macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti

Enrico Mentana oltre che a non vedere le scie chimiche adesso sponsorizza i vaccini capovolgendo tutto. (RICARICATO)

Nella foto il pennivendolo Enrico Menta-na


Il giornalista (per modo di dire,visto che i veri giornalisti dovrebbero essere neutrali alle notizie) Enrico Mentana dopo aver scritto nella sua paginetta di sistema nel social Facebook, un attacco a Carlo Sibilia con l'intendo di alleggerire e normalizzare la problematica del business di Stato delle scie chimiche in Italia, adesso come da piano riparte senza vergogna con il business dei vaccini! (a gioia di quella che paga i troll,la Boldrina) Anche lui espone dati privi di fondamento, e deride anche i malati di autismo,visto che scrive che al massimo il vaccinato potrebbe rischiare il malocchio. 

A incoraggiare e proteggere questi atteggiamenti di parte verso i vaccini ovviamente c'è la mafia medica, che foraggiata dallo Stato illegittimo interviene nei commenti e nelle condivisioni vergognose che non farebbe nessuno mai, viste queste affermazioni che mancano di rispetto a tutti i danneggiati da vaccino, che ricordo in questo breve articolo,come non siano stati neanche pagati, e come i dati dei danneggiati siano superiori ai dati resi pubblici, infatti si parlava di 631 casi,quando in realtà sono 8.000 pratiche riconosciute e non pagate

Mentana sta facendo un gioco molto sporco e vergognoso sul dolore delle vittime del vaccino, e con il solo intento di sponsorizzare ancora di più i criminosi e pericolosi vaccini per ovvi interessi personali, o chi si azzarderebbe a rischiare schiaffoni da parte dei genitori delle vittime dei vaccini?(come vorrei schiaffeggiarlo io, visto che ho un diversamente abile in casa vittima del vaccino)

 La mafia medica è peggio di una piovra, perché è affiliata a organi dello Stato attuale criminale in cui purtroppo viviamo, ed è confermata da tutti quei medici che fanno il loro gioco, vedo in questi ultimi giorni una decadenza di coscienza vergognosamente incredibile, giornalisti che dicono notizie lampo confermando dati completamente falsati e inesistenti. Il senatore 

Pepe dice che i dati attuali riconosciuti per il Morbillo sono 238,casi dichiarati dall'Istituto Superiore della Sanità, di cui il 30% ancora non riconosciuti, come questi dati non sono stati aggiornati, e si aggiornano solo adesso tutto d'un botto,e a livello mediatico, senza nessuna vera e propria verifica di tutti questi casi che sono come usciti dal nulla,visto che non si trovano!.. forse perché erano troppo impegnati a creare a livello mediatico l'epidemia della meningite? (adesso stranamente sparita) Fatto sta che i leccaculo di certi pennivendoli e giornavendoli e mi scuserete per il francese, come nel caso del Menta-na, sono a favore di questa sporca,illegale,criminosa e mafiosa sponsorizzazione mediatica di paura. Come detto in un mio post su Facebook; Le persone che hanno paura sono più facili da gestire, gli puoi fare quello che vuoi.   Mentana, VAFFANCULO!!!
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

Enrico Mentana oltre che a non vedere le scie chimiche adesso sponsorizza i vaccini capovolgendo tutto.

Nella foto il pennivendolo Enrico Menta-na


Il giornalista (per modo di dire,visto che i veri giornalisti dovrebbero essere neutrali alle notizie) Enrico Mentana dopo aver scritto nella sua paginetta di sistema nel social Facebook, un attacco a Carlo Sibilia con l'intendo di alleggerire e normalizzare la problematica del business di Stato delle scie chimiche in Italia, adesso come da piano riparte senza vergogna con il business dei vaccini! (a gioia di quella che paga i troll,la Boldrina) Anche lui espone dati privi di fondamento, e deride anche i malati di autismo,visto che scrive che al massimo il vaccinato potrebbe rischiare il malocchio. 

A incoraggiare e proteggere questi atteggiamenti di parte verso i vaccini ovviamente c'è la mafia medica, che foraggiata dallo Stato illegittimo interviene nei commenti e nelle condivisioni vergognose che non farebbe nessuno mai, viste queste affermazioni che mancano di rispetto a tutti i danneggiati da vaccino, che ricordo in questo breve articolo,come non siano stati neanche pagati, e come i dati dei danneggiati siano superiori ai dati resi pubblici, infatti si parlava di 631 casi,quando in realtà sono 8.000 pratiche riconosciute e non pagate

Mentana sta facendo un gioco molto sporco e vergognoso sul dolore delle vittime del vaccino, e con il solo intento di sponsorizzare ancora di più i criminosi e pericolosi vaccini per ovvi interessi personali, o chi si azzarderebbe a rischiare schiaffoni da parte dei genitori delle vittime dei vaccini?(come vorrei schiaffeggiarlo io, visto che ho un diversamente abile in casa vittima del vaccino)

 La mafia medica è peggio di una piovra, perché è affiliata a organi dello Stato attuale criminale in cui purtroppo viviamo, ed è confermata da tutti quei medici che fanno il loro gioco, vedo in questi ultimi giorni una decadenza di coscienza vergognosamente incredibile, giornalisti che dicono notizie lampo confermando dati completamente falsati e inesistenti. Il senatore 

Pepe dice che i dati attuali riconosciuti per il Morbillo sono 238,casi dichiarati dall'Istituto Superiore della Sanità, di cui il 30% ancora non riconosciuti, come questi dati non sono stati aggiornati, e si aggiornano solo adesso tutto d'un botto,e a livello mediatico, senza nessuna vera e propria verifica di tutti questi casi che sono come usciti dal nulla,visto che non si trovano!.. forse perché erano troppo impegnati a creare a livello mediatico l'epidemia della meningite? (adesso stranamente sparita) Fatto sta che i leccaculo di certi pennivendoli e giornavendoli e mi scuserete per il francese, come nel caso del Menta-na, sono a favore di questa sporca,illegale,criminosa e mafiosa sponsorizzazione mediatica di paura. Come detto in un mio post su Facebook; Le persone che hanno paura sono più facili da gestire, gli puoi fare quello che vuoi.   Mentana, VAFFANCULO!!!
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

Italia e Slovenia, cambiano i confini: la nuova cartina geografica

Italia e Slovenia, cambiano i confini: la nuova cartina geografica

Approvato alla Camera l'accordo con la Slovenia per la modifica dei confini. Cambiati 1746 metri quadrati
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

Vaccini, quando l’allarme sanitario è deciso dai politici


CATEGORIE: Vaccinazioni

Vaccinazioni
'Non vi sono emergenze sanitarie in Italia. Non vi sono pericolose epidemie (...). L’obbligo vaccinale per ammettere i bambini all’asilo è una scelta politica'
Non vi sono emergenze sanitarie in Italia. Non vi sono pericolose epidemie: né ora, né se ne intravedono all’orizzonte. I provvedimenti che i Comuni o le Regioni di mezza Italia stanno votando per rendere obbligatorie alcune vaccinazioni pediatriche non sono giustificate dalle Asl.

L’obbligo vaccinale per ammettere i bambini all’asilo è una scelta politica.
Anche la quantità di vaccini raccomandati e inseriti nel nuovo piano vaccinale (contando i richiami, 27 nel primo anno di vita, 13 il secondo, 9 a cinque anni e 10 durante l’adolescenza, in tutto 59) non risponde ad alcun progetto sanitario condiviso dagli organismi competenti, i dipartimenti di Epidemiologia e di Prevenzione, le Asl regionali o l’ Istituto Superiore di Sanità.

Ecco perchè le amministrazioni non potranno imporre 4 vaccinazioni + 2 (o addirittura 13 com’è nei progetti toscani) per ammettere i bambini all’asilo senza giustificare l’emergenza sanitaria. Ed ecco perché qualsiasi ordinanza di questo tipo verrebbe – o verrà – facilmente impugnata.

Ne abbiamo parlato con Maurizio Bonati, ricercatore del Mario Negri, responsabile dei dipartimenti di Salute pubblica e Salute materno infantile.

“Partiamo da un principio condiviso: i bambini che accedono ai nidi e alle materne devono essere vaccinati – afferma Bonati – Perché imporre l’obbligo delle vaccinazioni oggi? Forse i bambini non sono vaccinati e – se non lo sono – quanto non lo sono? C’è un’emergenza o più emergenze? O si sta individuando un bisogno in prospettiva? Se non siamo in emergenza, abbiamo più tempo per decidere il da farsi”.

Chi decide un’emergenza sanitaria?
“Gli organi sanitari preposti sulla base dei dati di monitoraggio”.

Ma oggi stanno decidendo Comuni e Regioni: si introduce l’obbligo di sei o 13 vaccinazioni per essere ammessi all’asilo. Si motivano i provvedimenti dicendo che il 93 per cento di vaccinati (media italiana di copertura delle vaccinazioni pediatriche considerate obbligatorie) non basta a contenere una probabile epidemia”.
“Ripeto, questa scelta va giustificata. Se un sindaco blocca il traffico a causa dell’inquinamento, lo fa in base ai dati Arpa che attestano la pericolosità della concentrazione di inquinanti raggiunta. La percentuale del 95% di copertura, considerata sicura per evitare la trasmissione delle malattie, è una convenzione basata su alcune stime”.

Ma nessun sanitario è stato interpellato sulla proposta dell’obbligo?
“Sì e alcuni dei proponenti sono anche medici”.

Uno Stato è libero di decidere quali vaccinazioni suggerire alla popolazione o deve seguire le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità?
“L’Oms emana indicazioni a cui ciascuno Stato membro dovrebbe attenersi in considerazione delle condizioni sanitarie del Paese. L’Italia è sempre stata sensibile alle vaccinazioni da proporre e nell’aderire alle campagne dell’ Oms. Oggi però la proposta vaccinale italiana è “totale”.

In che senso?
“Fino a quando funzionava la Commissione nazionale vaccini (ne facevo parte), circa quattro anni fa, in quella sede, venivano decise le priorità (le malattie più preoccupanti da combattere con il vaccino) e le strategie. Si stabiliva quali fossero le categorie a rischio, quali le classi di età e, sulla base dei picchi epidemici, del numero dei caso gravi e delle segnalazioni si concordava quali fossero le malattie da debellare e quali da tenere sotto controllo. Si ragionava sull’essenzialità dei nuovi vaccini per la realtà italiana e su come proporli alle famiglie“.

Ma oggi con che criterio sono scelte le vaccinazioni?
“Oggi i criteri e i giudizi di priorità sembrano assenti. Per il fatto che i vaccini moderni sono efficaci ( in particolare nel breve e medio periodo ) e sicuri, il nuovo piano vaccinale è stato meno critico (restrittivo) con un conseguente aumento di costi per l’acquisto dei vaccini e organizzativi per somministrarli. Ma vaccinare di più non necessariamente vuol dire vaccinare meglio”.

Allude ai richiami che nessuno fa più…?
“Anche, ma non solo. Partiamo da un presupposto. Non si può avere il 100% di vaccinati per tre motivi. Vi è una quota di persone che non può fare i vaccini (chi è immunodepresso o ha malattie importanti); un’altra quota che sfugge, non è monitorata (chi non manda i bambini al nido o alla materna, ad esempio), infine chi è contrario a qualsiasi tipo di vaccinazione. Dunque, non si può ottenere il 100 per cento di copertura. Cosa vogliamo fare? Quali malattie contenere? Ora abbiamo a disposizione 15 vaccini per altrettante malattie, hanno tutte la stessa priorità? E perché preoccuparsi degli asili e non degli stadi o dei mezzi pubblici, perchè vietare l’asilo ai bambini e non il tram agli anziani non vaccinati contro influenza o pneumococco, come previsto dal piano nazionale? Le scuole sono soltanto una piccola parte della comunità: ci sono gli ambulatori medici, gli uffici, gli ospedali, le università, i luoghi sportivi…
La domanda è: a Milano o in altre città quali sono le malattie da cui ci dobbiamo guardare e quali le persone che vanno protette?”.

Già, quali malattie… Siamo un Paese considerato libero da poliomielite dal 2002 e l’ultimo caso di difterite in Italia risale al 1991.
“Andrebbero riviste le priorità. Il tetano era considerato un’emergenza nella società contadina, quando i bambini di pochi mesi si rotolavano nella terra assieme agli animali. L’obbligatorietà dell’antiepatite B è stata introdotta anche per ragioni non di emergenza sanitaria. È una malattia che si trasmette con trasfusioni di sangue infetto o attraverso aghi e siringhe infetti. Un esempio di priorità è stata la vaccinazione contro il morbillo, da mantenere e incentivare: quando questa non c’era, registravamo fino a 400 casi di complicanze gravi all’anno”.

Cosa direbbe ai Comuni che stanno votando l’obbligo?
“Che ogni decisione deve essere giustificata dal punto di vista sanitario e deve essere praticabile. Non c’è, al momento, la possibilità di eseguire i soli 4 vaccini obbligatori per l’impossibilità di disporre di confezioni singole. Obbligare alla somministrazione dell’esavalente potrebbe risultare una coercizione e porterà a inasprire gli animi.
Le poche famiglie decise per il no potrebbero organizzarsi con asili privati e potrebbe succedere che si formino piccole comunità di non vaccinati con il rischio che dilaghi il morbillo come accaduto nelle comunità Amish. Bisogna quindi ponderare attentamente le decisioni anche in base alle potenziali conseguenze negative“.

Un’ultima domanda. Lei dice che oggi i vaccini sono efficaci e sicuri. E questo vale per i vaccini considerati singolarmente. Se è provato che un vaccino inoculato a tre mesi non è nocivo come faccio a stabilire che anche più vaccini in una volta, fino ad arrivare a 27 vaccini in 12 mesi non fanno male? E come mai, a proposito del recente antimeningocco B, l’ISS ha messo per iscritto che “è sottoposto a monitoraggio addizionale”?
“Il richiamo al controllo nel tempo (monitoraggio), la farmacovigilanza attiva è lo strumento efficace per valutare la sicurezza e intervenire tempestivamente. È quello che succede per i farmaci e per i vaccini. I controlli devono essere indipendenti e questo è ciò che la comunità scientifica e regolatoria pubblica devono garantire. È su queste evidenze che si devono basare le decisioni.
Meningo B. I dati sono pubblicati e devono continuare ad esserlo. Lo sono per i farmaci e lo sono per i vaccini. Bisogna essere vigili e controllare. L’efficacia a distanza, la necessità di richiami e dei tempi è ancora da definire per meglio definire una strategia. Oggi è l’efficacia a breve e medio termine a guidare le scelte. Non è poco, ma bisogna continuare a studiare e capire”.

I paradossi.
Contro l’obbligo vaccinale dell’esavalente ha fatto ricorso il Codacons. L’associazione di Consumatori chiede la disponibilità dei 4 vaccini singoli (in confezioni singole ne esistono solo tre. Manca l’antidifterico) ricordando che ogni anno lo Stato spende 114 milioni di euro l’anno per le due vaccinazioni in più, “denaro che potrebbe essere destinato a migliorare la Sanità pubblica”.

Quando abbiamo chiesto ad Aifa come mai non esiste la confezione di antidifterico singola ci è stato risposto che “Aifa non ha basi legali per imporre a un’azienda la produzione di un vaccino monovalente antidifterico”. Ma Aifa non ha nemmeno mai domandato, a conferma che in Italia non si rischia alcune epidemia di difterite.

La regione Emilia Romagna ha votato l’obbligo vaccinale per ammettere i bambini all’asilo ma, mancando i 4 vaccini in confezioni singole, gli impiegati emiliani stanno firmando gli esoneri per l’anti difterite.

Cosa dice la legge.
Cosa rischia chi non rispetta l’obbligo deciso dalle amministrazioni?
Risponde il procuratore della Repubblica Beniamino Deidda, cliccando sul link sotto potete leggere per intero un suo intervento. In sintesi: un sindaco può intervenire nelle questioni sanitarie solo quando vi è un’epidemia. Può anche emettere un’ordinanza ripetititva dell’obbligo vaccinale stabilito dalla legge (in Italia per le 4 vaccinazioni che non si trovano singolarmente) ma l’eventuale violazione da parte delle famiglie non è sanzionabile. Vi è poi un decreto del 1999 che fa decadere l’esclusione scolastica per chi non ė vaccinato. Si parla anche della Convenzione di Oviedo recepita con una legge del 2001 che esclude dai trattamenti sanitari obbligatori le vaccinazioni preventive su persone sane. Vaccinazioni_Procuratore Rep. Deidda convegno Savona 18.06.16 qui.

La nuova proposta di legge
È stato depositato in Senato, il 2 febbraio, un disegno di legge, per introdurre le vaccinazioni obbligatorie in ogni scuola di ordine e grado. Firmato da un gruppo di deputati, il testo manca di informazioni fondamentali. Non sono precisate le vaccinazioni da rendere obbligatorie, non vi è traccia di una riflessione critica sulle priorità dell’anno 2017, zero ipotesi lungimiranti sugli anni prossimi venturi. Insomma, il testo di legge non entra nel merito e, quel che è grave, è stato redatto senza consulenze tecniche.
Disegno di legge Senato qui.

Leggiamo nel testo che “gran parte della popolazione ė diffidente verso le vaccinazioni raccomandate come se queste fossero meno importanti”. (Basterebbe contattare le poche famiglie perplesse per capire che la diffidenza è verso la quindicina di vaccini da fare in blocco visto che non sono mai stati fatti studi sul “pacchetto completo” da inoculare a pochi mesi. E visto che i dati di farmacovigilanza non sono aggiornati dal 2013).

I deputati ripresentano la storia del vaiolo in maniera lacunosa. Eppure sul sito ISS è descritto che in piena epidemia di vaiolo, in Africa, negli anni Sessanta, l’80% di vaccinati non fu risparmiato dal morbo. E che per contenere la malattia furono indispensabili isolamento e misure igieniche. Cliccate qui.

Morale: il disegno di legge in Senato – e tutte le ordinanze sull’obbligo proposte da Comuni e Regioni – hanno piedi d’argilla, non poggiano su dati certi, sono contraddittorie e impraticabili. Si reggono sul generico assunto che il 93% di copertura fra i bambini – perchè contando adulti e anziani la media si abbassa – non basta a contenere le malattie. Però, proprio guardando a tutta la popolazione e alla percentuale di copertura assai più bassa, si nota che non tornano le malattie. 

Guardando al vaccino antipolio, (fatto con virus uccisi o inattivati) si sa (basta chiedere al medico Asl) che questo offre una protezione individuale e, in caso di ritorno della polio, non basterebbe a contenerne la diffusione. Il virus della polio potrebbe svilupparsi nell’intestino dei vaccinati (protetti dalla malattia ma diffusori), verrebbe espulso con le feci e tornare in circolo contagiando anche chi non ė più immunizzato. La barriera più potente per la diffusione del virus polio è rappresentata dai servizi igienici, reti fognarie incluse. Chi si vaccina contro il morbillo, con vaccino a virus vivo, è invece contagioso per una decina di giorni (quindi se un bambino leucemico si ammala è più probabile che abbia contratto il morbillo da un bimbo che si è appena vaccinato). Tratto da: http://www.informasalus.it/it/articoli/vaccini-allarme-sanitario-politici.php
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

Il Ministero della Salute non paga i danni da vaccino : altro che 631 casi ci sono 8000 pratiche riconosciute non pagate!

Ministero-della-Salute-non-paga-i-danni-da-vaccino




Il senatore Centinaio della Lega Nord http://www.senato.it/leg/17/BGT/Sch...#
con l’Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03638
chiede al Ministro della Salute come mai 8000 casi di danneggiati da vaccino ed emotrasfusi non sono stati mai indennizzati. Vediamo la interrogazione e la risposta del ministro +++++++++++++++++++++++++++
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03638
Atto n. 4-03638 
Pubblicato il 17 marzo 2015, nella seduta n. 411 Risposta pubblicata 
Al Ministro della salute. -
Premesso che:
con ordinanza n. 11375/2012 non appellata e quindi definitiva, il tribunale ordinario di Milano X sezione civile ha condannato il Ministero della salute a corrispondere un risarcimento ai familiari di Lorenzo Di Pietro deceduto a seguito delle complicazioni derivate dall'aver contratto epatite C per un'emotrasfusione cui il medesimo era stato sottoposto in occasione di un ricovero presso il policlinico san Matteo di Pavia in conseguenza di un sinistro stradale;
la legge 25 febbraio 1992, n. 210, prevede un'indennità vitalizia, da corrispondere ogni bimestre, per coloro che, a seguito di trasfusioni, vaccinazioni obbligatorie o somministrazione di emoderivati, hanno contratto l'epatite HCV e quindi hanno subito un danno irreversibile;
la Corte di cassazione con la recente sentenza n. 17685 del 2011 ricostruisce con ampi riferimenti normativi e giurisprudenziali la responsabilità del Ministero in relazione ai casi di contagio di epatite C a seguito di trasfusione;
il ristoro economico ai cittadini che abbiano subito danni gravi o mortali a causa di trattamenti sanitari impropri, nocivi o lacunosi rientra negli obblighi di solidarietà propri di uno Stato civile, per di più se accertati con sentenze definitive;
i tagli indiscriminati alla spesa pubblica operati in fasi successive dai Governi che si sono succeduti hanno drasticamente diminuito la dotazione dei fondi destinati a tali risarcimenti;
considerato, ancora, che il Ministero della salute è stato condannato a più riprese al risarcimento del danno causato dal mancato controllo della qualità del sangue distribuito nelle strutture sanitarie pubbliche a fini terapeutici;
a tali condanne, tutte esecutive, alcune delle quali passate in giudicato, non è seguito l'adempimento da parte del Ministero stesso con aggravio a danno dell'erario in ragione della refusione degli interessi legali che via via stanno maturando,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga doveroso adoperarsi, nell'ambito di propria competenza, affinché venga dato immediato adempimento alle sentenze esecutive di condanna del Ministero stesso al risarcimento dei danni cagionati da trasfusioni di sangue infetto.


++++++++++++++++++++++++++++++


risposta del ministro 

Legislatura 17 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-03638
Risposta all'interrogazione n. 4-03638 Fascicolo n.94 
Risposta. - La legge 25 febbraio 1992, n. 210, recante “Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati”, riconosce ai soggetti che a seguito di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati hanno riportato danni irreversibili, il diritto a percepire un indennizzo, vitalizio, da parte dello Stato. Tale beneficio è riconosciuto a seguito dell’accertamento del nesso causale tra l’infermità e la trasfusione di sangue infetto, o la somministrazione di emoderivati infetti, o la vaccinazione obbligatoria da parte della commissione medica ospedaliera competente per territorio, e l’importo è parametrato alla gravità del danno.
A seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 maggio 2000, le funzioni e le risorse in materia di indennizzi sono state trasferite alle Regioni, ad eccezione degli indennizzi riguardanti la Regione Siciliana che rimangono, ad oggi, di competenza statale. Il Ministero della salute gestisce in via amministrativa circa 9.000 indennizzi, mentre le Regioni gestiscono complessivamente circa 16.000 indennizzi.
L’art. 1, comma 1, della legge 29 ottobre 2005, n. 229, ha previsto la corresponsione di un indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, che già beneficiano dell’indennizzo di cui alla legge 25 febbraio 1992, n. 210. L’indennizzo aggiuntivo consiste in un assegno mensile vitalizio, di importo pari a 6 volte la somma percepita dal danneggiato ai sensi dell'art. 2 della legge n. 210 per le categorie dalla prima alla quarta della tabella A annessa al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni, a 5 volte per le categorie quinta e sesta, e a 4 volte per le categorie settima e ottava. Il Ministero della salute è competente all'erogazione di tale beneficio per i soggetti residenti su tutto il territorio nazionale.
Alla data del 31 marzo 2015, i beneficiari dell’indennizzo aggiuntivo, in quanto riconosciuti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, sono 609, mentre vi sono 22 soggetti che ne hanno beneficiato, ma la cui posizione è stata chiusa a seguito di decesso.
Nel corso degli anni, si è determinato un notevole incremento del contenzioso, dovuto principalmente a 2 fattori che hanno inciso sull’attività diretta alla liquidazione dei titoli di condanna. L’indennizzo di cui all’art. 1 della legge n. 210 consta, infatti, di 2 componenti: un importo fisso ex lege e l’indennità integrativa speciale. Sul tema della rivalutabilità o meno della componente dell’indennizzo denominata indennità integrativa speciale si sono confrontati per anni, nella giurisprudenza della Corte di cassazione, orientamenti di segno opposto.
A seguito della sentenza n. 293/2011 della Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 11, commi 13 e 14, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, nella parte in cui prevedeva “il comma 2 dell’art. 2 della legge 25 febbraio 1992, n. 210, e successive modificazioni, si interpreta nel senso che la somma corrispondente all’importo dell’indennità integrativa speciale non è rivalutata secondo il tasso di inflazione”, si è determinato a partire dal dicembre 2011, e per tutto il 2012, 2013 e 2014, un considerevole incremento del contenzioso instaurato nei confronti del Ministero e avente ad oggetto proprio la rivalutazione dell'indennità integrativa speciale, ormai riconosciuta dalla Consulta e su cui anche l’Avvocatura dello Stato ha ritenuto non più opportuna alcuna difesa. Conseguenza di tale situazione è che tutti i giudizi instaurati o i decreti ingiuntivi proposti si sono tradotti in condanne per il Ministero.
Il trend di crescente contenzioso è stato determinato, sempre negli stessi anni, da un ulteriore fattore. Per giurisprudenza, avallata dalla suprema Corte di cassazione, il Ministero è sempre e comunque ritenuto legittimato passivo nei giudizi in materia di legge n. 210 del 1992, anche quando la competenza amministrativa delle pratiche è incardinata in capo alle Regioni, a cui il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 maggio 2000 ha trasferito le relative competenze e, sul punto, l’Avvocatura dello Stato ha ritenuto non più utile difendersi. Entrambi questi fattori hanno concorso alla formazione di un arretrato quantificabile in circa 8.000 titoli da eseguire.
Per far fronte a tale situazione, è stato definito un progetto, di durata biennale, al fine di provvedere all'esecuzione delle sentenze e dei decreti ingiuntivi di condanna notificati negli anni 2012-2014, che riguardano la corresponsione dell’indennizzo ex art. 1 della legge n. 210, la rivalutazione dell'indennità integrativa speciale e il risarcimento dei danni.
Il Ministro della salute LORENZIN
(21 luglio 2015) 

Riproduzione consentita purché l'articolo non sia modificato in nessuna parte, indicando Autore e link attivo al sito.
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

Il virus del morbillo sconfigge il cancro. Ma ci si ostina a sconfiggere il virus del morbillo!

Virus Morbillo. Fonte gruppoassis

Distruggere il tumore utilizzando una dose massiccia di virus del morbillo, che riesce a infettare e uccidere le cellule cancerose, risparmiando i tessuti sani. Sono riusciti a farlo i ricercatori statunitensi della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, in una prima prova effettuata su due pazienti malate di mieloma multiplo che non rispondevano alle altre terapie disponibili e avevano già avuto diverse ricadute. In particolare, una delle due donne, una 49enne che lottava con la malattia da nove anni, pare essere in remissione completa da sei mesi, per cui gli studiosi sperano possa essere sulla via della guarigione. Anche l’altra partecipante alla sperimentazione, una 65enne malata da sette anni già sottoposta a vari trattamenti senza successo, ha beneficiato della cura, con una riduzione sia del tumore a livello del midollo osseo che delle proteine di mieloma. L’articolo è per ora comparso sulla rivista edita dallo stesso ospedale in cui lavorano i ricercatori, Mayo Clinic Procedeenigs  ma la ricerca prosegue e gli studi sono promettenti. “Purtroppo” si tocca un tasto dolente e si porta alla luce una contraddizione, forse per questo le riviste mediche "di grido" e “sponsorizzate” nicchiano a pubblicare l’esito dello studio! La popolazione è oggetto di una campagna di promozione massiccia per intensificare ancora di più la diffusione del vaccino contro il morbillo, da anni si dice che il virus del morbillo va eradicato e che è da considerare peggio della peste bubbonica, poi…si scopre che sconfigge il cancro. Ma ormai i bambini non si ammalano nemmeno più di morbillo. Si ammalano però sempre più di cancro. Ci pare un ottimo spunto su cui riflettere.  Tratto da:  https://medicbunker-la-verita.blogspot.it/2017/03/il-virus-del-morbillo-sconfigge-il.html
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

Vitamine: la cura naturale delle malattie mentali autismo e schizofrenia

Una carenza di vitamina B12, la cobalamina, porta alla malattia mentale. L’uso della vitamina B3 guarì la supsicosi di migliaia di pazienti. la vitamina B6 sembra di essere un’agente sicuro, efficace per la cura la cura dei bambini autisticici.


IL CERVELLO
Di tutti gli organi del corpo umano, il cervello è il più sensibile alla propria composizione molecolare. Si sa che il buon funzionamento del cervello richiede le concentrazioni adeguate di molti tipi diversi di molecole. Si tratta dell’ ambiente fisico molecolare della mente. La fisiologia del cervello tende sempre a mantenere costante questo ambiente. Nel caso di persone che soffrono di scorbuto, la concentrazione di vitamina C nel cervello resta elevata, nonostante sia quasi completamente esaurita nel sangue ed in altri tessuti. Il cervello è talmente sensibile che muore se una persona è priva di ossigeno durante qualche minuto (come si vede in una curva elettroencefalica piatta), mentre gli altri organi sopravvivono.
Quando viene presa in considerazione la salute del resto del corpo abbiamo visto che l’individualità biochimica differenzia singolarmente tutte le persone tra di loro (capitolo 10). Si potrebbe forse argomentare che non valga lo stesso riguardo le quantità di sostanze essenziali somministrate al cervello? Dunque, dobbiamo chiederci quale ruolo gioca l’ambiente molecolare di ogni mente nello stabilire la singolarità della personalità di ogni individuo.
Questa semplice domanda ci porta a considerare la possibilità che il cervello possa subire un’avitaminosi cerebrale localizzata o un’altra malattia carenziale cerebrale localizzata. C’è la possibilità che alcuni esseri umani soffrano una specie di scorbuto cerebrale senza nessuna delle altre manifestazioni, un tipo di pellagra cerebrale o anemia perniciosa cerebrale. Zuckerkandl e Pauling (1962) segnalarono che la carenza di ogni vitamina, ogni aminoacido essenziale e tutti gli altri nutrienti essenziali rappresentano una malattia molecolare determinata che i nostri antenati impararono a controllare quando cominciarono a contrarla, selezionando una dieta terapeutica, e che ancora più essere controllata così. Le malattie carenziali localizzate sopramenzionate potrebbero essere malattie molecolari composte, coinvolgendo non solo la lesione originale, cioè la perdita della capacità per sintetizzare la sostanza vitale, ma anche un’altra lesione, che causa la diminuzione della velocità di trasporto attraverso una membrana, come la barriera emato-encefalica, all’organo interessato, o un’altra reazione perturbatrice. Queste deficienze nella somministrazione o nelle sintesi delle molecole cruciali potrebbero manifestarsi in sintomi diagnosticati come psicosi di un tipo o altro, che verrà trattata con intenti di modificare la condotta o la personalità del paziente.
Nella nona edizione della Encyclopaedia Britannica (1881) la demenza viene definita come una malattia cronica del cervello che produce sintomi cronici di disordine mentale. L’ autore dell’articolo, J. Batty Tuke, M.D., cattedratico di questa specialità nella Facoltà di Medicina di Edimburgo, segnalò che questa definizione “ha il vantaggio singolare di mettere davanti lo studente il fatto primordiale che la demenza è il risultato di una malattia del cervello, che non si tratta di un semplice disordine immateriale dell’intelletto. Nelle prime epoche della medicina, il carattere corporeo della demenza era generalmente riconosciuto, finchè l’ignoranza superstiziosa del medioevo cancellò le deduzioni scientifiche -anche se non sempre corrette- dei primi scrittori e vennero elaborate teorie sul suo carattere puramente psichico. Attualmente non è necessario combattere una tale teoria, visto che viene riconosciuto universalmente che il cervello è l’organo attraverso il quale si manifestano i fenomeni mentali e, di conseguenza, è impossibile concepire l’esistenza di una psiche demente in un cervello sano”.
Nel 1929, quando viene pubblicata la quattordicesima edizione della Encyclopaedia Britannica, la situazione era cambiata in grande parte dovuto allo sviluppo della psicoanalisi di Sigmund Freud. La definizione anteriore della demenza fu soppressa e la sostituirono due punti di vista: quello della scuola materialista, secondo la quale intervengono dei cambiamenti strutturali nel cervello, e quello della scuola psicogenica, secondo il quale la demenza è la conseguenza di anormalità dell’ego e che i cambiamenti strutturali osservati nel cervello, in certe forme di demenza, sono dovuti a una mentalità pervertita.
Ancora oggi, mezzo secolo più tardi, quando abbiamo ampie conoscenze sull’azione dei farmaci psicotropi sui tumori cerebrali, le lesioni cerebrali, i virus lenti, le carenze di proteine ed altri fattori che interessano la funzione del cervello, esiste chi pratica la psicoanalisi tralasciando il cervello e cercando di trattare solo l’ego.
Quando viene introdotto l’uso della vitamina B3 (bevendo il latte, a partire del 1920, o mangiando il pane fatto con farina arricchita con questa vitamina, a partire del 1940), guarì la supsicosi di migliaia di pazienti afflitti di pellagra e anche le manifestazioni fisiche della loro malattia. Per questo scopo bastano piccole dosi; la RDA del National Research Council (Consiglio Nazionale per la Ricerca) è di 17 mg al giorno (per un uomo che pesi 70 kg.). Nel 1939, Cleckley, Sydenstricker e Geeslin comunicarono i successi del trattamento di dicianove pazienti, e nel 1941, Sydenstricker e Cleckley segnalarono anche il successo del trattamento di ventinove pazienti che soffrivano di gravi sintomi psichiatrici, con l’uso di dosi relativamente forti di acido nicotinico (0,3 a 1,5 al giorno). Nessuno di questi pazienti presentava i sintomi fisici della pellagra né di nessun’altra avitaminosi. Più recentemente, molti altri ricercatori hanno informato sulla somministrazione di acido nicotinico o nicotinamide nella terapia delle malattie mentali. Spiccano tra loro i dottori Abram Hoffer e Humphry Osmond, i quali, dal 1952, hanno appoggiato l’impiego di forti dosi di acido nicotinico, oltre la terapia convenzionale, che loro stessi mettevano in pratica per la terapia della schizofrenia. I loro lavori provocarono il mio interesse per le vitamine. Più avanti, in questo capitolo, torneremo più estesamente su di loro.
Una carenza di vitamina B12, la cobalamina, qualunque sia la causa (anemia perniciosa, una carenza genetica, nei succhi gastrici, del fattore necessario per trasportare la vitamina al sangue; o l’infestazione dal Diphyllobothrium un verme cestodo del pesce, la cui necessità vitale della suddetta vitamina viene soddisfatta a spese dell’ospite; o un eccesso di flora batterica con un’elevata richiesta della suddetta vitamina) porta alla malattia mentale, spesso più pronunciata che le conseguenze fisiche. La malattia mentale associata all’anemia perniciosa appare spesso anni prima dello sviluppo dell’anemia. Tutte queste manifestazioni di una grave carenza di vitamina B12 vengono controllate, chiaramente, dalla somministrazione delle quantità adeguate della vitamina.
Esistono anche degli indizi epidemiologici che perfino una carenza moderata di vitamina B12 può portare a una malattia mentale. Edwin, Holten, Norum, Schrumpf e Skaug (1965) calcolarono la quantità di vitamina B12 nel siero di tutti i pazienti di più di trent’anni di età, ricoverati in un ospedale psichiatrico di Norvegia, durante un anno. Dei 396 pazienti, il 5,8% (23) presentava una concentrazione patologicamente bassa, cioè meno di 101 picogrammi per ml, e per il 9,6 % (38), la concentrazione era al disotto di quella normale (101 a 150 picogrammi per ml). La concentrazione normale è tra i 150 ed i 1300 picogrammi per ml. La frequenza di questi livelli patologicamente bassi e subnormali di vitamina B12 nel siero dei suddetti pazienti, cioè del 15,4%, è all’incirca trenta volte maggiore di quella che si presenta nella popolazione in genere, cioè circa il 0,5% (calcolo della frequenza di anemia perniciosa segnata nell’area, cioè il 9,3 per 100.000 persone all’anno). Altri ricercatori hanno anche informato di una maggiore frequenza di basse concentrazioni di vitamina B12 nel siero dei pazienti mentali che nella popolazione totale e hanno suggerito che la carenza di vitamina B12, comunque sia la causa, può portare alla malattia mentale.
Queste osservazioni indicano che un maggiore consumo di vitamina B12, così come di altre vitamine, dovrebbe far parte del trattamento di tutte le persone mentalmente malate. La vitamina può venir somministrata per via orale, eccetto nei casi di anemia perniciosa, per i quali sono necessarie le iniezioni.
Kubala e Katz (1960) hanno pubblicato il risultato di un’interessante ricerca sul
rapporto tra l’intelligenza, come viene indicato nei risultati delle prove standard sull’abilità mentale, e la concentrazione di acido ascorbico nel plasma sanguineo. I soggetti erano 351 alunni e studenti di quattro centri d’insegnamento (dal asilo nido all’università) di tre città. All’inizio sono stati divisi tra il gruppo di maggiore concentrazione di acido ascorbico (con più di 1,10 mg di acido ascorbico per 100 ml di plasma sanguineo) e quelli del gruppo di minore concentrazione (meno di 1,10 mg per ml), appoggiandosi nell’analisi di campioni di sangue. Equiparandoli per paia, su una base socioeconomica (entrate familiari, livello di educazione di padre e madre), sono stati selezionati settantadue soggetti in ogni gruppo. Nelle prove si osservò che il quoziente intellettivo (QI) medio del gruppo con maggiore concentrazione di acido ascorbico era più elevato di quello del gruppo con minore concentrazione in ogni uno dei quattro centri per le settantadue paia di soggetti, il QI medio è stato di 113,22 e 108,71 rispettivamente, con una differenza media di 4,51. La probabilità che una differenza di questa magnitudine potesse essere osservata in una prova simile, praticata su una popolazione uniforme, non arriva al 5%; di conseguenza, la differenza osservata nel QI medio è statisticamente significativa.
Ai soggetti di entrambi gruppi venne somministrato quindi succo d’arancia supplementare durante sei mesi e vennero ripetute le prove. Il QI medio nel caso del gruppo che inizialmente aveva la più elevata concentrazione di acido ascorbico aumentò molto poco (0,02%) mentre nel caso del gruppo con minore concentrazione l’aumento è stato di 3,54 unità di QI. Questa differenza nell’aumento è anche statisticamente significativa, con una probabilità che solo rappresenta una fluttuazione minore del 5% in una popolazione uniforme.
Si continuò con lo studio durante il secondo anno scolare, con trenta due paia (sessantaquattro soggetti) y con risultati simili. La relazione tra il QI medio e la concentrazione media di acido ascorbico nel plasma sanguineo, di questi sessantaquattro soggetti, sottomessi alle prove quattro volte durante un periodo di mesi, si vede nell’illustrazione della pagina seguente. I risultati indicano che il QI aumenta in 3,6 unità quando la concentrazione di acido ascorbico nel plasma sanguineo aumenta del 50% (da 1,03 a 1,55 mg per 100 ml). Per molti adulti questo aumento deriverebbe da un aumento di 50 mg al giorno di acido ascorbico ingerito (da 100 a 150 mg/giorno). Kubala e Katz conclusero che parte delle differenze nel risultato delle prove d’intelligenza viene determinato “dallo stato nutrizionale temporaneo della persona, almeno riguardo ai citrici ed altri prodotti che forniscono acido ascorbico”. Loro suggeriscono che un minore consumo di acido ascorbico diminuisce la capacità di attenzione e la vivacità.
L’illustrazione indica che si è raggiunta la capacità mentale massima con una concentrazione di 1,55 mg di acido ascorbico per 100 ml di plasma sanguineo. Questa concentrazione corrisponde, per un adulto di circa 70 kg, a una ingestione giornaliera di circa 180 mg di acido ascorbico. Concludo che affinchè la mente possa funzionare al massimo, l’ingestione giornaliera di acido ascorbico dovrebbe essere, almeno, tre volte maggiore dei 60 mg consigliati dal U. S. Food and Nutrition Board, e, almeno, nove volte i 20 mg consigliati dalle autorità britanniche corrispondenti. Maggiori quantità potrebbero avere un effetto più ampio.
Le persone si differenziano tra di loro riguardo la loro capacità di adattarsi al mondo, simpatizzare con altri e guadagnarsi la vita, contribuendo al lavoro necessario affinchè il mondo possa continuare il suo corso. Molta gente soffre di incapacità congenita, e questa si evidenzia nell’infanzia in termini di ritardo mentale, lento apprendimento, alterazione della capacità di pensare. Il problema del ritardo mentale è molto grave. Negli Stati Uniti, circa quindici milioni di persone sono deficienti mentali, includendo circa due milioni classificate come gravemente deficienti. Calcolo che il costo per curare questi ultimi sia di circa cinquantamila milioni di dollari annui. Il ritardo mentale causa sofferenza non solo alla persona che lo soffre, ma anche alla sua famiglia.
Si conoscono molte cause del ritardo mentale, e in alcune si sa come evitare o modificare
il danno genetico. Tale è il caso della fenilcetonuria provocata dall’incapacità di produrre l’enzima che catalizza la trasformazione dell’aminoacido fenilalanina in un altro aminoacido, la tirosina. Entrambi aminoacidi si trovano nelle proteine dei nostri alimenti. Un bambino che soffre di fenilcetonuria ha un’ecceso di fenilalanina e una carenza di tirosina nel sangue. Questa condizione interferisce con lo sviluppo e il funzionamento adeguati del cervello, originando il ritardo mentale. Se al bambino colpito di fenilcetonuria viene somministrato, poco dopo la nascita, una dieta speciale, povera in fenilalanina, durante svariati anni, non si produrrà un grave ritardo mentale.
La sindrome di Down (trisomia 21, mongolismo) deriva da una anomalia genetica nella quale le cellule di una persona contengono tre invece di due di uno dei più piccoli cromosomi, il numero 21. Quindi, le persone colpite di questa malattia tendono a produrre circa 50% in più di molti tipi di enzimi diversi, programmati dalle centinaia di geni di questo cromosoma. Di conseguenza, le suddette persone presentano molte anomalie: bassa statura, testa anormalmente grande e di forma inusuale, mani e piedi anormali, lingua lunga e protuberante e occhi tagliati a sghembo sotto pieghe epicanti, per cui la malattia è stata originalmente chiamata mongolismo. Circa una terza parte dei colpiti soffrono di malattie cardiache congenite e c’è una maggiore frequenza di leucemia acuta tra di loro, che spesso sfocia in una morte precoce. Quelli che sopravvivono fino l’età adulta mostrano un invecchiamento accelerato e muoiono generalmente tra i quaranta e i sessanta anni di età.
La gente che soffre la sindrome di Down è placida e affettuosa, ed i neonati di solito non piangono. Il loro ritardo mentale è acuto, con un quoziente intellettuale abituale di 50. Nasce circa uno tra duemila, da madri giovani, giungendo circa uno tra ventidue da madri di più di quarant’anni. La gente colpita dal sindrome di Down costituisce il maggiore gruppo di ritardati mentali ricoverati in case di cura negli Stati Uniti.
Un importante problema medico e scientifico consiste nel trovare una forma di trattare queste anomalie genetiche dalla nascita, per prevenire gran parte del ritardo mentale, così come le anormalità fisiche, come la bassa statura e l’apparenza inusuale. Credo che ora possiamo renderci conto che è possibile ottenere parzialmente questo obiettivo, con misure nutrizionali ed altre ortomolecolari. Anche una diminuzione parziale della gravità del ritardo mentale può essere molto importante. Un aumento nel quoziente intellettuale da 50 a 70 (normale basso) significa la differenza tra una vita dipendente da altri ed una vita indipendente e autosufficiente.
La Dottoressa Ruth F. Harrell, dall’Università Old Dominion, a Norfolk, Virginia, Stati Uniti, e i suoi collaboratori, Ruth Capp, Donald Davis, Julius Peerless e Leonard Ravitz, hanno pubblicato i risultati di una loro ricerca, a doppio cieco, sugli effetti ottenuti nel somministrare un miscuglio di dicianove vitamine e minerali a sedici bambini ritardati mentali tra i cinque e i quindici anni (sei bambini e dieci bambine) (Harrell et al., 1981). Il quoziente intellettuale iniziale del gruppo, misurato da tre o più psicologi, oscilava tra 17 e 70, con una media generale di 47,7. Si divisero i soggetti in due gruppi a caso. Durante i primi quattro mesi della ricerca a doppio cieco, ai sei bambini del primo gruppo vennero somministrate sei comprese di vitamine e minerali ogni giorno, ed agli altri dieci del secondo gruppo vennero somministrati comprese placebo; poi, durante quattro mesi addizionali a tutti i bambini venne prescritto comprese di vitamine e minerali.
Secondo Harrell, l’idea di questo esperimento è sorta dopo aver letto ciò che il professore Roger J. Williams, dell’Università di Texas -che nel 1933 aveva scoperto l’acido pantotenico-, suggeriva riguardo l’aiuto che un aumento nel consumo di nutrienti importanti potrebbe apportare per controllare qualche malattia genetica (Williams, 1956). Harrell portò avanti una prova esperimentale con un bambino di sette anni gravemente ritardato, che ancora doveva adoperare i pannolini, incapace di parlare e i cui quoziente intellettivo stimato era situato tra 25 e 30. Una biochimica, la dottoressa Mary B. Allen, concepì la formula di vitamine e minerali che figura nella tabella di questa pagina.
Con questo trattamento, il bambino cominciò a parlare e dopo qualche settimana cominciò a leggere e a scrivere ed ad agire normalmente. Due anni più tardi andava abbastanza bene a scuola e il suo quoziente intellettuale giungeva i 90. Allen aveva anche somministrato un’altra sostanza ortomolecolare, l’ormone tiroideo ai suoi pazienti; a quattordici dei sedici soggetti della ricerca di Harrell, venne somministrato anche tra 30 e 120 mg al giorno.
I principali risultati si possono vedere nella pagina seguente. Il gruppo che ingerì il supplemento durante otto mesi sperimentò un aumento costante, da46 a 61, nel quoziente d’intelligenza medio. L’altro gruppo non esperimentò dei cambiamenti durante i primi quattro mesi, quando gli venne somministrato il placebo; e dopo, un aumento da 49 a 59, durante i quattro mesi seguenti, quando gli venne somministrato il supplemento di vitamine e minerali.
Da questi risultati possiamo concludere che ci si può ragionevolmente aspettare che un bambino con ritardo mentale grave, raggiunga un aumento di 20 punti o più del suo quoziente intellettuale ingerendo supplementi di vitamine e minerali da un’età molto precoce.
  • Vitamina A palmitato 15 300 IU
  • Vitamina D (colacalciferolo) 300 IU
  • Mononitrato di tiamina 300 mg
  • Riboflavina 200 mg
  • Niacinamida 750 mg
  • Pantotenato di calcio 490 mg
  • Cloridrato di piridossina 350 mg
  • Cobalamina 1 000 mg
  • Acido folico 400 mg
  • Vitamina C (acido ascorbico) 1 500 mg
  • Vitamina E (succinato di d-a-tocoferolo) 600 IU
  • Magnesio (ossido) 300 mg
  • Calcio (carbonato) 400 mg
  • Zinco (ossido) 30 mg
  • Manganese (gluconato) 3 mg
  • Rame (gluconato) 1,75 mg
  • Ferro (fumarato ferroso) 7,5 mg
  • Fosfato di calcio (CaHPO4) 37,5 mg
  • Ioduro (KI) 0,15 mg
I maggiori aumenti individuali segnati da Harrell et al. sono stati di 24 punti (da 42 a 66) in otto mesi, e di 21 punti (50 a 71) in quattro mesi, sufficienti affinchè quei bambini potessero diventare autosufficienti nel futuro. Il supplemento di vitamine e minerali, composto da circa 30 volte la RDA di vitamina C, e buone quantità di altri nutrienti che migliora lo stato nutrizionale, trarrebbe dei vantaggi a qualsiasi persona che lo ingerisca, e consiglio che questa dieta nutrizionale migliorata sia amministrata ad ogni bambino ritardato mentale. Il costo di 180 comprese, cioè la provvigione per un mese, è inferiore ai 10 dollari e, quindi, è poco in confronto con altre spese necessarie per curare una persona mentalmente ritardata.
Tre dei bambini della ricerca di Harrell et al. soffrivano la sindrome di Down. I loro quozienti d’intelligenza iniziali erano rispettivamente di 42, 59 e 65, e gli aumenti all’ingerire il supplemento di vitamine e minerali e ormone tiroideo (per i due primi) sono stati di 24 e 11 (in otto mesi) e circa 10 punti (in quattro mesi), rispettivamente.
Non esiste nessun trattamento convenzionale riconosciuto per la sindrome di Down.
Il Dott. Henry Turkel, di Detroit, Michigan, Stati Uniti, è il medico che ha portato avanti i maggiori sforzi per migliorare questa condizione. Espose i risultati delle sue ricerche in una comunicazione al Select Committee on Nutrition and Human Needs of
the United States Senate, il cui presidente era allora il senatore George McGovern (Turkel, 1977), e, precedentemente, nel suo libro,New Hope for the Mentally Retarded-Stymied by the FDA (“Una nuova speranza per i ritardati mentali, ostacolata dal FDA”) (Turkel, 1972). Nel 1940, Turkel aveva iniziato a trattare i pazienti colpiti dalla sindrome di Down con compresse la cui composizione aveva ideato. Le suddette compresse contengono principalmente sostanze ortomolecolari -dieci vitamine, nove minerali, un aminoacido (acido glutamico), colina, inositolo, acido paraminobenzoico, ormoni tiroidei, acidi grassi insaturi ed enzimi digestivi-. Queste sostanze dovrebbero migliorare la salute dei pazienti. La loro preparazione contiene,tra l’altro, svariati farmaci, in dosi minori da quelle abituali. Uno di questi farmaci è il pentilenetetrazole, che stimola il sistema nervoso centrale. Un altro è l’aminofilina, stimolante del cuore. Non ho sufficiente conoscenza su farmaci per potere fare un commento sull’efficacia nei suddetti pazienti, ma esiste la possibilità che la sua azione come stimolanti sia benefica.
Conosco il Dott. Turkel e posso far fede della sua integrità e della sua convinzione. I risultati che segnala sono impressionanti. Molti bambini presentano una diminuzione delle anomalie nella crescita e sviluppo, specialmente quelle ossee. Il loro aspetto cambia e s’ indirizza verso la normalità. La loro capacità mentale e la loro condotta migliorano fino al punto di riuscire a lavorare e guadagnarsi la vita. Durante il periodo nel quale ingeriscono le compresse crescono velocemente e la crescita s’interrompe durante i lassi nei quali non le prendono.
Concludo che esiste poco pericolo che il suddetto trattamento, o il trattamento con i nutrienti supplementari, possa essere dannoso ed esistono delle prove a dimostrazione che i pazienti se ne avvantaggierebbero significativamente. Negli Stati Uniti, circa 300.000 persone soffrono la sindrome di Down. Credo che tutti -specialmente i più giovani – dovrebbero provare i supplementi nutrizionali, affinchè si possa cercare di sapere fino a che punto possono beneficiarli.
Turkel tratta i pazienti colpiti dalla sindrome di Down, nello stato di Michigan, ma il Food and Drug Administration non gli consente di inviare le sue compresse fuori dallo stato. Nel 1959, presentò al FDA una richiesta di autorizzazione per farmaci nuovi (necessaria perchè le sue compresse contengono alcuni farmaci). La richiesta è stata rifiutata, e altrettanto è successo in occasioni posteriori. Il direttore del National Institute of Neurological Diseases and Blindness (Istituto Nazionale per le Malattie Neurologiche e la Cecità, degli Stati Uniti), alludendo al trattamento di Turkel per i pazienti colpiti dalla sindrome di Down, scrisse che “teoricamente, e fondandosi negli effetti conosciuti dei suddetti farmaci, che includono vitamine, minerali ed altri farmaci, i nostri assessori hanno segnalato che, anche se non sono dannosi, dubitano che i suddetti farmaci abbiamo valore specifico nel trattamento del mongolismo” (Turkel, 1972, p. 123). L’ FDA, nel rifiutare la richiesta del nuovo farmaco, menzionò che “i fatti conosciuti sul mongolismo escludono la speranza ragionevole che i suoi prodotti possano beneficiare tale condizione, causata da un difetto nella struttura cellulare di base. Queste raccomandazioni, aggiunte alla lunga storia dell’incapacità della scienza medica di trovare un trattamento o una cura per il mongolismo, indicano che non ci sono speranze che abbia successo un trattamento fondato sul tipo di preparazioni che Lei intende prescrivere” (Turkel, 1972, p. 119).
Penso che questo atteggiamento da parte dei National Institutes of Health (NIH) e del FDA deriva dall’ignoranza, dal pregiudizio, dalla mancanza di conoscenza della natura delle vitamine e di altre sostanze ortomolecolari, e della mancanza di speranza o visione (sembrano di essere convinti che non si possa scoprire niente di nuovo).
L’autismo è una malattia genetica che si manifesta nei primi due o tre anni di vita in uno ogni tremila bambini circa (l’80% sono bambini). Il bambino autista si mantiene isolato, non sviluppa rapporti sociali con i suoi genitori o altre persone. Ha problemi di linguaggio, rifiutandosi di parlare o adoperando un linguaggio in maniera strana. Si attacca a rituali, rifiuta i cambiamenti e ha un insolito attaccamento agli oggetti. Il suo quoziente intellettuale è generalmente basso e può sviluppare attacchi di tipo epilettico. Quelli i cui quoziente intellettuale è leggermente più elevato possono trarre un qualche beneficio dalla psicoterapia e dell’educazione speciale.
Non esiste nessuna terapia convenzionale riconosciuta per l’autismo. Ciò nonostante, svariati ricercatori hanno segnalato che i supplementi vitaminici sono efficaci. Il Dottore Bernard Rimland, uno psicologo, direttore del Institute for Child Behavior Research (Istituto per la Ricerca sull’Atteggiamento Infantile), a San Diego, California, Stati Uniti, ha portato avanti l’esperimento più significativo in questo campo (Rimland, 1973; Rimland, Callaway e Dreyfus, 1977). Tramite i loro genitori, Rimland è riuscito a fare sì che 190 bambini autistici fossero studiati durante ventiquattro settimane. E’ stato richiesto ai genitori di ogni bambino di ottenere la cooperazione del suo medico o di un altro medico locale, per fornire supervisione medica e per formulare rapporti mensili sullo stato del bambino col trattamento vitaminico. Molti genitori intopparono con una resistenza talmente forte da parte dei medici che dovettero rinunciare; per cui il numero dei bambini della ricerca si ridusse da 300 a 190.
Dopo aver ingerito gradualmente le compresse, durante un periodo di cinque settimane, i bambini ne presero dieci al giorno durante dodici settimane. Dopo veniva un periodo senza trattamento, durante due settimane, continuato da due settimane d’ingestione giornaliera di dieci comprese. Il consumo giornaliero di nutrienti fornito dalle dieci comprese includeva 1 000 mg di vitamina C, 1 000 mg di niacinamida, 150 mg di piridossina, 5 mg di tiamina, 5 mg di riboflavina, 50 mg di acido pantotenico, 0,1mg di acido folico, 0,01 mg di vitamina B12, 30 mg di acido paraminobenzoico, 0,015 mg di biotina, 60 mg di colina, 60 mg di inositolo e 10 mg di ferro. Il costo delle vitamine giungeva circa i 10 dollari mensili.
I genitori ed i medici preparavano regolarmente i rapporti che venivano analizzati riguardo le migliorie, durante il periodo d’ingestione delle vitamine, e al peggioramento durante l’intervallo senza trattamento. La conclusione è stata che 86 dei 190 bambini (il 45%) mostrarono un grande miglioramento, un molto buon miglioramento o miglioramento significativo; 78 (il 41%) presentarono un miglioramento leggermente inferiore; 20 (l’11%) non mostrarono nessun cambiamento; e 6 (il 3%) peggiorarono. Quindi, circa il 75% dei bambini si avvantaggiò col supplemento nutrizionale, e solo il 3% peggiorò.
Esistevano indizi che la vitamina B6 aveva una importanza basilare, e allora si portò avanti una ricerca a doppio cieco con quindici bambini (Rimland et al., 1977). Durante l’esperimento, i bambini continuarono ad ingerire le stesse vitamine, minerali e farmaci che prendevano prima dall’inizio della ricerca. Durante un periodo, ogni bambino ingerì, sia vitamina B6 (75 a 800 mg al giorno, le dosi differivano a seconda del bambino) o un placebo, e dopo, durante un secondo periodo, il placebo o la vitamina B12. E’ stato giudicato che dieci dei quindici bambini si erano avvantaggiati con la vitamina B6 (punteggio medio di +24), uno non mostrò dei cambiamenti e quattro peggiorarono (punteggio medio -16). I ricercatori conclusero che la vitamina B6 sembra di essere un’agente sicuro, potenzialmente efficace per la cura dei bambini autistici. La mia opinione, fondata sugli esperimenti di Rimland e di altri, è che il trattamento ortomolecolare con vitamine e minerali dovrebbe essere provato con tutti i bambini autistici, vista la possibilità che ha di ottenere un significativo miglioramento, senza il pericolo di produrre effetti secondari dannosi, che agiscono come un freno alla sperimentazione con farmaci.
L’epilessia è uno scombussolamento ricorrente nel cervello che implica brevi accessi di alterazione della coscienza, generalmente un accesso di convulsioni, con perdita di coscienza e spasmi nelle estremità. Gli accessi convulsivi possono essere provocati dai farmaci e dalla mancanza di ossigeno, ma la causa della maggioranza degli attacchi epilettici è sconosciuta. Circa il 2% degli americani soffrono di epilessia. Il trattamento convenzionale consiste nell’uso di farmaci anticonvulsivi (difenilidantoina, fenobarbital e svariati altri). Questo trattamento è generalmente efficace, ma gli effetti secondari possono essere fastidiosi.
Nel suo esperimento sui supplementi nutrizionali e il ritardo mentale, Harrell notò che tre dei bambini con tendenza a accessi convulsivi non ne hanno avuto nessuno durante gli otto o quattro mesi nei quali ricevettero il supplemento di vitamine e minerali. Harrell studiò sette bambini in più con tendenza a accessi convulsivi, somministrandoli il supplemento durante un mese, periodo nel quale non ne hanno avuto nessuno. La sua richiesta al National Institutes of Mental Health per ottenere una sovvenzione adibita a finanziare degli esperimenti fu rifiutata.
Dovrebbe essere provato il trattamento nutrizionale nei bambini che tendono a soffrire degli accessi convulsivi. Giova generalmente la salute, e in molti casi, potrebbe controllare il problema dei bambini con tendenza a convulsioni così come i farmaci, senza gli effetti secondari sgradevoli.
I disturbi affettivi sono una forma di malattia mentale che implica una sensazione o emozione o disturbo che si manifesta per una risposta e una reazione inadeguata alle circostanze obiettive del momento. I disordini schizofrenici sono forme di disordini affettivi, con tendenza a essere cronici, e che implicano svariati sintomi psicotici, come deliri, allucinazioni e un peggioramento nel funzionamento generale durante lunghi periodi. Quasi tutti abbiamo dei momenti di tristezza, depressione e pena, dopo una morte o una delusione, e periodi di esaltazione dopo il successo o l’ottenimento di qualcosa. E’ soltanto quando questi momenti durano troppo tempo, quando l’umore è troppo estremo e quando la persona non risponde alle parole e agli atti tranquillizzanti ed altri sforzi per aiutare, che si può descrivere la persona come psicotica e colpita da un disturbo affettivo. La schizofrenia ed altri disturbi affettivi sono le principali malattie mentali. Si calcola che circa il 12% degli uomini e circa il 18% delle donne soffrono una qualche forma di disturbo affettivo, clinicamente significativo, durante la loro vita, e circa il 2% passano per uno o più episodi schizofrenici negli Stati Uniti.
I disturbi affettivi -depressioni, gioia, episodi schizofrenici- hanno cause molto svariate, come i farmaci (contracettivi steroidei, altri steroidi, L-dopa, reserpina, cocaina, tranquillanti, anfetamine, ecc.,) o malattie (influenza, epatite, mononucleosi, encefatite, tubercolosi, sifilide, sclerosi multiple, cancro, ecc.). Altre cause includono la carenza di vitamine (B1, B3, B6, B12), o reazioni allergiche ad alcuni alimenti, prodotti chimici e altri fattori ambientali (Hoffer e Osmond, 1960; Hawkins e Pauling, 1963; Cheraskin e Ringsdorf, 1974; Philpott, 1974; Pfeiffer, 1975; Dickey, 1976; Lesser, 1977). La migliore maniera di controllare queste psicosi è trovare ed eliminare le loro cause. Spesso, anche una migliore nutrizione aiuta.
Il maniacodepressivo si tratta generalmente con composti di litio. Questo elemento si trova nella crosta terrestre, in molte piccole quantità, 0,01%, molto inferiori al sodio, 2,8%, o al potassio, 2,6%. Lo ione di litio potrebbe influire sul sistema nervoso nell’interferire col movimento degli ioni di sodio e di potassio. Non si sa se il litio sia necessario per la vita e probabilmente non dovrebbe venir chiamata sostanza ortomolecolare.
Durante le due ultime decadi, moltissimi giovani hanno sviluppato psicosi per l’uso di farmaci che cambiano l’umore – eccitanti, tranquillanti, cocaina e droghe più dure, probabilmente anche la marihuana-. Molti si sono ristabiliti fino al punto di riuscire ad avere una vita normale con l’ingestione ottimale e regolare di vitamine e minerali.
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

ATTACCO AL POTERE. La Geoingegneria - Con Rosario Marcianò.

La Geoingegneria - Con Rosario Marcianò

macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;

Sen. Pepe smentisce i numeri sul morbillo in trasmissione

Il senatore Pepe contesta i numeri sul morbillo dati in una trasmissione televisiva.
La giornalista presente una slide con 700 casi di morbillo da gennaio 2017 mentre invece l'istituto superiore di sanità ne cita 238 ancora da validare.
Inoltre come dal documento in pdf sottocitato vi sono stati altri periodi nel quale il morbillo ha avuto più casi ma stranamente nessuno ne ha parlato ( giugno 2013 con 382 casi ) ....forse perchè troppo impegnati a creare l'epidemia di meningite poi rivelatasi solo un flop come lo stesso istituto superiore di sanità ha affermato.

Fonti
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;