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Poliomielite in Europa: la causa è dovuta all’utilizzo del vaccino trivalente costituito da virus vivi attenuati 1, 2 e 3, tipo Sabin [OPV]

Torna la poliomielite in Europa: due bambini paralizzati in Ucraina. Così recita l’ennesimo pistolotto de “Il Corriere della Sera“, tipico esempio di distorsione della verità in un Paese come il nostro dove  gli stessi giornalisti italiani scrivono che l’Italia è al 73° posto nella libertà di stampa.
Infatti, è bastato verificare la notizia sul sito web Global Polio Eradication per rendersi subito conto della colossale distorsione di cui riportiamo – qui sotto allegato – esempio fotografico
Polio Global Eradication
Quindi, senza ombra di dubbio, è confermato che il focolaio di Poliomielite in Ucraina è causato da Poliovirus di tipo 1 vaccino derivato [cVDPV1].
E’ bene ricordare che, come si può verificare dall’apposita pagina dell’Organizzazione Mondiale della Sanità [immunizations schedules by antigens], in Ucraina si procede alla vaccinazione con ilvaccino antipolio orale vivo Sabin [OPV – contenente i tre sierotipi del virus della Polio] all’età di 5 e 18 mesi e ancora all’età di 6 e 14 anni
OPV_Ucraina
Questo genere di vaccino, negli ultimi decenni del ‘900, è stato responsabile delle grandi epidemie di poliomielite presentatesi negli Stati Uniti, sia direttamente come soggetti vaccinati alla prima dose, sia attraverso i contatti con soggetti di recente vaccinazione.
E, per rimanere in ambito esclusivamente europeo, è ancor meglio ricordare che, con il calo significativo di casi di poliomielite a causa di poliovirus selvaggio in questi ultimi anni, i rari casi relativi all’utilizzo del vaccino antipolio orale vivo attenuato assumono maggiore importanza. Infatti, ceppi di poliovirus del vaccino orale sono noti per tornar rapidamente ad un fenotipo di neurovirulenza che si replica negli esseri umani dopo la vaccinazione. Questi ceppi possono trasmettersi da persona a persona portando alla comparsa di focolai di poliomielite e possono replicarsi per lunghi periodi di tempo – per esempio – in individui con immunodeficienza che portano alla paralisi o infezione cronica, attualmente senza alcun trattamento efficace per fermare l’escrezione di questi pazienti.
Tutto ciò è stato dimostrato in questo studio scientifico, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens, “Twenty-Eight Years of Poliovirus Replication in an Immunodeficient Individual: Impact on the Global Polio Eradication Initiative” dove
è descritto il caso di un individuo che ha espulso il poliovirus di tipo 2 [derivato da vaccino] per ventotto anni, come stimato dall’orologio molecolare stabilito con il gene VP1, tramite le sequenze neuclotidiche del capside. Questo rappresenta di gran lunga il più lungo periodo di escrezione descritto da un paziente che è l’unica persona fisica identificata conosciuta al momento. Utilizzando una serie di test sia in vivo che in vitro è stato dimostrato che i virus rinvenuti sono molto virulenti, antigenicamente alla deriva ed escreti in alti titoli, il che suggerisce che tali escrezioni croniche rappresentano un rischio evidente per il programma di eradicazione.
L’iniziativa per l’eradicazione globale della poliomielite è il programma di sanità pubblica più ambizioso e complesso diretto ad una singola malattia nella storia, con un costo previsto di 16.5 milioni di dollari. Dei tre tipi i sierotipi 2 e 3 sembrano essere stati sradicati e quello di tipo 1 è limitato a Pakistan e ad Afghanistan, con una reale probabilità di eradicazione totale nel prossimo futuro. Il vaccino principale utilizzato è a virus vivo attenuato, e lo studio scientifico sopracitato riguarda una delle implicazioni significative più difficili che questo ha per l’effettiva eradicazione della poliomielite: vengono descritti studi virologici di un paziente con immunodeficienza umorale che ha espulso il poliovirus di tipo 2 del vaccino per 28 anni. I risultati mostrano che i virus sono escreti in titoli alti, estremamente virulenti e antigenicamente alla deriva e portano a domandarsi come la popolazione può essere meglio protetta da loro. Lo studio ha implicazioni per l’ecologia del poliovirus nell’intestino umano e mette in evidenza i rischi che tale vaccino possa portare ad una nuova diffusione della poliomielite nell’era della post-eradicazione.

Vaccino trivalente costituito da virus vivi attenuati 1, 2 e 3, tipo Sabin [OPV]

Il vaccino OPV è costituito dai tre tipi di virus polio, moltiplicatisi su colture di rene di scimmia [Vero]. La quantità di virus contenuta nei vaccini è stata stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
  • tipo 1 in quantità di 1.000.000 TCID50 [tissue culture infectious dose for 50% of test units per milliliter]
  • tipo 2 in quantità di 100.000 TCID50
  • tipo 3 in quantità di 300.000 TCID50
La via di somministrazione raccomandata è quella orale.
Mentre inizialmente i tre tipi venivano usati separatamente, ora si utilizzano vaccini combinati, composti dai tre sierotipi.
In Italia la vaccinazione contro la polio con vaccino di tipo Sabin iniziò negli anni 1963-1964 e divenne obbligatoria con la Legge 4 febbraio 1967 n. 51, seguita dal DM 25 maggio 1967 n. 171.
Oggi, il vaccino OPV non è più commercio in Italia [in quanto causava notevoli reazioni avverse] ed è stato sostituito dal vaccino inattivato di tipo Salk [IPV] contenuto nel solito esavalente illegale.

Contaminazione

E’ tristemente noto che durante i primi anni della produzione del vaccino OPV, alcune colture cellulari di rene di scimmia furono contaminate dal simian virus 40 [SV40], un virus del gruppo dei popavirus noto per causare cancro nei roditori [Cutrone R. et al, 2005]. Va comunque sottolineato che l’importanza di questa contaminazione riguarda il passato, perché le linee cellulari attualmente usate per la preparazione del vaccino OPV provengono da colonie di scimmie fra le quali non circola più l’SV40.
Inoltre, al vaccino vivo attenuato di tipo Sabin è stata rivolta l’accusa di essere responsabile dell’introduzione dell’HIV-1 in patologia umana [Osterrieth P, 2004]. Quest’accusa è stata fortemente rigettata anche se permangono numerosi dubbi, come è possibile comprendere dal noto documentario “Le origini dell’AIDS” trasmesso dalla Televisione Svizzera
Il vaccino antipolio orale ha ottenuto storicamente la licenza più veloce nella storia della FDA degli Stati Uniti. E’ stato approvato per la produzione commerciale, con una delibera scritta in sole due ore [!] dal Comitato Licenze, in un ambiente sotto pressione. Gli scienziati testimoniano di un vaccino che è stato prodotto per il mercato, molto prima che medici accademici e comunità avessero avuto la possibilità di leggere tutti i report pubblicati sugli studi di sicurezza, e prima che i risultati della grande prova del vaccino antipolio fossero inseriti in una qualsiasi rivista medica.
Se questi scienziati avessero avuto più voce in capitolo, è molto probabile che il disastro Cutter e ilproblema Wyeth, entrambi eventi che portarono all’invalidità o alla morte dei soggetti vaccinati poche settimane dopo la frettolosa concessione della licenza del vaccino, avrebbero potuto essere evitati.

Escrezione del virus

Dopo la somministrazione del vaccino OPV, parallelamente a quanto avviene dopo la naturale esposizione al virus polio selvaggio, si verifica un complesso di eventi che vanno dall’adesione alle cellule della mucosa intestinale, alla penetrazione al loro interno, alla moltiplicazione e diffusione fino alla creazione di un’ipotetica immunità generale e locale [mucosa].
Fra il 70 e il 90% dei lattanti vaccinati, suscettibili alla polio, elimina i tre tipi di virus. Il virus diffonde nei familiari di questi bambini e a sua volta viene eliminato anche da questi. Nei vaccinati il massimo dell’eliminazione si ha alla fine della prima settimana dalla vaccinazione, nei famigliari contagiati il massimo si ha alla seconda settimana e nei contatti esterni alla famiglia si ha alla quarta settimana.
Si ritiene che il virus venga eliminato nelle feci per circa 4-6 settimane dopo la vaccinazione.
Fra i virus eliminati nelle feci dopo la prima settimana dalla vaccinazione, è stata ritrovata unamutante nt472 che in breve tempo è passata da un livello di zero a quasi il 100%: questa mutante dovuta alla pressione selettiva è risultata associata alla poliomielite paralitica associata al vaccino[VAPP]. E’ stato altresì dimostrata un’alta incidenza di VAPP fra i pazienti che presentano deficienze immunologiche umorali.
Ancor prima della conferma riportata dallo studio scientifico citato in precedenza, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens, è già stato evidenziato che nei soggetti immunodeficienti l’escrezione dei virus contenuti nel vaccino OPV può proseguire per parecchi anni dopo la vaccinazione [Kew OM et al, 1998].

Conclusioni

Il fatto che i virus polio attenuati dell’OPV possano riacquistare sia la neurovirulenza, sia la capacità di circolare e di causare epidemie di polio dimostra che [come insegna la storia del vaiolo] senza interrompere la vaccinazione è impensabile interrompere il flusso della polio.
Infatti, la continuazione della vaccinazione con OPV, anche dopo aver allontanato da un Paese il virus polio selvaggio, permette la continua apparizione di virus derivati dal vaccino che proseguiranno ad annullare l’eradicazione raggiunta dei virus selvaggi.
E’ proprio questo il caso dell’Ucraina che, nel suo complesso di instabilità sociale, rappresenta un ulteriore elemento di riflessione che si aggiunge all’insufficiente efficacia dimostrata dal vaccino trivalente OPV in altre aree, come l’India e la Nigeria. Una larga percentuale di pazienti con poliomielite paralitica erano stati vaccinati, spesso con molte più dosi delle 3 indicate: molti di loro avevano ricevuto addirittura 7 o più dosi di OPV.
Non è quindi quello di falsificare le informazioni, col fine di indurre terrore, che farà riguadagnare la perduta fiducia della popolazione in un sistema vaccinale sempre più scorretto e corrotto.  Fonte http://autismovaccini.org/2015/09/03/poliomielite-in-europa-la-causa-e-dovuta-allutilizzo-del-vaccino-trivalente-costituito-da-virus-vivi-attenuati-1-2-e-3-tipo-sabin-opv/
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