenni sono stati poco piu' che favolette...... È un metallo bianco-argenteo, tossico e radioattivo; appartiene alla serie degli attinoidi ed il suo isotopo 235U trova impiego come combustibile nei reattori nucleari e nella realizzazione di armi nucleari.....Puro, si presenta come un metallo bianco-argenteo, debolmente radioattivo e di poco più tenero dell'acciaio. È malleabile, duttile e debolmente paramagnetico. 
È un metallo molto denso (65% più denso del piombo). Diviso finemente, reagisce con l'acqua a temperatura ambiente; ( ACQUA, presenza costante nei templi, Acqua della vita, ricordate? ) 
.... esposto all'aria si copre superficialmente di uno strato del proprio ossido di U(IV), UO2, facilmente ossidabile alla forma più comune e più stabile di ossido misto di U(IV) ed U(VI) ottaossido di triuranio U3O8, facilmente reperibile in natura. Anche la forma ossidata di U(VI), UO3, viene facilmente ridotta ad alta temperatura a U3O8. 
La forma metallica è piroforica, brucia cioè all'aria ad alta temperatura innalzando ulteriormente la temperatura fino ad alcune migliaia di °C e formando micro- e nanoparticelle dei suoi ossidi. 
Sappiamo che gli antichi greci descrivevamo l'atomo... e la costituzione della materia... ma poi si perdevano in considerazioni accessorie che facevano comprendere che la nozione, derivasse da antiche conoscenze 
di cui si era perso il REALE UTILIZZO.... 
Abbiamo TRACCE REALI DI GUERRE ATOMICHE in passato, resti di civilta' scomparse ancora radioattive, resti vetrificati.... descrizioni in fondo molto precise di armi ,apparati medici e macchinari.. una per tutte la piu' ''banale'' a questo punto.. L'ARCA DELL'ALLEANZA CHE PENSANDO A COSA POTEVANO AVERE REALMENTE ,DIVENTA in quest'ottica POCO PIU' DI UN ..RESIDUATO BELLICO... 
oltre logicamente a velivoli, le famose ASTRONAVI SULLA PREISTORIA ( cit. Peter Colosimo )... Sono descritti chiaramente con termini dell'epoca e per resoconti tramandati come so poteva e sempre con meno cognizioni e piu' favoleggiamenti, in TUTTI I LIBRI SACRI di qualunque tradizione e in ogni parte del pianeta.. E SOPRATTUTTO... se molte di quelle raffigurazioni che noi crediamo COSMO STELLE E PIANETI FOSSERO INVECE FORMULE CHIMICHE DI STRUTTURA? RAPPRESENTAZIONI DI ATOMI? 
NON ORO QUINDI.... ma quello che insieme all'oro si trovava.... 
e adesso si ricomincia a CERCARE con questa nuova prospettiva... 
E RE INTERPRETARE ANCHE I SIMBOLI .... DA UN PUNTO DI VISTA CHIMICO .. 
TERRENO... non piu' come COSTELLAZIONI... 
In fondo si somigliano cosi' tanto... 
e ce lo hanno anche detto... 
COME IN ALTO...COSI' IN BASSO.... 
francesca giuliana cialini
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MALATTIE INVENTATE.



COSA E CHI C E' DIETRO IL MERCATO DEL FARMACO?
A COSA SERVE LA VIVISEZIONE?
COSA SMUOVE?

IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI!

Seguiamo la traccia dei soldi... 
Proviamo ora a seguire il cammino dei soldi a partire dalle case farmaceutiche. Quando una compagnia sviluppa un nuovo composto che potenzialmente può avere effetti terapeutici per gli umani, vengono finanziati (con milioni di dollari) degli istituti di ricerca accademici per studiare il farmaco attraverso ricerche su animali. Se il composto passa i test animali, si procede con i test clinici e infine si approda al mercato dove si generano incredibili profitti per queste case farmaceutiche.
I test su animali vengono usati per poter passare velocemente alle prove cliniche, garantendo al contempo una copertura legale alle aziende farmaceutiche. Questi test vengono usati come prova, a favore o a discapito a seconda delle convenienza, quando ci sono delle cause legali contro le case farmaceutiche (o contro lo stato) in conseguenza di qualche effetto collaterale imprevisto dei farmaci messi in commercio. I test su animali servono cioè a proteggere le compagnie in caso di azioni legali, per evitare un risarcimento danni che potrebbe comportare un enorme dispendio di denaro.
Inoltre, ricercatori e case farmaceutiche alimentano il mercato dei fornitori, cioè tutte quelle aziende che a vario titolo forniscono prodotti e servizi per la sperimentazione, ad esempio quelle che allevano gli animali destinati alla vivisezione e quelle che producono le attrezzature (gabbie, strumenti di contenzione, ecc.). Molti direttori di riviste scientifiche sono interessati alla sperimentazione animale in quanto questa garantisce un regolare flusso di materiale da pubblicare. Traggono profitto dal creare un numero sempre maggiore di riviste, le quali a loro volta producono guadagni sotto forma di pubblicità (di case farmaceutiche e di aziende fornitrici).
A fronte dei pochi beneficiari di questa rete di profitti, si contrappone la vasta la schiera dei perdenti. Un enorma numero di animali condannati ad un destino crudele. Malati che potrebbero beneficiare di una cura che viene invece ritardata dalla macchina della sperimentazione animale, la quale finisce per renderli vittime essi stessi come gli animali. I soldi delle tasse dei cittadini che vengono sprecati nella sperimentazione su animali finanziata dal governo, mentre vengono tagliati molti programmi utili per mancanza di fondi.
Si definisce cospirazione un accordo volto a compiere azioni illegali, infide o malvage; un accordo tra 2 o più persone al fine di commettere un crimine. Questa non è una cospirazione. La ricerca su animali è dovuta alle stesse cause che hanno fatto del male all'umanità per millenni: avidità, egoismo, ignoranza e paura.

A QUESTO SCOPO SI INVENTANO ANCHE MALATTIE PER INCREMENTARE ULTERIORMENTE GLI INTROITI VISTO TUTTO QUELLO CHE "SMUOVE" IL MERCATO DEL FARMACO NON SOLO A DANNO DI POVERI ANIMALI INNOCENTI MA ANCHE DI GENTE CONSAPEVOLE CHE IGNORA COME VANNO LE COSE,A TAL PROPOSITO VI INVITO A LEGGERE QUESTO ARTICOLO:  

Fonte: Panorama
Vendere medicine a tutti, non solo ai malati, era l'obiettivo dichiarato, già trent'anni fa, da Henry Gadsden, capo di una delle più note industrie farmaceutiche.
Nuove sindromi definite a tavolino. Fattori di rischio trasformati in patologie. Alti e bassi della vita considerati gravi disturbi. Ecco come l'industria farmaceutica ci trasforma tutti in pazienti. Per vendere sempre più farmaci.

C'è una storia interessante raccontata in uno degli ultimi numeri del Bollettino d'informazione sui farmaci, austera pubblicazione del ministero della Salute. Eccola: dalla fine degli anni 80 hanno iniziato a riunirsi periodicamente a Roma alcuni gruppi di specialisti dell'intestino, con il compito di discutere tutte le malattie cui questo organo può andare incontro. Finora ne hanno descritte minuziosamente 21, tra cui la stipsi cronica, che colpisce chi non va di corpo «spontaneamente» almeno tre volte la settimana da oltre sei mesi.
Lo zelo classificatorio degli esperti è ben applicato, ironizza l'editoriale sul Bollettino, dato che uno studio clinico «randomizzato e controllato a doppio cieco con placebo ha appurato che il tegaserod (farmaco già in commercio in Usa, in attesa di approvazione in Italia, ndr) produce un'evacuazione spontanea in più ogni due settimane, al costo di circa 100 dollari per "evento" aggiuntivo».
Moltiplicando il numero degli eventi aggiuntivi per quello degli interessati alla questione («Almeno 4 milioni di italiani» informa uno degli ultimi comunicati stampa giunti in redazione), si comprende la generosità con cui varie industrie farmaceutiche hanno sovvenzionato per anni le riunioni di Roma e le associazioni di pazienti che si sono costituite per richiamare l'attenzione sui disturbi intestinali.
Ci sarebbe quasi da sorridere se l'argomento non fosse dei più seri, perché il caso della stipsi cronica, o la sindrome del colon irritabile, l'altra faccia della medaglia, sono due esempi fra tanti di come l'industria della salute, per assicurarsi una continua crescita del mercato, stia trasformando normali alti e bassi della vita quotidiana, disturbi lievi e comuni, in malattie potenzialmente serie per cui è necessario assumere farmaci. Un fenomeno su cui medici, ricercatori e giornalisti specializzati cominciano a mettere in guardia. Uscirà ad aprile Gli inventori delle malattie (Lindau) del giornalista medico Jörg Blech, che segue di pochi mesi Farmaci che ammalano (Nuovi Mondi Media) di Ray Moynihan e Alan Cassels.
A rifletterci con senso critico, certe notizie puzzano. Osteoporosi: secondo stime che escono sui giornali, sarebbe a rischio quasi metà delle persone dai 65 anni. Colesterolo: i dati usciti poche settimane fa indicavano che un italiano su due viaggia oltre le soglie di rischio. E la depressione? Sembra che colpisca 330 milioni di persone e che il 90 per cento sia curato inadeguatamente. Siamo davvero tutti malati? C'è qualcosa che non torna. Anche perché, come ha osservato candidamente l'amministratore di un'industria farmaceutica, «se sommiamo tutte le statistiche, ognuno di noi dovrebbe avere all'incirca 20 malattie».
Quella di considerare tutti malati, come sognava il dottor Knock nel Trionfo della medicina, è un processo che ha una causa semplice. Come scrive brutalmente Blech, «per poter mantenere inalterata l'enorme crescita avuta negli anni passati, l'industria della salute deve prescrivere sempre più spesso farmaci a persone che sono sane». Già trent'anni fa, raccontano Moynihan e Cassels, il direttore della Merck Henry Gadsden, vicino alla pensione, si crucciava di poter vendere soltanto ai malati e sognava un mercato potenziale in cui «tutti» fossero clienti della sua industria.
I meccanismi con cui ciò sta davvero avvenendo, e il grado cui si è spinta l'impresa, sono però sbalorditivi. «Dagli studi clinici sui farmaci alle riviste scientifiche, fino ai congressi medici, alle campagne di sensibilizzazione sulle malattie e alla pubblicità diretta o indiretta, è colonizzata l'intera medicina» sostiene Nicola Magrini, direttore del Ceveas, il Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria. Le strategie di marketing dell'industria farmaceutica sono efficienti e gli espedienti per creare nuove malattie consolidati. Lo racconta con dovizia di particolari Moynihan che dedica ogni capitolo del suo libro a un caso, dal colesterolo all'ipertensione, dalla depressione alla disfunzione sessuale femminile.

UN MALE PER OGNI PILLOLA
Nelle strategie del marketing, prima del farmaco viene promossa la malattia.

OSTEOPOROSI, UN BUSINESS
La densità ossea, misurabile con la mineralometria, è solo uno dei fattori, neppure il più importante, della probabilità di una frattura.
Nonostante ciò, grazie anche a una campagna massiccia di marketing e pubbliche relazioni cominciata oltre dieci anni fa, i test per la densità ossea si sono moltiplicati esponenzialmente e l'osteoporosi da fattore di rischio è stata trasformata in «malattia certificabile». I farmaci per trattarla sono tra i più prescritti.

MASCHI AL CREPUSCOLO
Anche gli uomini, al pari delle donne, avrebbero la loro menopausa, dovuta a un lento calo degli ormoni maschili. Conseguenze: una sorta di crepuscolo della virilità e sintomi come calo del desiderio, erezioni meno forti, minori capacità sportive, depressione, perdita di peso, sonnolenza, riduzione della capacità lavorativa. Secondo varie campagne di sensibilizzazione, l'andropausa è un problema sottovalutato che andrebbe invece affrontato, anche con farmaci.

MALATI DI TIMIDEZZA
Una volta si chiamava timidezza, ora si chiama «disturbo d'ansia sociale». Consiste in «un senso generale di disagio quando si è in mezzo ad altre persone che può limitare la propria capacità
di interagire». Una campagna di pubbliche relazioni ben orchestrata, che in Italia è stata meno ossessiva rispetto ad altri paesi, ha cominciato a sensibilizzare su questa condizione, che sarebbe sottodiagnosticata e sottocurata, per spingere un farmaco.

SIAMO TUTTI DEPRESSI
«Hai provato sentimenti di tristezza, perdita di interesse, difficoltà a dormire, o difficoltà a concentrarti? Questi e altri sintomi, se sperimentati quasi ogni giorno per almeno due settimane, potrebbero indicare che soffri di depressione» dice il sito internet di un antidepressivo. In vari paesi le vendite di questi farmaci sono triplicate negli anni 90 anche se, secondo gli studi,
i benefici sono più modesti di quanto faccia intendere la promozione, e l'efficacia limitata ai casi gravi.

COLESTEROLO, CHE MANIA
Dalla metà degli anni 90 quattro diverse edizioni di linee guida hanno abbassato sempre più il livello di colesterolo definibile normale. Lo stesso è accaduto con l'ipertensione e la glicemia, tanto che la fascia di popolazione per cui si ritiene necessario un intervento farmacologico è sempre più ampia.
Si tratta di fattori di rischio controllabili spesso con semplici cambiamenti nello stile di vita, che si sono trasformati in malattie vere e proprie.


Per mezzo di studi discutibili dal punto di vista epidemiologico, si fanno apparire alcuni problemi assai più gravi di quanto non siano. Anni fa si è cominciato a ripetere che un terzo della popolazione soffrirebbe di malattie mentali, ansia, depressione... Come nascono queste cifre? In vari paesi si svolgono indagini, in genere commissionate e sponsorizzate dall'industria, in cui test tipo: «Ti sei sentito triste e apatico per più di due settimane nell'ultimo anno?» vengono usati come criteri diagnostici. La risposta positiva comporta l'iscrizione d'ufficio nel registro dei depressi, che alla fine risultano un esercito.
Ma i trucchi possono essere altri. Si trasforma un semplice fattore di rischio, come una diminuita densità delle ossa, in malattia vera e propria, l'osteoporosi. O si abbassano sempre più le soglie di normalità di certi parametri, colesterolo, ipertensione, glicemia, e automaticamente i potenziali malati raddoppiano o triplicano.
Nessuno di questi dati è inventato. Dietro le definizioni ci sono gruppi di esperti che stilano linee guida di trattamento e criteri diagnostici. Numeri e cifre sono stati in molti casi pubblicati sulle più importanti riviste mediche. E proprio questo è il segno di quanto vasto sia il condizionamento. Alla base di tutto c'è la contiguità, inopportuna ma ormai inevitabile, tra medici e industria. «Secondo vari studi, il 90 per cento dei ricercatori che elabora linee guida ha conflitti di interesse» valuta Giovanni Fava, docente di psicologia clinica all'Università di Bologna. Otto dei nove esperti che hanno redatto le ultime direttive sul colesterolo, informano Moynihan e Cassels, lavorano anche come relatori, consulenti o ricercatori per le maggiori multinazionali del farmaco.
Sono corrotti? «Spesso svolgono il loro lavoro ritenendosi indipendenti. Alcuni lo sono. Altri credono di esserlo ma non si rendono conto che nella scelta delle informazioni che forniscono, nell'enfasi su un aspetto piuttosto che su un altro, senza dire cose false le presentano in una luce poco scientifica, parziale, a volte tendenziosa, trasformandosi inconsapevolmente in fonti pubblicitarie» risponde Marco Bobbio, cardiologo alle Molinette di Torino, tra i primi a sollevare il tema del conflitto di interessi in medicina.
C'è chi invoca l'argomento che, prendendo soldi da molte industrie e non da una sola, un esperto si trova al di sopra delle parti. Però è un fatto che gli studi clinici sponsorizzati da un'azienda hanno una probabilità quintupla di dare risultati favorevoli all'industria di quelli finanziati da altre fonti.
«C'è una forte evidenza» ha scritto su Plos Medicine Richard Smith, ex direttore del British Medical Journal «che le aziende ottengano i risultati che vogliono». E i canali per farlo sono tanti. «Nei congressi scientifici» spiega Bobbio «le industrie organizzano simposi di cui scelgono tema e oratori, a pagamento. I medici assistono e pensano di trovarsi di fronte a informazioni scientifiche, avvalorate da esperti. In realtà sono informazioni condizionate da interessi commerciali. Basterebbe dirlo apertamente».
Perfino le associazioni per la tutela dei pazienti si reggono per la maggior parte sui finanziamenti di case farmaceutiche, visto che tenere alta l'attenzione sulle malattie è uno dei modi più efficaci per vendere farmaci. I media sono parte integrante del meccanismo. Agenzie di pubbliche relazioni confezionano per giornali e tv documenti in cui si mostra l'importanza della patologia, condita dai dati su quante persone ne sono affette e sul fatto che la maggior parte non riceve cure adeguate, più il commento di autorevoli esperti.
Ogni tanto, la rivelazione di qualche documento riservato porta alla luce scenari inquietanti. Il British Medical Journal, riporta Blech nel libro, ha pubblicato alcuni anni fa il piano strategico dell'agenzia di pubbliche relazioni In Vivo communications. Stando al piano, un programma di educazione sanitaria di tre anni, con interviste a famosi opinion maker, avrebbe dovuto presentare i disturbi intestinali come «una vera e propia malattia, credibile e frequente».
Una nota agenzia internazionale di pubbliche relazioni con uffici anche a Milano dichiara nel suo sito internet che, in tema di promozione dei farmaci, il successo dei suoi sforzi comunicativi è nel lavoro svolto per «coltivare il mercato» ancora prima che il medicinale vi arrivi. E il mercato si coltiva convincendo le donne che la menopausa non è una fase naturale della vita, ma una malattia da perdita di estrogeni; o che se si prova «un senso generale di disagio quando si è in mezzo ad altri», si può soffrire di disturbo d'ansia sociale; o che 40 donne su 100 sono affette da «disfunzione sessuale».
Queste strategie di marketing fanno impressione solo perché in campo c'è la salute. «Per il resto» testimonia Franco Bellé, ex informatore scientifico che ha scritto La mala ricetta (Frilli editori) dopo aver lasciato il lavoro di rappresentante «il farmaco è come una merendina. Gli vengono applicati gli stessi metodi di marketing usati per i beni di largo consumo».
In fondo, trent'anni fa il filosofo «eretico» Ivan Ilich parlava già in Nemesi medica della «paradossale nocività di un sistema medico che non conosce limiti» e descriveva una società-clinica di cittadini-pazienti. Molte malattie sono purtroppo reali, dolorose, mortali. E la ricerca ha prodotto rimedi efficaci contro alcune di esse. Tuttavia, sostiene Moynihan, spesso i problemi di salute di una persona sono talmente lievi o passeggeri che non fare niente è la cosa migliore. Ippocrate, quasi 2.500 anni fa, aveva consigliato: «Per il malato il meno è meglio». Figuriamoci per il sano.

In  questo video il professor Bruno Fedi ci spiega perchè esiste la vivisezione e delle malattie inventate a scopo economico.


Vi invito altresi' a vedere questa puntata del 5.8.2009 di C'era una volta su Rai3
Inventori di Malattie 
Un viaggio-inchiesta che parte dagli Stati Uniti e traccia un inquietante racconto sulla “colonizzazione farmaceutica” di larghe fette di popolazione del pianeta, attraverso le suggestioni ammiccanti delle campagne pubblicitarie, gli innumerevoli conflitti d’interesse e le tante complicità occulte. Il servizio mette in evidenza come l'industria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni. I danni a carico della collettività mondiale e della sua salute sono incredibilmente evidenti. In America più di 5 milioni di bambini vengono trattati con psicofarmaci, semplicemente perché "troppo" vivaci. Oltre agli autori, interverranno al dibattito che seguirà la proiezione Luca Poma (comitato Giù le mani dai bambini) e Gianni Tognoni, farmacologo e direttore dell’Istituto Mario Negri Sud



Altre mie note sulla vivisezione:


STORIA DELLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE IN OCCIDENTE DALLE ORIGINI AD OGGI

CRIMINI NASCOSTI - MOSTRA DEGLI ORRORI DELLA VIVISEZIONE

50 DISASTRI DELLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

LA VERITA' SULLA VIVISEZIONE E SU TELETHON!!!

LA VIVISEZIONE tratto da IMPERATRICE NUDA di Hans Ruesh

VIVISEZIONE - HUNTINGDON LIFE SCIENCES E I DIARI DI Michelle Rokke

CONFESSIONE DI UN VIVISETTORE PENTITO

LA BUFALA DEI PRODOTTI "CRUELTY FREE "

Max Inturri
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Scusate la mia ignoranza se cerco di tutelare i vostri figli,ma...

Oramai si sta dicendo di tutto.Un programma di nome "Open Space" la cui regia censura in maniera autorevole il Dott Stefano Montanari ingannato dalla conduttrice... Sempre in questo programma la seconda puntata si va a puntare su Veronesi che parla a favore di Big Pharma asserendo addirittura: "Che non c'è nessuna correlazione tra autismo e vaccini" con grande gioia della Nadia Toffa "ex Iena della trasmissione Le Iene" e elevata all'improvviso a conduttrice televisiva, e dichiara di aver parlato con esponenti del Cicap sul tema dei vaccini! Siamo apposto allora!  "Non si sa da chi sia stata messa a condurre ma soprattutto la ragione è sconosciuta visto che da quanto è ansiosa non lascia terminare neanche gli ospiti nel parlare,evidentemente forse per qualcuno è brava proprio per questo motivo". Ma siamo seri! Ma le domande reali degne di avere risposte non arriveranno mai prima o poi? O non le sapremo mai a livello mediatico perchè sempre occultate? . Io non sono un medico per la legge italiana (nè tantomeno voglio esserlo in questi termini) quanti sono a conoscenza che la “Professoressa” Esposito è stata sovvenzionata "aiutata,sostenuta economicamente" dalle Maccioni case farmaceutiche per la ricerca sui farmaci, nello specifico vaccini? Detto ciò..
Nonostante i notevoli progressi compiuti dalla ricerca sui “vaccini”, esistono ancora molti difetti come l’utilizzo di cavie ( assolutamente inutili per differenza di specie ), presenza di composti chimici come alluminio,Tween 80, Triton X-100, e Nonoxynol-9 etc.
E pertanto sembra difficile porre rimedio anche a problematiche legate a:
1. molteplicità degli antigeni: se, come detto, è possibile vaccinare “contro gli antigeni”, è altrettanto vero che risulta impossibile vaccinare contro “troppi” antigeni; ad esempio
se teoricamente sarebbe possibile ottenere immunità contro tutti gli antigeni patogeni dello Streptococcus pyogenes, di fatto ciò risulta impossibile per l’estrema numerosità degli stessi.
2. Variabilità degli antigeni: qualsiasi vaccino, per perfetto che sia, risulterà efficace solo per l’antigene per cui è stato ideato; qualora il bersaglio muti, (come accade tipicamente
per i virus influenzali) esso risulterà inefficace nei confronti delle “novità”.
3. Variabilità individuale dell’ospite: esistono diversità individuali a livello di cellule del sistema immunitario: è noto il grande numero di HLA esistenti per la nostra specie; così, se un antigene è ben processato ed esposto su di un particolare MHC, in modo tale da indurre
un’appropriata risposta T in un individuo, non è detto che lo sia anche per tutti gli altri, dotati di HLA diversi.
4. Modo di somministrazione: la maggior parte dei vaccini è somministrata per via parenterale; oltre a svantaggi di tipo pratico, ciò ha un importante svantaggio immunologico: l’iniezione non è l’usuale porta d’entrata della maggior parte degli antigeni patogeni contro cui la vaccinazione è diretta. Può accadere che un vaccino porti ad anticorpi altamente affini ma di classe “sbagliata”: ad esempio; l’inoculazione sotto cute di un Ag induce una risposta di tipo IgM, seguita da IgG, ma è molto più difficile un ulteriore switch isotipico ad IgA, vale a dire la classe anticorpale più efficace contro quei patogeni che colonizzano le mucose, quali rhinovirus o virus dell’influenza.
Allora, voglio ricordare chi era della vecchia generazione quando un loro Compagno si ammalava i loro genitori li spedivano a casa del compagno per contrarre la malattia e “rinforzare” le difese immunitarie ( poiché il loro Organismo aveva tutto il necessario per affrontare qualsiasi malattia). Cosa eclatante, paragonare un bambino di strada, mani e ginocchia nere, di testa nei bidoni di immondizia, sdraiato a terra sotto un’auto parcheggiata per recuperare un pallone a confronto di bambini “tutelati” per non farli ammalare, ammalare?
E poi, pur ammettendo, se mio figlio non è vaccinato e il vostro si, perché tanto terrore, non è forse tutelato dalle “malattie”?
Sapete, sono ignorante, chi dei luminari sarebbe in grado di darmi risposte a riguardo?           Scie Chimiche: Informazione Corretta.
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Scie chimiche: Ecco tutte le patologie correlate alle irrorazioni clandestine.




Quali sono le malattie che si possono correlare alle scie chimiche?

E' noto che le chemtrails contengono elementi chimici e biologici dannosi. E' quindi possibile collegare il massiccio spargimento di vari veleni nell'ambiente
sia all'insorgenza di nuove patologie sia all'incremento di malattie un tempo meno diffuse.


Una sindrome causata dalle scie chimiche è il Morgellons, un terribile morbo che si manifesta con fibre di materiali sintetici che fuoriescono dalla pelle. Questi filamenti, contenuti nelle scie chimiche, al loro interno ospitano nanostrumenti in grado di replicare il D.N.A. di insetti, virus, parassiti con cui vengono a contatto. Ecco perché la malattia insorge di solito in seguito alla puntura di un insetto.


Il Morgellons, caratterizzato da un prurito insopportabile, provoca un grave deperimento dell'organismo. La connessione tra scie chimiche e Morgellons è stata appurata da vari medici tra cui la dottoressa Hildegarde Staninger, il dottor Michael Castle, il dottor Edward Spencer, il dottor Karyo.


Poiché, con le chemtrails, sono sparsi vari metalli (l'alluminio, il bario, il piombo etc.), si diffondono sempre più malattie come il Parkinson e l'Alzheimer. La causa del Parkinson è probabilmente da ricercarsi nell'accumulo di metalli nell'encefalo. Anche il Parkinson, sebbene se ne sospetti un'origine genetica, è legato presumibilmente all'accumulo di metalli nel cervello.


Il bario è un veleno che attacca soprattutto i muscoli, cuore compreso. Può essere all'origine di ictus a loro volta legati alla fibrillazione atriale ed all'infarto miocardico.


Molte forme tumorali (ad esempio i linfomi) sono connesse all'uranio e all'etilene dibromide, quest'ultimo è un insetticida ufficialmente bandito negli Stati Uniti. Se assorbito dall’organismo, può causare danni al sistema nervoso, edemi polmonari e sintomi quali dispnea, ansia, affanno, tosse. È molto irritante per le mucose e le vie respiratorie.






Il dottor Donald Scott ritiene che la fibromialgia, l'Alzheimer, la sclerosi multipla, l'encefalomielite mialgica (o sindrome da affaticamento cronico), insieme con altre affezioni neurosistemiche, siano la conseguenza dell'aggressione del micoplasma, un batterio che è stato geneticamente modificato in vari laboratori canadesi e statunitensi e quindi sperimentato sulle popolazioni inconsapevoli. I micoplasmi sono stati e vengono sparsi - ricorda Scott - soprattutto con gli aerei.


Lo studioso Tom Montalk ha individuato nelle chemtrails vari batteri: lo Pseudomonas eruginosa, Enterobatteri e la Serratia marcescens.


Lo Pseudomonas eruginosa è un batterio che è stato modificato geneticamente da aziende come la Pathogenesis. Se inalato, può provocare immunodepressione e danni alle cellule in cui si insedia come ospite.


Gli Enterobatteri sono microorganismi comprendenti l’Enterobatterio coli, la salmonella e la Klebsiella, responsabile della polmonite.
La Serratia marcescens è un patogeno molto pericoloso che determina l’insorgenza della polmonite. Questo batterio, come emerge da documenti declassificati, fu sperimentato nel 1950 sulla popolazione, ovviamente inconsapevole, di San Francisco: causò vari decessi.


Altri disturbi ed affezioni meno gravi, ma non per questo da trascurare sono dovuti all'inalazione ed alla ingestione di elementi chimici e biologici di varia natura: depressione, annebbiamento mentale, stipsi, sindromi para-influenzali, stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, amnesie...


Un altro capitolo è costituito dalle patologie causate dalle intense e costanti emissioni elettromagnetiche inquadrabili in un piano di potenziamento delle trasmissioni a fini militari. Il Professor Levis elenca le principali sintomatologie connesse all'irradiazione di onde elettromagnetiche. Queste si possono riassumere nei seguenti problemi: sintomi cutanei (prurito, eritemi, allergie); del sistema nervoso (disturbi del sonno, ansia, cefalee, emicranie, sindromi depressive...); del sistema muscolare (crampi, dolori muscolari, astenia); del sistema cardiovascolare (aritmie, disturbi della pressione arteriosa, ictus); del sistema ormonale e di quello immunitario (riduzione della sintesi della melatonina, alterazioni delle popolazioni linfocitarie); del sistema riproduttivo (aborti spontanei); del sistema acustico (tinniti), visivo, olfattivo, digestivo. L'esposizione alle radiazioni non ionizzanti è reputata da molti scienziati all'origine di neoplasie, soprattutto leucemi
e. (Altre malattie riconducibili sono la miastenia-gravis e la SLA. Per esperienza personale da laboratori che eseguono il mineralogramma).

Fonte: Scie chimiche: ecco tutte le patologie correlate alle irrorazioni clandestine TANKER ENEMY.
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L'inquinamento ambientale aumenta il rischio di infarto

L'inquinamento ambientale aumenta il rischio di infarto.


Foto tratta da internet.


L’inquinamento ambientale predispone alle malattie cardiovascolari allo stesso modo di fumo e ipertensione. È quanto denuncia la Società Europea di Cardiologia che lancia l'allarme in particolare per i giovani. Un primo studio presentato al congresso annuale della Società Europea di Cardiologia in corso a Londra dimostra che l'esposizione acuta all'inquinamento ambientale aumenta il rischio di attacchi cardiaci anche quando i livelli delle sostanze tossiche sono considerati “sicuri” secondo la legislazione europea. 

Lo studio belga ha, osservato la relazione fra l’esposizione all’inquinamento ambientale (acuta, non cronica) e la comparsa di infarti gravi (quelli dove una coronaria, una delle arterie che porta sangue al muscolo cardiaco, è completamente chiusa da un trombo) in oltre 11 mila pazienti. Dallo studio è emerso che l’esposizione acuta sia ai gas sia alle polveri sottili aumenta il rischio di malattia. In particolare I gas inquinanti, come il biossido di azoto, fanno più male al cuore dei giovani; le polveri sottili, tipo il Pm10, a quello degli anziani.
“Perché queste differenze? – spiega Jean-Francois Argacha, cardiologo all’University Hospital di Bruxelles e autore dello studio  – Forse perché il biossido di azoto (NO2) è legato al traffico veicolare e i giovani, per ragioni professionali, sono più esposti a questo inquinante rispetto agli anziani. Sta di fatto comunque che l’inquinamento fa male a tutte le età”.

In Belgio, nazione fortemente industrializzata, esiste un sistema capillare che monitora l’inquinamento sul territorio. Proprio il Belgio negli anni '30 ha vissuto una situazione drammatica di inquinamento ambientale.
“Una delle prime descrizioni delle devastanti conseguenze dell’inquinamento ambientale – ha spiegato Jean-Francois Argacha – riguarda il nostro Paese. Negli anni Trenta, nella Meuse Valley, la combinazione dell’inquinamento, provocato dalle industrie, unito ad avverse condizioni climatiche, ha provocato la morte di 60 persone”

Un secondo studio presentato al congresso è stato condotto in due diverse aree della Polonia: quella di Cracovia, una delle città più inquinate d’Europa, e quella di Lublin. Come ha spiegato Krzysztof Bryniarski della Jagiellonian University di Cracovia, è stato scoperto che i giovani di Cracovia presentano un maggior rischio cardiovascolare legato a un aumento degli indici infiammatori, che vengono alterati dall'inquinamneto. “La sola differenza fra i giovani che vivono a Cracovia e a Lublin è proprio legata all’alterazione di questi indici infiammatori – spiega  Bryniarski - Non ci sono differenze legate alla pressione arteriosa, all’attività fisica, al fumo, all’età o ad altri fattori”.
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Curarsi con il cibo: le 10 regole dell'immunonutrizione.



cibo salute
Curarsi con il cibo: le 10 regole dell'immunonutrizione
Quali cibi possono aiutarci a rinforzare il nostro sistema immunitario e quindi a prevenire le malattie? È quanto indaga l'”immunonutrizione”,  una scienza che studia l'impatto del cibo sul sistema immunitario e quindi  sulla salute. 

Mauro Serafini, responsabile del laboratorio di Alimenti funzionali e prevenzione dello stress metabolico presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e Emilio Jirillo, professore di Immunologia all'università di Bari, nel libro “Mangiare per prevenire” spiegano in che modo ogni cibo introdotto nell'organismo produce una reazione del sistema immunitario, uno stato infiammatorio che può essere 'spento' con la scelta dei cibi giusti, proprio come se fossero farmaci.

Ecco quindi le 10 regole alla base dell'immunonutrizione.

1. Il sistema immunitario protegge il nostro organismo dagli attacchi esterni, tuttavia il cibo spazzatura (ovvero alimenti ipercalorici e ricchi di grassi) aumenta il rischio di sviluppare le malattie cardiovascolari e alcune forme di cancro.

2. Il consumo di alimenti ad alto contenuto calorico, ricchi di grassi e zuccheri, produce una risposta immunitaria che può durare sino a 6-8 ore dopo il pasto. Associando a questi cibi verdura, frutta o bevande di origine vegetale può tuttavia ridurre i livelli di stress per l'organismo.

3. L’intestino contiene circa 1,5 kg di microbi e batteri, che costituiscono il “microbiota”. Insieme al tessuto immune intestinale, questo ambiente influenza il sistema immunitario.

4. Più che dall'eccesso di peso, il rischio di sviluppare cardiopatie, cancro e diabete è determinato dalla percentuale di massa grassa.

5. È inesorabile in tarda età l'invecchiamento del sistema immunitario. Tuttavia, i cibi che contengono molecole attive vegetali, come frutta e verdura, possono prevenire o attenuare le malattie croniche infiammatorie.

6. Allergie, intolleranze alimentari e celiachia. Il cibo è veicolo di vari tipi di antigeni e può generare reazioni allergiche dannose per l'organismo in qualsiasi età della vita. Per questo è importante eliminare fin dall'infanzia i cibi che hanno causato una reazione immunitaria avversa.

7. A tutte le età i probiotici contribuiscono in modo significativo alla salute e al benessere dell'organismo. Aiutano a prevenire allergie, infiammazioni intestinali di varia natura e alterazioni immunitarie associate a obesità e invecchiamento e ne migliorano il trattamento. 

8. Per quanto riguarda i flavonoidi, composti chimici naturali presenti in alcune piante, gli autori scrivono che gli studi sull’uomo sono ancora pochi. Resta inoltre da chiarire l’uso delle sostanze sintetizzate.

9. Il consumo di acidi grassi polinsaturi fa bene al sistema immunitario: l’olio extra vergine d’oliva e il pesce azzurro aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari.

10. Le vitamine e gli oligoelementi sono essenziali per la regolazione di alcune funzioni vitali dell’organismo. Inoltre, ad ogni età, influiscono sulla modulazione della funzione immunitaria, rafforzando i meccanismi di prevenzione dei processi infettivi.
 Fonte: Informasalus.it

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La spiegazione scientifica sulla pericolosità dei vaccini. ( Questo è quello che avrebbe dovuto e dovrebbe dirvi il pediatra prima di far pungere con un ago potenzialmente dannoso vostro figlio.)

12 motivi per non vaccinare i bambini. Del Dott Roberto Gava,video di Tommix.
( Questo è quello che avrebbe dovuto e dovrebbe dirvi il pediatra prima di far pungere con un ago  potenzialmente dannoso vostro figlio.)



I 12 punti del Dottor Gava. Questo è ciò che il pediatra e il Ministero della Salute dovrebbero dire ai genitori.
A Padova c’è un dottore, uno di quelli che in poche parole, poco tecniche, riesce a spiegare ciò che invece dovrebbe spiegare il Ministero della Sanità ai genitori prima della vaccinazione dei loro figli. In un suo recente articolo ha elencato in 12 motivazioni la causa della pericolosità dei vaccini. Il suo nome è Dott. Roberto Gava, laureato in Medicina all’Università di Padova, specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica e Tossicologia Medica. Dopo dieci anni di lavoro in ambiente universitario ed essere stato autore di libri di Farmacologia e moltissime pubblicazioni scientifiche (www.robertogava.it), da una quindicina di anni sta cercando di studiare gli approcci medici non convenzionali, rivedendoli anche alla luce delle attuali conoscenze scientifiche.
Di seguito pubblichiamo per intero le 12 motivazioni sulla pericolosità dei vaccini, sperando che l’informazione venga diffusa quanto più possibile sul territorio italiano.
I vaccini sono sicuri e anche utili?
“Consideriamo solo questi aspetti principali:
1) Il sistema immunitario di un bambino di pochi mesi è totalmente immaturo e quindi facilmente squilibrabile.
2) Oggi i bambini sono più deboli di una volta per innumerevoli motivi (madri più stressate, alimentazione meno equilibrata, ambiente inquinato, facili trattamenti farmacologici sia alla madre che al neonato, ecc.).
3) Molti neonati presentano una immaturità particolare del loro sistema immunitario che dura fino a 12-18 mesi e che viene chiamata ipogammaglobulinemia transitoria: se in questo periodo il bambino viene vaccinato, corre un elevato rischio di subire danni da vaccino, mentre, se si attende che il suo sistema immunitario maturi, il rischio si riduce.
4) I bambini nati prematuri o che hanno subito una qualche malattia acuta nei primi mesi di vita o che hanno ricevuto farmaci immunosoppressori (antibiotici e/o cortisonici) nei primi mesi di vita o che hanno subito interventi chirurgici o che hanno alterazioni immunitarie o che sono figli di genitori con patologie immunitarie o metaboliche e molte altre condizioni squilibranti il loro precario equilibrio immunitario, sono ad elevato rischio di danni da vaccini.
5) E’ noto che minore è l’età del neonato o maggiore è la sua immaturità o maggiore è il numero di vaccini inoculati insieme, maggiore è il rischio che il bambino subisca un grave danno vaccinale. Non dimentichiamo che inoculiamo circa 25 antigeni vaccinali (compresi i richiami) nei primi 15 mesi di vita del bambino.
6) I vaccini impediscono al bambino di venire a contatto con germi importanti per la sua maturazione immunitaria e ciò è un altro punto a loro sfavore. Infatti, sappiamo che il sistema immunitario immaturo del bambino viene stimolato, rafforzato e maturato proprio grazie ai piccoli e grandi combattimenti che lo impegnano fisiologicamente in molte sfide quotidiane. Non sarebbe allora più logico, sicuro ed efficace irrobustire la sua immunità aspecifica che lo difenderebbe da tutti i germi, invece di cercare di fortificare (con tutti i rischi che sappiamo) l’immunità specifica proteggendolo con i vaccini solo contro 7-8 germi?
7) Consideriamo che le vaccinazioni che noi pratichiamo non servono per proteggere i bambini dalle malattie virali e batteriche che li affliggono tutti i giorni; anzi, dato che i vaccini indeboliscono il sistema immunitario (effetto che si prolunga all’incirca nei 30-40 giorni successivi alla vaccinazione), i bambini vaccinati risultano più esposti alle malattie infettive dei non vaccinati.
8) Inoltre, consideriamo a cosa servano il vaccino antitetanico in un bambino di pochi mesi: si arrampica sui reticolati? E il vaccino antiepatite B? Per caso i nostri piccoli sono così precoci da avere rapporti sessuali pericolosi? E il vaccino contro la poliomielite? L’Europa ha il certificato “Polio Free” (senza poliomielite) dal 2002. E il vaccino per la difterite? Non ci sono casi di difterite né in Italia né nel resto dell’Europa da vari decenni (a parte qualche sperduta zona della Siberia). In aggiunta, gli extracomunitari sono vaccinati, ma il loro arrivo in numero elevato in Europa non ha causato aumento delle malattie per cui noi vacciniamo i bambini, ma pare aver causato invece un aumento della tubercolosi e delle malattie a trasmissione sessuale.
9) Il cervello ha un suo sistema immunitario specializzato e quando una persona viene vaccinata, le sue cellule immunitarie specializzate (“microglia”) vengono attivate. Vaccini multipli e frequenti iperstimolano questi neuroni provocando il rilascio di diversi elementi tossici (radicali liberi, citochine, chemochine, ecc.) che danneggiano le cellule cerebrali e le loro connessioni sinaptiche. Questa iperstimolazione è la prima causa di tante cerebropatie, non per ultima la sindrome autistica, ma anche la ADHD (disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività), le ipercinesie, le dislessie, le convulsioni, ecc.
10) I vaccini sono pericolosi sia per i loro componenti antigenici che per i loro componenti tossicologici, perché possono contenere: virus vivi o morti, batteri, parti di DNA, frazioni antigeniche, tossine, proteine eterologhe, prioni, antibiotici, mercurio, fenolo, alluminio, formaldeide, fenossietanolo, oli e innumerevoli nuovi composti ad azione conservante o adiuvante, nanoparticelle e chissà cos’altro, … perché ogni tanto si scopre qualcosa di nuovo. Con le conoscenze di immunologia di cui disponiamo oggi, pensare che la somministrazione di queste sostanze a neonati di 2-3 mesi di vita sia totalmente innocua è veramente da “sciocchi”!
11) A quanto pare, se la notizia di questi giorni è veritiera (alcuni sono molto dubbiosi in merito, perché temono che la verità sia molto più grave altrimenti non si spiegherebbero i costosi e gravosi ritiri immediati per i banali motivi riportati), pare che i vaccini possano rischiare di contenere anche germi contaminanti nonostante le sempre super-garanzie che ci danno quando ci assicurano che la produzione dei vaccini è sicura al 100%.
12) I vaccini possono causare qualsiasi patologia nel bambino che li riceve, perché squilibrano il suo sistema immunitario. Infatti, se il bambino ha un sistema immunitario robusto, tollera probabilmente abbastanza bene la vaccinazione, ma se ha un sistema immunitario debole, in un tempo variabile di giorni o mesi svilupperà una delle patologie a cui è predisposto, e chi di noi è senza predisposizioni patologiche congenite o acquisite? E come facciamo a sapere quanto un bambino è forte o debole dal punto di vista immunitario? Oggi potremmo avere molte informazioni di questo tipo con un semplice esame del sangue, ma questo esame non viene fatto. Perché?
È forse razionale vaccinare a tappeto 560.000 bambini all’anno senza sapere nulla di loro?
È lecito eseguire un trattamento farmacologico (i vaccini sono farmaci) senza personalizzarlo? E senza sapere prevedere se l’individuo che lo riceve ne trarrà un beneficio o un danno?
È lecito attuare dei trattamenti preventivi che mettono a rischio la salute e addirittura in alcuni casi la vita del bambino? È lecito che un trattamento preventivo in un soggetto sano, specie se è un bambino, possa presentare un minimo di pericolo?
Oggi sappiamo che i vaccini potrebbero far correre ai nostri figli pericoli non piccoli, ma preferisco lasciare al Lettore il compito di rispondere a queste domande ricordandogli solo che la letteratura medica contiene migliaia di articoli che documentano i danni da vaccini.
I medici vaccinatori ci garantiscono che tutti i vaccini sono innocui, ma quando i genitori che hanno più paura di danneggiare loro figlio che di fare “brutta figura” davanti i medici vaccinatori chiedono loro di mettere per iscritto che la vaccinazione non causerà alcun danno al bambino … nessuno di questi medici osa mettere la sua firma su un tale documento. Perché? (…) noi tutti siamo stanchi di questa continue notizie allarmanti sugli effetti dei vaccini pediatrici. Pertanto, pretendiamo che il nostro Ministero della Salute, da una parte ci fornisca informazioni precise, esaurienti e scientificamente corrette e inoppugnabili sull’efficacia e sulla sicurezza di tutti i vaccini e dall’altra, dato che solo noi genitori siamo i veri responsabili della salute dei nostri figli, vorremmo essere liberi, come accade in tutti i Paesi civili, di poter esprimere il nostro consenso o meno ad ogni atto medico, comprese le vaccinazioni pediatriche.”
Questo è ciò che avrebbe dovuto e dovrebbe dirvi il pediatra, il medico di fiducia, il centro vaccinale, prima di far pungere con un ago, potenzialmente dannoso, vostro figlio.
Queste sono invece le 10 domande di NapoliTime rivolte al Ministero della Sanità. Attendiamo risposte. Nel frattempo la nostra inchiesta continuerà. Finché non otterremo risposte chiare.
1) Perchè il vaccino esavalente contiene 4 vaccini obbligatori e 2 non
obbligatori, e non sono disponibili nei centri vaccinali i dosaggi singoli?
2) Perchè la scoperta di particelle non biodegradabili e non biocompatibili, in alcuni casi anche metalli pesanti, nei vaccini (vedi ricerca Montanari/Gatti), riconosciute dall’intero mondo scientifico come dannose, non ha
portato all’immediata sospensione precauzionale dell’attività vaccinale pediatrica e non?
3) Perché quelle particelle sfuggono ai controlli che, secondo la dottoressa Stefania Salmaso, direttrice del Centro Nazionale di Epidemiologia, vengono eseguiti su tutti i lotti (Il Salvagente n. 38, pag. 41).
4) Perchè, visto che un bambino in vita sua non si ammalerà mai di 6 virus
contemporaneamente, gli viene inoculato l’esavalente in un’unica seduta e in
un momento in cui il suo sistema immunitario è immaturo?
5) E’ vero che in determinate regioni il pediatra guadagna soldi per ogni bambino vaccinato?
6) Perchè indicare un limite di prescrizione alla richiesta di danno da vaccino ed emotrasfusione, quando invece i danni sono permanenti e in molti casi mortali?
7) Quale sarà la reazione del Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità all’ondata di ritiri di vaccini in vari paesi del mondo?
8) L’art. 32 della Costituzione recita che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. L’art. 3 stabilisce che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge. Eppure le vaccinazioni sono obbligatorie in certe regioni e non in altre. Perché i cittadini della Repubblica italiana sono trattati in maniera disuguale e, dunque, anticostituzionale?
9) Perché i genitori non vengono messi in condizione di scegliere davvero, informandoli in sede di vaccinazione, per iscritto, con dati e statistiche, circa i rischi di danni neurologici e altro in seguito a reazione da vaccino?
10) E’ vero che i dipendenti della Sanità non possono rilasciare dichiarazioni circa i vaccini, pena il licenziamento?
 

Diffondete e informate. Facciamolo noi, per i nostri figli.
Le Vaccinazioni Pediatriche
Revisione delle conoscenze scientifiche - Seconda edizione

Roberto Gava

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VACCINI: DITTATURA VACCINI!


DITTATURA VACCINI!!!













di Marcello Pamio


Fonte:

http://www.disinformazione.it/isis_pertosse_vaccini.htm

I servi o “camerieri dei banchieri”[1] hanno deciso. La manovalanza delle lobbies farmaceutiche hanno preso la decisione per tutti noi. A Roma gli assessori alla Sanità delle Regioni italiane hanno deciso all'unanimità di inserire nel nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto delle vaccinazioni. Della serie: “Per andare a scuola bisogna essere vaccinati”.

Gongolano le case farmaceutiche perché il piano vaccinale costerà a noi contribuenti la bellezza di 200 milioni di euro, senza parlare del costo incalcolabile che pagheremo in termini di salute…

Tale misura da Stato totalitario è sollecitata, tra l'altro, da una “firmatissima” petizione lanciata sul sito change.org dalla madre di una bimba di Cesena che ha contratto la pertosse.

Tale “firmatissima” petizione - come l’ha etichettata La Repubblica - riguarda circa 20 mila persone, quindi non proprio una petizione a furor di popolo, anche se grazie al terrorismo di Stato e alla vergognosa campagna mediatica di giornali e televisione, molte persone impaurite finiranno per cedere alle pressioni…

Ovviamente non poteva esimersi la neomamma nonché ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, dal concordare in pieno con l’iniziativa. Un ministro della salute che non è stato eletto da nessuno, che non ha una laurea ma solo la maturità classica, che si fa immortalare mentre va a vaccinare le sue due povere gemelle. Per chi lavora, per il popolo o per le case farmaceutiche? Da chi prende realmente gli ordini?

Quindi oggi, dopo i terroristi dello Stato Islamico, sembra che la pertosse e le vaccinazioni pediatriche siano diventate una priorità nazionale. Un problema sanitario così grave da far impallidire il virus dell’Ebola.

Questo non è dovuto alla ridicola petizione in atto, ma alla morte di un neonato. Quando muore un neonato, a prescindere dalla causa, è sempre una tragedia per tutta la collettività!

Al Sant’Orsola di Bologna una bimba di 28 giorni purtroppo non ce l’ha fatta. “Era troppo piccola per essere vaccinata” ha subito spiegato il primario di neonatologia “ma se cresce la quota di persone non vaccinate cala l’immunità di gregge”.

L'immunità di branco è soltanto un’idea e non un fatto scientifico. Se è vero come dicono che il vaccino funziona, verrebbero protetti coloro che sono stati vaccinati anche se dovessero trovarsi in mezzo ad ammalati. Se così non fosse, a cosa serve il vaccino?

L'immunità di gregge è una fantasia mirata a convincere i medici per poi convincere le persone.

Se di gregge dobbiamo parlare allora intendiamo coloro che pendono dalle labbra degli esperti, che prendono per oro colato, per Verità assolute quello che viene detto a livello ufficiale.

Se i bimbi vaccinati sono coperti dalle malattie infettive grazie ai vaccini, perché dovrebbero preoccuparsi di quelli non vaccinati? Cosa c’entra l’immunità di gregge? Forse i vaccini NON coprono effettivamente dalle malattie? E allora basta dirlo.

Al Sant’Orsola e come in tutti gli altri casi similari, nessuno spiega nel dettaglio quali erano le reali condizioni pregresse della povera bimba. Se aveva complicanze cardiache e/o respiratorie o altre patologie ereditate dai genitori. Non dicono qual era per esempio la condizione psicofisica della mamma; se la bimba era allattata al seno o nutrita con latti chimici e artificiali che intasano di muco i bronchi e gli alveoli polmonari…

Niente di niente. “La bambina è morta di pertosse e la colpa è dei non vaccinati!”

I delinquenti sono quei genitori che decidono in scienza e coscienza di non vaccinare i propri figli, mettendo così a repentaglio la salute di tutti, vaccinati e non.


La logica conseguenza è arrestarli tutti, sospendere loro la patria potestà e inoculare - con tanto di arma dei carabinieri - dei veleni nel corpo dei figli. Semplice, vero?

Questo risolverà tutto. Saranno così debellati tutti i problemi della società: la pertosse, il morbillo, la difterite, la poliomielite, il vaiolo, il tetano, la meningite, l’epatite A e B, l’influenza e per finire anche la libertà individuale di scelta.


E’ questa la cosa più pericolosa per il Sistema e non un batterio o un virus: è la libertà individuale di poter scegliere con la propria coscienza quello che va bene o meno per se stessi e per la propria famiglia.


L’Articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana sancisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”


Ma sappiamo che la società odierna non rispetta gli esseri umani perché li vuole utenti-consumatori-non-pensanti, possibilmente non sanissimi ma con qualche magagna e acciacco.


Noi da bravi automi privi di cervello, sudditi doc dell’Impero, senza porci domande, senza pensare fino in fondo, senza chiederci se va bene oppure no, se ci sono effetti collaterali, ci mettiamo in fila alle ASL con in braccio il bimbo. Tutti felici e soddisfatti di essere accettati dal Sistema e di non andare contro di esso.


Poco importa se poi il bimbo non sarà realmente immunizzato dalle malattie o peggio ancora, potrà subire un danno. Non è mica colpa nostra! Noi siamo onesti cittadini e bravi genitori e ascoltiamo quello che ci dice e ordina il papà (la legge).


Evviva la coerenza e soprattutto evviva la libertà!


Tornando alla pertosse, i grandi esperti in camice bianco ci stanno dicendo che se cala l’immunità generale per colpa dei genitori obiettori, aumenteranno i contagi.



Un recente studio pubblicato sulla rivista ufficiale Pediatrics conclude dicendo che “la protezione data dal vaccino DTP diminuisce nel giro di 2-4 anni. E’ possibile che la mancanza di una protezione a lungo termine dopo la vaccinazione contribuisca ad aumentare i casi di pertosse tra gli adolescenti.”[2]


Il giornale Clinical Infectious Disease riporta che “la pertosse è attualmente la malattia prevenibile da vaccino meno sotto controllo nonostante una eccellente copertura vaccinale e nonostante le 6 dosi di vaccino raccomandate tra i 2 mesi di età e l’adolescenza”.


La bassa copertura vaccinale quindi NON è il problema. Ma allora qual è il problema?


Il problema è che il vaccino NON previene la trasmissione della malattia!L’ente governativo FDA in un comunicato stampa ha dichiarato che “sebbene gli individui immunizzati con un vaccino antipertossico acellulare possano essere protetti dalla malattia, essi possono comunque infettarsi con il batterio senza necessariamente ammalarsi e sono in grado di diffondere l’infezione ad altri individui, inclusi i neonati” [3]


Avete capito? Gli individui vaccinati possono continuare ad infettare e diffondere l’infezione senza magari ammalarsi.


Lo studio conclude che “quando sei stato da poco vaccinato, sei un portatore asintomatico, cosa che va bene per te ma non per il resto della popolazione.” [4]


Ecco la triste realtà: i veri untori nella nostra società, cioè coloro che stanno trasmettendo l’infezione della pertosse sono proprio i bambini vaccinati contro la pertosse!


Esattamente l’opposto di quello che stanno dicendo i falsi profeti in camice bianco, vuoi per ignoranza, vuoi per malafede, vuoi per interessi economici e/o cattedratici, ecc.


Quindi la logica conclusione dello studio sopra citato è che i genitori che vaccinano un bambino che ha un fratellino magari neonato stanno mettendo a serio rischio proprio il neonato.


Effetti collaterali del vaccinoLa vaccinazione antipertosse viene somministrata insieme a quella antidifterica e antitetanica nel tristemente noto vaccino trivalente DTP (Difterite, Tetano, Pertosse).

Attualmente il DTP è uno dei vaccini più discussi.


Gli effetti collaterali più comuni del vaccino contro la pertosse riconosciuti dall’Associazione Medicina Americana (AMA) sono: febbre, scoppi di pianto, stato di shock e reazioni cutanee locali come gonfiori, arrossamento e dolore. Gli effetti collaterali meno frequenti, ma assai più gravi, comprendono convulsioni e danni cerebrali permanenti che si traducono in ritardi mentali.


Meno frequenti, ma venendo iniettato a milioni di bambini il numero dei danneggiati sale vertiginosamente. E quando colpisce TUO figlio poco importa se è un effetto raro o rarissimo: la tua vita cambia terribilmente.


Il vaccino è stato anche messo in relazione con la SIDS, la Sindrome da morte improvvisa nel’infanzia.[5]


Il grafico rappresenta la mortalità della pertosse e del morbillo dal 1850 al 1970. Non serve una laurea in medicina o in statistica per evincere dalle linee che il tasso di mortalità della pertosse ha iniziato a decrescere spontaneamente dal 1870 circa andando quasi a zero SENZA l’intervento di nessun farmaco o vaccino, ma solo con le migliorate norme igienico-sanitarie.


Un ultimo picco di mortalità si è avuta in concomitanza della Seconda Guerra mondiale, per poi tendere di nuovo a zero. Il vaccino, anche se era disponibile dagli anni ’40, è stato introdotto molto tempo dopo e quando la mortalità era quasi azzerata dal miglioramento generale dello stile di vita: alimentazione, pulizia e igiene.


Quindi NON E' STATO IL VACCINO A RIDURRE LA MORTALITA' DELLA PERTOSSE, come i grandi esperti ci vogliono far credere, ma il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie della popolazione.


Cure naturali per la pertosseSecondo il più grande pediatra della storia americana Robert S. Mendelsohn per la pertosse non esiste alcun trattamento specifico medico o casalingo, non esiste una cura riconosciuta. La medicina, come in tantissimi altri ambiti ad essa sconosciuti, prescrive il sempreverde antibiotico, il quale ovviamente non servirà a nulla perché il bambino si farà lo stesso tutto il decorso della malattia esattamente come un bambino a cui non viene dato nulla.


Non a caso vi sono moltissime testimonianze di genitori di neonati NON vaccinati che hanno superato indenni la pertosse senza nessun farmaco.

Normalmente il picco massimo della pertosse ha un durata di circa 30/40 giorni e poi va scemando da sola come tutte le malattie infettive.

Secondo il dottor Mendelsohn l’unica cosa è aiutare il bambino a riposare, consolarlo e dargli tutto l’appoggio amorevole possibile.[6] Il bambino deve sentirsi amato e soprattutto protetto.

Un consiglio per la pertosse secondo la medicina tradizionale è salire in quota almeno fino a 1400 metri di altezza per scendere molto rapidamente senza quasi fermarsi (ovviamente dipende dall’età del piccolo). I piloti militari di Treviso per esempio portavano in quota rapidamente i bimbi per poi andare giù in picchiata e la pertosse passava.


Non si sta dicendo che un genitore deve farsi il brevetto da pilota per poi affittare un piper privato nella speranza di guarire il figlio, quello che conta è il messaggio che sta a monte. La montagna sembra aiutare.


Per qualche mente limitata o prevenuta (e in questo ambito sono assai numerose) potrà sembrare fantascienza, ma non lo è: sono conoscenze tradizionali che avevano i nostri vecchi e che oggi invece stiamo perdendo a causa di una scienza meccanicista e riduzionista.


Oggi infatti la medicina è così freddamente ottusa che non va oltre i libri e i protocolli redatti dalle case farmaceutiche. Il protocollo è santificato e non si mette in discussione, poco importa se è stato codificato da qualche luminare nella busta paga delle lobbies… Questo è un altro problema.

Antonella N. è un’erborista e ha vissuto sulla propria pelle la pertosse.

“Ho avuto la pertosse a 4 anni e mia mamma era anche incinta. Mi hanno fatta salire in funivia con il mio babbo e miracolosamente una volta scesa la pertosse mi era passata. Già allora qualche vecchietta aveva suggerito questo ai miei genitori”.

Il virus della PauraIl bravo suddito non deve farsi e non deve fare domande,ma solo eseguire gli ordini e i dettami che arrivano dall’alto. Il bravo suddito non deve essere libero di scegliere e decidere perché la sua funzione è quella dello schiavo che consuma e vota a comando.

Oggi il controllo mentale avviene attraverso il virus della PAURA.

Un virus che ci iniettano quotidianamente - come una specie di richiamo omeopatizzato - tramite i mezzi di comunicazione di massa: giornali, radio e tv.

Paura dei batteri, paura dei virus, paura che nostro figlio venga contagiato, paura dell’invasione di barbari, paura delle malattie, paura dell’ISIS, paura….paura…. e ancora paura.


La paura blocca e paralizza le coscienze. Non a caso.


Esiste solo un unico e sano rimedio al virus della paura: si chiama conoscenza.


La paura dal punto di vista esoterico è mancanza di conoscenza. L’uomo ha paura e teme quello che non conosce.


Partendo da questo presupposto se iniziamo a conoscere meglio, se riprendiamo possesso del nostro cervello iniziando a pensare di più e fino in fondo, se ci poniamo delle domande cercando poi le risposte, allora la paura svanirà come la nebbia sotto il sole!


Infine per meglio immunizzarsi dal terrorismo e dall’ignoranza galoppanti è obbligatorio stare lontani dal gregge dagli untori legalizzati, cioè dai veri infettanti pubblici: televisione e giornali!


[1] Citazione del poeta Ezra Pound

[2] http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2015/04/28/peds.2014-3358.abstract

[3] http://www.fda.gov/NewsEvents/Newsroom/PressAnnouncements/ucm376937.htm

[4] http://www.nytimes.com/2013/11/26/health/study-finds-vaccinated-baboons-can-still-carry-whooping-cough.html

[5] “Bambini sani senza medicinali”, Robert S. Mendelsohn, ed. Red

[6] Idem
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