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Lo Sblocca Antenne, il solito Far West all’italiana. ELETTROSMOG DA ANTENNE PER CELLULARI – l’inquinamento diffuso invisibile di cui non si parla (perché tutti ci sentiamo colpevoli) e la necessità di porre dei limiti – la DEREGULATION NELL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO .



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Spuntano come funghi sui tetti dei palazzi delle nostre città. Si calcola che in Italia siano ormai centinaia di migliaia. Parliamo delle Stazioni Radio Base per telefonia mobile, volgarmente note sotto il nome di ripetitori telefonici. Il percorso per installarle è davvero semplice: i gestori di telefonia formulano ai condomini la richiesta di collocare i propri ricevitori sui tetti e, se il condominio approva, in cambio viene offerto una sorta di canone annuale di affitto generalmente variabile tra i 10 ed i 15 mila euro.
Io stessa, pochi giorni fa, mi sono trovata a discutere, in sede di assemblea condominiale, la proposta di collocazione di un’antenna di Vodafone sul terrazzo dove abito. Ho votato contro, seguendo un semplice principio di precauzione, visto che sul tema regna grande ignoranza, che fa il paio con una scarsissima sensibilità da parte dei cittadini.
La confusione è davvero enorme: da una parte c’è chi afferma che l’esposizione duratura ai campi elettromagnetici rischia di favorire l’insorgenza di alcune forme tumorali, dall’altra c’è chi invece sostiene che non vi sia rischio per la salute pubblica. Gli studi indipendenti condotti si contano sulle dita di una mano ed i relativi risultati, per ragioni facilmente immaginabili, non fanno breccia nel calderone dell’informazione quotidiana.
Anche le Istituzioni pare abbiano (o vogliano avere?) poche certezze.Se si tenta di interpellare sul tema il proprio Comune, piuttosto che gli enti l’AUSL o l’ARPA, le risposte saranno insufficienti o di difficile comprensione a chi non mastica il burocratese.
Nickolay Lamm, ha provato a modificare le foto di alcune città visualizzando con precisione le onde.
Nickolay Lamm, artista americano, ha provato a modificare le foto di alcune città visualizzando con precisione le onde.
Eppure il tema dovrebbe aver fatto scattare uno o più campanelli d’allarme in chi amministra le nostre città. Perché la corsa a colonizzare i tetti delle nostre case da parte dei gestori di telefonia è pazzesca. E sono preoccupanti le modalità selvagge con cui le antenne vengono installate, in particolare dove, come nel caso di Milano, è assente una regolamentazione della materia. Le cose, poi, rischiano di degenerare con la corsa allo sviluppo del 4G, sui cui rischi/benefici pochi appaiono correttamente informati. Perché oltre al tema dell’impatto sulla salute c’è anche un  tema di svalutazione dell’immobile che “ospita” l’antenna.
“La comunicazione sulla banda ultra larga in Consiglio dei ministri rappresenta l’abc del nuovo alfabeto economico del Paese”: con questa frase Matteo Renzi aveva annunciato il piano “banda ultra larga 2014-2020″ (un piano da sette miliardi), che si pone come obiettivo quello di recuperare gli storici ritardi accumulati con il resto d’Europa. L’obiettivo è quello di dare 100 Megabit al 50 per cento della popolazione e 30 Megabit al 100 per cento entro il 2020, in coerenza con gli indirizzi dell’Agenda digitale europea.
E tutto ciò come dovrebbe avvenire? Naturalmente installando più antenne con una capacità potenziata di trasmissione dati fino a 42M/bit al secondo – contro i 3M/bit della tecnologia 3G – nonché portando l’attuale tetto cautelativo di 6 V/m a 60 V/m: un aumento di potenza decuplicato e reso legittimo anche da un metodo di rilevazione dei campi elettromagnetici costruito ad hoc: nel 2012, infatti, l’esecutivo guidato allora da Monti – denunciano i medici e le associazioni – decise con il Decreto Sviluppo, e senza alcuna valutazione di carattere sanitario, di innalzare il tempo di misurazione dei campi da 6 minuti di picco massimo alle 24 ore. In tal caso è stato creato di fatto un artificio per aumentare i limiti di legge: di notte le antenne hanno infatti emissioni molto basse perché i dispositivi mobili non sono in uso e i relativi valori, nel calcolo della media, compensano quelli più elevati delle ore diurne.
Anche Fiorenzo Marinelli, dell’Istituto di Genetica Molecolare-CNR di Bologna, coordinatore della ricerca condotta in luoghi pubblici, quattro scuole (licei di Bolzano, Roma e Pomezia) e una Biblioteca (Bologna) sugli effetti biologici e genetici di Wi-Fi e Wi-Max invita alla precauzione e spiega che “gli impulsi del Wi-Fi, diversi dai Campi Elettromagnetici dei cellulari e simili invece ai Radar inducono una polarizzazione rapidissima nella cellule e una depolarizzazione quando il picco diminuisce. E le cellule, non sapendo come resistere all’immissione del campo elettrico esterno, formano radicali liberi, attivando processi metabolici alterati, fino alla malattia”.
Quello che è certo è il fatto che, mai nella storia dell’umanità come oggi siamo immersi in un groviglio elettromagnetico: si pensi che fino al 1940 il fondo naturale pulsato era di 0,0002 V/m, oggi il tetto legalizzato è di 60 V/m! E’ dunque lecito chiedersi, in presenza di studi come quelli citati e pur in assenza di prove scientifiche inconfutabili sul nesso causale tra esposizione a radiazioni e insorgenza di tumori, come sia possibile coniugare il diritto alla salute con la necessità di non arrestare il progresso digitale.
Una risposta ed una chiave di lettura del problema la offre in fondo lo stesso legislatore, dove afferma che “in materia di installazione di stazioni radio base per telefonia cellulare deve cautelativamente essere considerato prevalente l’interesse primario alla salute rispetto ad ogni altro interesse giuridicamente protetto”. Fonte: contronotizia.altervista.org/    A seguito delle inchieste attuate nell'anno 2011

Si intende con "ELETTROSMOG" l'inquinamento elettromagnetico da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, in altre parole quelle emesse da: da emittenti radiofoniche, cavi elettrici percorsi da corrente alternata di forte intensità (ad es. gli elettrodotti della rete di distribuzione), radio-onde per telefoni cellulari, telefoni cellulari e Wi-Fi (Wireless Fidelity) ovvero i dispositivi che possono collegarsi a reti locali (telefonia, Internet, ecc.), per mezzo di radio-onde Una norma contenuta nel “decreto sviluppo” approvato dal Governo nello scorso ottobre innalza del 70% i limiti degli impianti di telefonia mobile e del 30 per quelli di radio e tv. Sarà così possibile navigare in Internet con il proprio smartphone, e questo porterà a una “necessaria invasione” di nuove antenne (pare verranno installati 15-20.000 nuovi impianti nei prossimi due anni). Ma a quale rischio? Arpa (l’Agenzia per l’Ambiente) e Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) hanno reagito negativamente a questo provvedimento mettendo in rilievo come da più parti (nella ricerca scientifica internazionale) si parli di possibile cancerogenicità delle radiazioni emesse dalle “antenne-ripetitori”.

Il problema dell’elettromagnetismo e dell’inquinamento “invisibile”, “inodore”, che si subisce dalle radiazioni elettromagnetiche (particolarmente grave è che i più danneggiati, a rischio tumori, si dica siano i bambini…), questa problematica viene coscientemente “dimenticata” da tutti, anche dai più sensibili di noi ai temi ambientali, perché tutti siamo consumatori di questa tecnologia (cioè usiamo il cellulare).

Già adesso le città (inteso anche come “insieme urbano diffuso”) della nostra penisola italica pullulano di antenne. Dovuto anche a condizioni geomorfologiche di ostacolo alla diffusione delle onde radianti (colline e montagne che fanno da scudo, da ostacolo…). E dovuto pure, questa diffusione, da un sistema competitivo tra compagnie che, se in questi anni esse hanno abbassato i costi (ma non ne siamo sicuri…), dall’altra ha portato al diffondersi delle antenne di telefonia mobile in modo abnorme. E da adesso sarà molto di più…

Invitandovi a leggere gli articoli che seguono che tracciano i nuovi scenari di diffusione di antenne cellulari nei prossimi due anni (come dicevamo, c’è il concreto rischio che 15-20.000 antenne siano installate), ci chiediamo se non sia il caso di trovare soluzioni più confacenti.

Se quattro sono le compagnie telefoniche (Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia) che hanno vinto, circa un mese fa, l’asta per le licenze 4g (quarta generazione), cioè la nuova frequenza per i telefoni cellulari (per navigare velocemente in internet con i cellulari e altri strumenti…), ebbene ci si chiede se non possono essere previsti seri limiti alla proliferazione di antenne. Attivandosi ad esempio per incentivare (fare pressione) per accordi tra le compagnie telefoniche per “antenne comuni” tra di loro (collocate in luoghi il più strategicamente lontani dalle abitazioni, zone difficili da trovare ma non impossibile…), affinché si possa governare il fenomeno di proliferazione delle antenne.

Noi riteniamo che su questa linea (di ricerca di accordi per “antenne comuni” tra le compagnie telefoniche) si debbano muovere le Amministrazioni Comunali e tutte le autorità preposte (come l’Arpa); e possa essere motivo di mobilitazione propositiva per i Comitati di cittadini giustamente preoccupati di dover trovarsi con il problema di un’antenna vicino casa… (anche se vien da pensare che già nella gara, nell’asta pubblica, una norma generale originaria di limitazione delle antenne attraverso accordi tra i vincitori poteva essere prevista). Anche pensiamo che non sia una buona idea l’introduzione massiccia del wi-fi, cioè della diffusione, pur gratuita, di internet “via antenna” in città, specie dove ci sono scuole con bambini (meglio la banda larga via cavo).

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FAR WEST CELLULARI “VENTIMILA ANTENNE IN ARRIVO NELLE CITTA'”

di Giuliano Foschini, da “la Repubblica” del 8/11/2011

– Blitz del governo sull`elettrosmog: quasi tolti i limiti –


In Italia tra qualche mese si potrà navigare sempre più veloce con i telefonini. Ma potrebbe essere più facile ammalarsi di cancro. A denunciarlo sono i presidenti di tutte le Arpa (Agenzie regionali per l`ambiente) e l`Ispra (l`Istituto superiore per la ricerca ambientale) con due documenti durissimi recapitati nei giorni scorsi al governo. Nel decreto sviluppo dell`ottobre scorso l`esecutivo ha modificato la legge sull`elettromagnetismo, arrivando a innalzare fino al 70 per cento gli attuali limiti per gli impianti di telefonia mobile.

Con la nuova normativa i valori di attenzione (in Italia il limite è di 6 volt per metro) sono da considerare soltanto all`interno degli edifici. «In questa maniera – spiega Giorgio Assennato, presidente dell`Assoarpa, l`associazione delle Arpa italiane – se ne esclude l`applicabilità su tutte le aree di pertinenza esterne delle abitazioni, come i balconi, terrazzi, giardini e cortili».

Questo può comportare un`invasione di antenne, tanto che gli esperti ritengono che nel giro di due anni verranno montati dai 15mila ai 20mila nuovi impianti. La nuova norma cambia anche gli obiettivi di qualità: verrà valutata una media statistica giornaliera mentre ieri si prendevano a campione i sei minuti a massima potenza.

«Poiché di notte la potenza è notevolmente ridotta – dice Assennato – la nuova disposizione permette che la popolazione nelle ore diurne possa essere esposta a valori di campo di gran lunga superiori a quelli dell`attuale normativa». Secondo una simulazione compiuta dalle stesse Arpa, i valori saranno aumentati del 30 per cento per gli impianti radio-tv e del 70 per gli impianti di telefonia mobile.

Ma perché questa variazione? I tecnici hanno fatto notare come in Italia esistano i limiti più rigidi d`Europa (6 volt per metro concessi contro una media Ue di 40).All`orizzonte c`è soprattutto la necessità da parte delle compagnie telefoniche di adeguarsi alla tecnologia 4G, con l`installazione delle nuove antenne Lte (Long term evolution).

Tim, Vodafone e Wind hanno già investito 1,5 miliardi a testa sul nuovo network e secondo alcuni con la vecchia legislazione avrebbero avuto troppi problemi. «Ci troviamo però di fronte a una svendita della salute agli operatori di telefonia mobile» denunciano le associazioni ambientaliste.

Non sono i soli. A esprimere un parere fortemente contrario al provvedimento, prima della sua approvazione, è stata anche l`Ispra che con una nota a firma dell`ingegner Salvatore Curcuruto parla di «un deciso passo indietro rispetto a quanto stabilito dalla vecchia legge che contribuirebbe ad alimentare il clima di sfiducia dei cittadini nei riguardi delle istituzioni. Il decreto rischierebbe, infatti, di riportare il paese indietro di dieci anni, in una situazione di conflitti sociali che allo stato attuale delle cose sembrava ampiamente superata grazie all`attività di controllo, informazione al cittadino e trasparenza dell`azione amministrativa».

L`Ispra fa riferimento anche al rischio cancro. «Lo Iarc (International agencyfor research ori cancer) – scrive l`istituto al governo – ha reso noto di aver classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni per l`uomo”». Ma soprattutto lo stesso istituto ritiene che non ci fosse bisogno di cambiare la legge per adeguarsi alle nuove tecnologie.

«La motivazione alla base della proposta di modifica delle norme vigenti – precisano i tecnici – e cioè la necessità di agevolare la realizzazione dei sistemi di quarta generazione (Lte) non ha fondamento perché allo stato attuale in Italia le situazioni che potrebbero presentare eventuali criticità di installazione sono numericamente estremamente contenute e non esprime il reale obiettivo dei gestori». Forse. (Giuliano Foschini)

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I CELLULARI PROVOCANO IL CANCRO?

da “il Sole 24ore” del 31/5/2011


Utilizzare i cellulari potrebbe aumentare il rischio di sviluppare alcune forme di tumore al cervello e chi ne fa uso dovrebbe prendere in considerazione metodi per ridurre l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche che emettono. L’Organizzazione mondiale della sanità fa marcia indietro, dopo avere dichiarato per anni che non esistevano prove che i campi elettromagnetici a radiofrequenza potessero aumentare il rischio di tumori.

In una conferenza stampa convocata a Lione presso l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (www.iarc.fr) l’Oms si è fatta portavoce del “cambio di classificazione” deciso dallo Iarc. Dopo che un gruppo di lavoro di 31 ricercatori di 14 paesi ha esaminato per una settimana le prove portate da tutti gli studi scientifici disponibili, l’agenzia Onu ha deciso di classificare i campi magnetici a radiofrequenza – che comprendono le radiazioni elettromagnetiche generate da telefoni cellulari, ma anche quelle emesse da radar e microonde, radio e televisioni – come “forse cancerogene”.

La classificazione dello Iarc suddivide gli agenti in 5 categorie, “cancerogeno“, “probabilmente cancerogeno“, “forse cancerogeno” (quando vi sono prove limitate che vi possa essere un maggiore rischio di cancro sia in studi sull’uomo sia negli animali), “non classificabile” (in genere per assenza di prove), “probabilmente non cancerogeno“.

In particolare il direttore dello Iarc e gli altri esperti presenti alla conferenza stampa hanno detto che il cambio di classificazione, cui sono giunti quasi all’unanimità, è basato su studi epidemiologici e su animali, e soprattutto sui due più grandi studi epidemiologici condotti nell’ultimo decennio che hanno mostrato che chi usa i telefoni cellulari – cinque miliardi di persone nel mondo – può avere un maggiore rischio di sviluppare il glioma, un cancro del cervello. Una di queste ricerche ha preso in esame 13mila utilizzatori di telefonini per oltre 10 anni.

Un limite degli studi epidemiologici presi in considerazione, è che questi perlopiù si riferiscono a osservazioni che risalgono al massimo al 2004. Da allora le tecnologie sono cambiate, c’è stata un’attenzione a ridurre le emissioni, ma è anche cambiato il modo di usare i telefoni, che si sono molto diffusi anche tra bambini e adolescenti. Senza considerare l’introduzione massiccia del wi-fi.

Alle domande dei giornalisti, i ricercatori hanno precisato che non sono in grado di fornire una quantificazione di questo rischio perché servono ulteriori indagini, né di formulare indicazioni per i governi, perché non è compito loro. Hanno però sottolineato come paesi come la Francia abbiano già sviluppato delle linee guida per ridurre l’esposizione a tali radiazioni.

Gli esperti hanno anche affermato di non avere a disposizione gli strumenti per dare suggerimenti agli utenti su come proteggersi, ma che l’esposizione si riduce stando meno tempo al telefono, usando l’auricolare o mandando sms invece di chiamare.

A chi chiedeva se anche i ripetitori posti sui tetti delle case o su antenne presentassero rischi, i ricercatori hanno risposto che pure questi apparecchi emettono le onde ora classificate come «forse cancerogeniche», ma che l’esposizione che producono sarebbe di cinque ordini di grandezza inferiore rispetto all’uso di un telefono portatile (un’informazione piuttosto vaga, perché uno dei fattori da tenere in considerazione è la distanza da essi).

Il meccanismo di cancerogenicità non è ancora noto: non trattandosi di radiazioni ionizzanti – hanno spiegato – non può essere dovuto a rotture di atomi o molecole, ma ci sarebbero prove iniziali di citotossicità. In generale gli scienziati hanno sottolineato come vi siano ancora molti elementi da valutare e molte incertezze, e come sia perciò necessario proseguire con la ricerca per giungere a una maggiore chiarezza.

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ELETTROSMOG, LIMITI PIÙ ALTI PER I CELLULARI

di Valerio Ceva Grimaldi da TERRA (quotidiano ecologista) del 1/11/2011


– Nella bozza del decreto Sviluppo il governo eleva la soglia di legge per l’inquinamento elettromagnetico. E cambia le modalità di misurazione. La nuova tecnologia 4g porterà una nuova ondata di antenne. L’oncologo: «Osservare sempre il principio di precauzione» –

Con l’asta per le licenze 4g, la frequenza di nuova generazione per i telefoni cellulari conclusasi appena un mese fa, lo Stato ha incassato 3.950 milioni di euro. Il livello minimo che il ministero dell’Economia aveva previsto nella legge di Stabilità era di 2,4 miliardi.

A breve gli utenti potranno usufruire di una rete più veloce con telefonini e palmari di ultima generazione: con il 4g potranno vedere ancora più fluidamente video, fare acquisti online e sfruttare tante altre innovazioni. Intanto, lo Stato ha incassato di più di quanto aveva previsto. Che in tempi di magra non è affatto male.

Tutto bene, dunque. Ma a ben guardare un problema c’è. I comitati contro l’elettrosmog se ne stanno già occupando, ma i grandi media non l’hanno ancora raccontato. Tecnologia più potente significa segnale più forte: le compagnie telefoniche, quindi, hanno bisogno di potenziare la rete e il segnale. Sono previsti investimenti per decine di milioni di euro.
Bisogna installare nuove antenne per questa nuova tecnologia: il rischio, però, è che i limiti di inquinamento elettromagnetico possano essere superati. E così il governo prepara un “regalo” ai gestori telefonici: nella bozza del decreto in discussione è inserita una diversa valutazione dei limiti di legge previsti dal decreto del 2003 (6 Volt/metro) che vuole allargare le maglie del “limite di attenzione”, previsto per i luoghi ove la permanenza umana è superiore a 4 ore giornaliere, escludendo balconi, terrazzi e spazi aperti condominiali, per i quali il nuovo limite è fissato in 20 Volt/metro.

Così i gestori telefonici potranno anche risparmiare, accumulando più antenne su uno stesso traliccio (all’aperto), struttura che ora sarà sottoposta a limiti di emissione meno rigidi. «Con valori così elevati consentiti nelle pertinenze, all’interno degli edifici abitati si avrebbe come conseguenza un consistente aumento delle radiazioni», denunciano i comitati della rete No elettrosmog di Roma, che hanno inviato una lettera a tutti i deputati per chiedere un intervento «a tutela del principio di precauzione».

Ma non basta: nel decreto è indicata anche una nuova modalità di rilevazione dei campi elettromagnetici. Il “limite di sicurezza” non avrà più misurazioni medie calcolate in un arco di tempo di sei minuti come adesso, ma sarà il risultato d’una media calcolata sulle 24 ore. I livelli più alti riscontrati nelle ore diurne, dove saranno possibili picchi più elevati di quelli attuali, verranno così compensati da quelli più bassi della notte, quando molti telefonini sono spenti e le stazioni radio base abbassano la potenza irradiata. Scorrendo la bozza del decreto, ci si imbatte poi nella previsione secondo la quale «alle apparecchiature contemplate dal decreto legislativo 9 maggio 2001, n. 269 (…) non sono applicabili i limiti di esposizione definiti per gli impianti radioelettrici fissi per telecomunicazioni e radiotelevisivi».
In parole povere, secondo quanto denunciano i comitati, «le apparecchiature come cellulari, iPad, computer, baby phones, non sarebbero più soggette ai limiti di esposizione fissati dal D.P.C.M. 2003, con la conseguenza che questi apparecchi potranno essere immessi sul mercato con le potenze ed emissioni che i produttori riterranno più opportune».

E così «ogni produttore potrà contemplare le potenze di campo elettromagnetico che riterrà più opportune per il prodotto», ribadisce Giuseppe Teodoro, del Coordinamento dei Comitati Romani contro l’elettrosmog. «Siamo di fronte a un’iniziativa molto pericolosa», commenta amaro l’oncologo dell’associazione Medici per l’ambiente-Isde Antonio Marfella. «Già adesso ci sono impianti fuori norma, se non addirittura abusivi. E i controlli sono scarsi. Figuriamoci come potrebbero aumentare le giungle selvagge di tralicci che, spesso, non sono nemmeno piazzati a distanza di sicurezza l’uno dall’altro, comportando un aumento delle emissioni globali dell’intero luogo dove sono collocati».
«Nessuno è contro il progresso, ci mancherebbe», precisa Marfella, «ma bisogna rispettare dei principi sacrosanti di tutela della salute umana. Quelli vigenti, peraltro, sono stati stabiliti come limiti da non superare per non subire un danno biologico da onde elettromagnetiche. Che sono sempre le stesse di prima, mica sono cambiate! Quindi perché ritoccare i limiti al rialzo?».

Appena nel maggio scorso l’Istituto per la Ricerca sul Cancro dell’Oms ha classificato la radiofrequenza della telefonia mobile come cancerogeno di classe 2B: numerose, poi, le risoluzioni del Parlamento Europeo (4 settembre 2008, 9 febbraio 2009) e del Consiglio d’Europa (23 maggio) che hanno invitato – in controtendenza rispetto al governo italiano – gli Stati membri ad abbassare i limiti di legge per le esposizioni elettromagnetiche.
Se lo sviluppo economico deve avvenire a spese della salute pubblica», avverte Francesca Romana dell’associazione l’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (Amica), «si rischia di guadagnare qualcosa oggi per ritrovarsi inesorabilmente con un netto aumento della spesa socio-sanitaria nel prossimo futuro a causa dell’aumento di casi di cancro, disturbi neurodegenerativi, infertilità, insonnia, depressione, allergie e di tutte le problematiche legate alle radiofrequenze», In Italia i limiti per l’inquinamento elettromagnetico sono tra i più rigidi d’Europa. Trattandosi di salute umana, più che di vincolo antimodernità dovrebbe essere un esempio da imitare.

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DIFENDERSI DALL’ELETTROSMOG

(premessa al Dossier dedicato a questo tema nell’ultimo numero –novembre 2011- della rivista mensile AAM TERRA NUOVA, in vendita online, in librerie e/o negozi di prodotti biologici)

Siamo ormai circondati da cellulari, cordless, wi-fi, bluetooth, chiavette, forni a microonde. Quali sono i rischi reali per la salute? E cosa fare per difendersi?

Avvisaglie, moniti, raccomandazioni e studi ormai non mancano: sono pochi coloro che ancora utilizzano telefono cellulare e tecnologie wireless senza fermarsi almeno un secondo a pensare: “E se poi mi farà ammalare?”. Ma l’abitudine prende il sopravvento, e allora accantoniamo i timori e preferiamo ignorare la vocina che prova a minacciare la nostra tranquillità.

Eppure quella sulle microonde (artificiali, ben inteso, cioè quelle prodotte dall’uomo) è una storia che vale la pena di raccontare, perchè se la ascoltiamo e la meditiamo senza preclusioni o fanatismi, può aiutarci a utilizzare la tecnologia con maggior senso di responsabilità, maggior consapevolezza e anche maggiore attenzione alla nostra salute e dei nostri figli.

Degli effetti che le microonde hanno sulla salute si discute e si scrive da anni, ma la comunità scientifica fatica a prendere posizioni nette, probabilmente perché ormai c’è un’applicazione talmente diffusa e il business è talmente redditizio che si fatica ad affrontare la questione in maniera assolutamente oggettiva e senza pregiudiziali. Per gli stessi motivi, non è scontato che tutti gli studi pubblicati siano esenti da conflitti di interesse. Fatto sta che il principio di precauzione, così come in tanti altri casi, non viene nemmeno lontanamente preso in considerazione.

Immersi nelle microonde
Nelle microonde artificiali siamo immersi giorno e notte: telefoni cellulari (secondo l’International telecommunications union, nel mondo sono attivi 5 miliardi di apparecchi mobili, oltre la metà dei
quali utilizzati da bambini o giovani adulti), ripetitori per garantirne il funzionamento, telefoni cordless (2 miliardi nel mondo), tecnologie wireless (cioè che non utilizzano fili ma antenne che diffondono microonde negli ambienti), e poi anche i forni a microonde. Questa esposizione cronica ha indotto numerosi scienziati a studiarne gli effetti sulla salute umana.

Gli effetti non termici
«Finora ci si è concentrati sull’effetto termico di breve periodo, che praticamente non ha il tempo di realizzarsi. È proprio da questo che si trae la conclusione sbagliata, pensando che non ci siano danni» spiega il professor Karl Hecht, già docente di patofisiologia clinica e di neurofisiologia. Infatti, per raggiungere con le microonde un surriscaldamento tale da indurre danni, occorrerebbe un’esposizione abnorme, mentre gli effetti più subdoli sono proprio quelli non termici, «che gran parte della comunità scientifica continua a negare, ma che esistono» testimonia il dottor Francesco Imbesi del Centro tutela consumatori utenti dell’Alto Adige, che da anni si batte per fare chiarezza sull’argomento. «La sindrome da microonde o malattia da frequenze radio venne descritta già nel 1932 e negli anni immediatamente successivi» continua il professor Hecht. Gli effetti biologici non termici sono poi stati confermati anche da studi assai più recenti…

Sempre nell’articolo, da acquistare:

>> I risultato dello studio pubblicato sul Journal of Neurooncology circa i test fra cellulari e DNA
>> Il BioInitiative Report
>> Il rapido sviluppo delle tecnologie wireless e gli effetti sulla salute
>> Tumori e cellulari: lo studio di Levis
>> Gli studi dell’Istituto Ramazzini e i nuovi dati in arrivo
>> Il parere dello Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro

>> Precauzioni con:
– telefoni cellulari
– ripetitori e antenne
– cordless
– apparecchi wireless
– forno a microonde

Box: Cosa fare?
Le normative italiane, gli ammonimenti dello Iarc, gli effetti genotossici documentati dagli studi… ecco come difendersi dalle radiazioni emesse dall’uso del cellulare.

La versione completa dell’articolo è pubblicata nel numero cartaceo della rivista Terra Nuova – Novembre 2011 disponibile anche come eBook. (TERRA NUOVA)

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ONDE ELETTROMAGNETICHE


In natura tutto è vibrazione e la materia appare, a prima vista inerte, specialmente a livello macroscopico, ma a livello ultramicroscopico è agitata, come un mare in tempesta.
La scienza medica attualmente ignora, anzi rifiuta anche solo l’eventuale possibilità di una regolazione del metabolismo cellulare e dei vari sistemi organici mediante impulsi elettromagnetici. Per sottolineare l’ottusità di tale confutazione basterebbe osservare le informazioni rapidissime che influenzano i sistemi di difesa del corpo umano all’entrata in circolo di tossine, allergeni, virus e batteri, rapide esattamente come la propagazione di radiazioni elettromagnetiche (EM) e le relative informazioni veicolate.

Oppure basta osservare le risposte neuro-ormonali mediate dall’ipofisi e dall’ipotalamo a seguito di uno stimolo di paura.
Oramai è saputo che vi è un continuo scambio di energia, di radiazioni, di ioni, di onde elettromagnetiche, di frequenze, tra Cielo e Terra. La Natura e l’Uomo vivono in mezzo a questo complesso interscambio, le nostre cellule cioè sono in stretto contatto con tali campi di forze.
Il DNA, nel nucleo cellulare, non è soltanto un puro elemento biochimico, ma anche e soprattutto una antenna capace di emettere ed assorbire frequenze elettromagnetiche in grado di leggere il contenuto informativo e trasmetterlo in un processo a cascata. Dagli anni Venti molti ricercatori, tra i quali Geoges Lakhovsky, sostennero il ruolo dei campi elettrici prodotti da frequenze di 750 KHz sulla salute umana. La sua convinzione scientifica si può riassumere nell’affermazione: “Ogni essere vivente emette radiazioni, la grande maggioranza degli esseri viventi è capace di ricevere e rilevare onde…” e ancora: “La vita è creata dalle radiazioni, la vita è mantenuta dalla radiazione, la vita è distrutta da uno squilibrio oscillatorio e vibratorio”.
Si potrà perciò comprendere chiaramente che ogni forma di inquinamento elettromagnetico potrebbe, in teoria creare interferenze anche gravi al genere umano. Basti pensare che tale inquinamento ha ultimamente saturato l’ecosistema terrestre di radiazioni o campi elettromagnetici di varie frequenze. E’ un inquinamento invisibile ma anche per questo più pericoloso che può perturbare il campo “personale” di ogni essere vivente alterando le sue capacità di ricevere informazioni e di poterle ritrasmettere senza alcuna interferenza.
Tale perturbazioni sono di quattro categorie base: radiazioni geologiche, cosmiche, biologiche, psicobiologiche.
1) Onde cosmiche: provengono dalle profondità dell’Universo e possono essere nocive o benefiche in relazione alla “filtrazione” degli strati dell’atmosfera e della struttura della crosta terrestre.
2) Onde geologiche: sono quelle che creano la premessa per il funzionamento metabolico, enzimatico, catalitico e quindi energetico della materia. Di queste fanno parte le cosiddette onde di Schumann. Sono onde a brevissimo raggio e di elevata intensità, hanno frequenze che vanno da 1 Hz a circa 1000 Hz e sono prodotte dalla Terra come emissione naturale. Tali onde sarebbero indispensabili all’equilibrio del sistema nervoso centrale e soprattutto del sistema nervoso periferico. Sappiamo oggi, con certezza, che l’eliminazione forzata delle onde di Schumann crea tutta una serie di sintomi e di disturbi psicofisici, come stanchezza, problemi di assorbimento dei cibi, alterazioni dei livelli ormonali, alterazione del sistema immunitario, minore resistenza alle infezioni virali, ecc. Tali onde, vengono però bloccate dall’asfalto delle strade, il cemento e dagli isolanti.
3) Onde biologiche: svolgono il ruolo di armonizzazione vitale delle cellule. Si pensi alle emissioni vibrazionali di erbe, piante, fiori radici, minerali, cristalli, ecc.usate per la terapia delle malattie delle cellule umane, animali e vegetali.
4) Onde psicobiologiche: sono deputate alla trasmissione tra cellula e cellula. Le ondealfa, beta, theta e delta si rapportano con il ritmo vitale delle creature viventi eccitando e mediando l’attività dei due emisferi cerebrali.
Onde Alfa: 7.5-13.5 Hz
Onde Beta: 14-30 Hz
Onde Theta: 4-7 Hz
Onde Delta: 0.5-3 Hz
Fattori di perturbazione energetica che influiscono sulla salute:
1) Disturbi naturali dell’ambiente: corsi d’acqua sotterranei, falde d’acqua paludi, pozzi artesiani, radioattività naturale, falde di petrolio, alcuni minerali, sacche di gas, cavità sotterranee e gallerie, modificazioni dei campi magnetici terrestri, interferenze astrologiche, particelle cosmiche, nodi della rete di Hartmann.
2) Disturbi artificiali: veicoli sotto la camera da letto (garage), canalizzazioni acqua e gas, inquinamenti elettrici, alte e basse frequenze, qualsiasi materiale elettrico e elettronico, forni a microonde, inquinamenti ed emanazioni chimiche, orologi a cristalli liquidi, collant femminili, indumenti sintetici.
3) Perturbazioni individuali:

cause endogene) fattori genetici.
cause esogene) stress, incidenti e traumi, affaticamento, anestesie, interventi chirurgici, malattie infettive e parassitarie, malattie immunitarie e degenerative, occlusioni dentali, ecc.
4) Disturbi paranormali: oggetti caricati negativamente, disturbi dell’aura.
Effetti biologici delle onde elettromagnetiche:
da 25 a 30 MHz (radiofrequenze CB, taxi, ecc) penetrano in tutti i tessuti, nelle ossa e in particolare nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino dell’occhio.
da 88 a 108 MHz (radiodiffusioni FM) penetrano fino a 4 cm di profondità nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino.
da 175 a 216 MHz (banda televisiva UHF) interessano soprattutto i bambini in crescita.
da 614 a 854 MHz (banda V-UHF televisiva e telefonia mobile da 900 a 1800 MHz) penetrano nel cervello fino a 2 cm e hanno una potenza energetica dieci volte superiore a quella delle onde FM
da 2450 a 2.5 GHz (radar, satelliti, forni a microonde) penetrano nel cervello da 0.5 a 1 cm e sono dannose per gli occhi, il sangue ed i microrganismi.
da 10 a 100 GHz (radar militari e forni industriali) penetrano nel cervello per alcuni millimetri, disturbano il sangue e i microrganismi, possiedono una potenza energetica circa diecimila volte superiore rispetto a quella delle onde di 10 MHz.

Pericoli nascosti nelle case:
1) Moquette: si possono produrre elevati campi magnetici camminando su di essa, per effetto dell’attrito. Si può caricare fino ad un valore di 5000 volt. producendo un forte campo elettrico all’interno della stanza.
2) Bocchette aria condizionata: sono fortemente produttrici di cariche elettriche positive, perché l’aria, passando attraverso i fili si carica di tale polarità.
3) Il televisore: è costituito da un grosso tubo catodico che, letteralmente spara gli elettroni sullo schermo, questi oltrepassano e si diffondono nella stanza.
4) Motori: per esempio di frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie irradiano una considerevole energia elettromagnetica nell’ambiente.
5) Materiali sintetici: possono creare non pochi problemi alla salute, poiché tali materiali si caricano elettrostaticamente per strofinio. Esempio ne è l’uso indiscriminato dei collant giorno e notte.

Estrapolato da Onde Elettromagnetiche Claudio Viacava ed. Xenia

LINEE ELETTRICHE

Quando le linee elettriche trasportano un alto voltaggio, sia che siano sospese o sottoterra, sembra che abbiano degli effetti negativi sulla gente che vive e lavora nelle vicinanze. Gli elettrodi ad alto voltaggio creano campi che si estendono per diverse centinaia di metri e che, come dicono alcuni scienziati, possono scatenare differenti effetti su uomini e animali. In Inghilterra il Dottor Perry ha pubblicato scoperte che dimostrano come la gente che vive in campi magnetici molto alti sia per il 40% più portata al suicidio.
I risultati di ben 20 e passa programmi condotti dalla Marina su volontari indicarono che vi erano effetti biologici potenzialmente pericolosi per la salute umana. Centoventi volontari furono sottoposti a campi di basso livello. Questi test produssero effetti allarmanti. Tutti tranne uno mostrarono una rapida crescita del siero triglicerico (un allarme evidente di problemi cardiaci).
Alcuni scienziati pensano che le condotte interrate siano probabilmente ancora più importanti delle condutture sospese. Recenti ricerche scientifiche suggeriscono anche che i campi magnetici possono non solo influenzare il comportamento individuale delle cellule, ma anche il rateo a cui queste si moltiplicano.

Aumentando il rischio di proliferazione casuale (cancro). Infatti negli USA e in Svezia, gli studi hanno evidenziato come sia i bambini che gli adulti che vivono nei pressi delle linee elettriche, possano più facilmente ammalarsi di cancro. Studi epidemiologici in Gran Bretagna hanno anche mostrato come i dipendenti delle compagnie elettriche, abbiano il doppio di possibilità di contrarre la leucemia mieloide acuta.
Nonostante il peso crescente delle prove, le autorità continuano a permettere che le abitazioni siano costruite vicino alle linee di distribuzione elettrica.

Articolo tratto da NEXUS NEW TIME edizione italiana n°4

STANDARD DI EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE

The Swiss standard according to The Federal agency for Environment, Forests and Landscape (BUWAL):

Mobile Phone Towers, exposure limits:
at 900 MHz 4,0 V/m or 4,2 µW/cm²
Radio and TV transmitters, exposure limits:
3,0 V/m or 2,4 µW/cm²
8,5 V/m or 20 µW/cm² for long and middle-wave
Magnetic Field from Power Lines, Substations etc where people spend time:
1 µT or 10 mG

The Italian, public exposure limits for locations where people spend more than 4 hours/day. January 2, 1999:

Mobile Phone Towers and Broadcast 6 V/m or 10 µW/cm²
for other RF/MW exposures:
at 3 MHz-3 GHz 100 µW/cm²
at 3 GHz-300 GHz 400 µW/cm²

Russia, public exposure limit:
at 900 MHz 3,0 V/m or 2,4 µW/cm²

China, public exposure limits:
at 900 MHz 5,0 V/m or 6,6 µW/cm²

ICNIRP, public exposure limit: at 900 MHz 450 µW/cm²

Tratto da FEB – The Swedish Association for the ElectroSensitive

Danni provocati dalle onde elettromagnetiche

Gli effetti che tali radiazioni possono provocare sugli organismi si distinguono in:
1) effetti termici o a breve termine
2) effetti non termici o cronici.
Per effetto termico si intende il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni. La gravità di questo tipo di effetto, va ricercata nel fatto che questo riscaldamento avviene internamente al corpo e non viene percepito dagli organi sensoriali: per l’organismo non è così possibile attivare meccanismi di compensazione. Gli organi con scarsa circolazione sanguigna (che favorisce la dispersione del calore prodotto) e bassa conducibilità termica (fattore negativo ai fini di una efficace dispersione del calore) sono i più colpiti (testicoli, cornea, ecc.).
Che le radiazioni elettromagnetiche influenzino i nostri ritmi fisiologici lo dimostra la ghiandola pineale, situata nella parte posteriore del cervello. Questa minuscola ghiandola a forma di pigna (da cui il nome) secerne melatonina, un ormone che regola, oltre l’umore, il sistema endocrino e riproduttivo. La produzione di melatonina è massima durante la notte e scende al minimo durante il giorno, poiché la luce inibisce il funzionamento della ghiandola. La melatonina, secondo gli studi fatti, sembra essere in grado di proteggere l’organismo da alcune forme di tumore. La sua riduzione in soggetti esposti in modo prolungato spiegherebbe, oltre la promozione di tumori, i vari disturbi riproduttivi e neurologici segnalati da alcune ricerche epidemiologiche.
Negli ultimi anni l’attenzione dei biologi di base si è andata via via spostando dalle mutazioni genetiche ad altri possibili meccanismi responsabili della crescita tumorale. Il prof. Ross Adey, biofisico, che fa ricerca sui campi elettromagnetici sin dalla fine degli anni ’50 ed ha avuto la possibilità di studiare gli effetti di radar e microonde sui militari, afferma: “Gli studi di laboratorio hanno
identificato nelle membrane cellulari la parte dei tessuti che, con tutta probabilità, per prima subisce le interazioni con i campi elettromagnetici a bassa frequenza e i campi modulati a radiofrequenza/microonde.

Studi epidemiologici hanno attirato l’attenzione verso i Campi elettromagnetici e i campi modulati a radiofrequenza come possibili fattori di rischio per leucemie, linfomi, tumori al seno, melanomi epiteliali, tumori al cervello”.
Nel mondo anglosassone si stanno adottando misure cautelative per i bambini, a fronte di una evidenza scientifica riferita a rischi per la salute derivati da esposizione continuata e inconsapevole a microonde, anche a bassa intensità.
Misure cautelative e restrittive, con specifico riferimento alle strutture scolastiche o comunque destinate a bambini e ragazzi, sono attuate in Nuova Zelanda, in Svezia, in Canada, in Australia e negli Stati Uniti.
In molti paesi, si moltiplicano le proteste da parte di gruppi di cittadini e associazioni, movimenti ambientalisti e gruppi di tecnici (medici, fisici, biofisici, oncologi.).
Conferme sugli effetti tumorali dei campi magnetici provengono dall’autorevole Karolinska Institut di Stoccolma (centro di riferimento dell’OMS e del premio Nobel) e da altre istituzioni scandinave: i risultati dei loro studi epidemiologici indicano un aumento del rischio per esposizioni prolungate a campi magnetici con intensità superiori a 0,2 microTesla.
In Italia, ricercatori come il dott. Franco Merlo (Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro), il Prof. Giuseppe Masera (coordinatore di numerose ricerche internazionali sui tumori infantili) e il Prof. Cesare Maltoni (Fondazione europea di oncologia e scienze ambientali, presidente onorario della Società italiana tumori e segretario generale del Collegium Ramazzini) hanno evidenziato da anni il nesso tra l’esposizione a campi elettromagnetici (CEM) a bassa frequenza (a cui nessuno di noi sfugge) e l’insorgenza di leucemie in popolazioni di età pediatrica (0-14 anni): bambini a lungo esposti a valori di CEM 50-60 Hz superiori a 0,2 microTesla – come quelli prodotti dagli elettrodotti ad alta tensione – hanno una probabilità doppia di sviluppare una leucemia rispetto a bambini esposti a livelli inferiori.

I dati scientifici disponibili, giustificano seri sospetti sulla possibilità che i CEM determinino danni biologici, favorendo la carcinogenesi. I motivi di preoccupazione sono tanto più fondati se riferiti ad un organismo in fase di crescita. Per tali motivi è doveroso cercare di limitare il più possibile l’esposizione dei bambini e in ogni caso, va chiarito che le conoscenze oncologiche indicano che non esistono livelli di salvaguardia assoluta, cioè dosi, anche se basse, tali da essere ritenute assolutamente innocue.
Effetti termici o a breve termine per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 10 milliwatt/cm2:
* variazioni della permeabilità cellulare
* variazione del metabolismo
* variazioni delle funzioni ghiandolari, del sistema immunitario, del sistema nervoso centrale e del comportamento.
per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 50 milliwatt/cm2:
* possibili lesioni cerebrali
* influenza sulla crescita cellulare
* malformazioni fetali
* ustioni interne
* cataratta
* morte per infarto.

Effetti non termici o cronici per intensità inferiore a quella che determina gli effetti termici
* variazione del numero dei linfociti e granulociti (esperimenti su cellule)
* variazioni del livello di anticorpi e delle attività dei macrofagi (esperimenti su animali)
* tachicardia
* dolore agli occhi
* vertigini
* depressione
* limitazione della capacità di apprendimento
* perdita di memoria
* caduta di capelli
nei paesi dell’Est europeo studi hanno evidenziato anche:
* sterilità
* aumento aborti
* abbassamento della fertilità
Secondo l’Agenzia per l’Ambiente degli USA (EPA), su otto studi epidemiologici cinque hanno evidenziato rischi statisticamente significativi associati a:
* neoplasie linfatiche ed emopoietiche
* cancri totali in abitanti (Hawai) in stretta prossimità a torri a radiofrequenze (RF)
* cancro del sistema emopoietico (leucemia, linfoma e linfosarcoma, melanoma e esposizione a radiazione RF) in ufficiali e militari polacchi
Le leggi ed i controlli
L’inadeguata normativa in vigore per gli elettrodotti (D.P.C.M. del 23.4. e D.P.C.M. 28.9.95) indica dei limiti massimi di esposizione in 100 microTesla e distanze da rispettare per i campi elettromagnetici a bassa frequenza di 28, 18 e 10 metri dal filo rispettivamente per elettrodotti da 380, 220 e 132 KV. Questi limiti fanno riferimento a esposizioni di breve durata (effetti a breve termine) e non ad esposizioni prolungate (effetti a lungo termine).
Per i campi elettromagnetici generati da alte frequenze (cellulari) il decreto del Ministero dell’Ambiente n. 381/98 indica i limiti per le radiofrequenze da 100 kHz a 300 GHz.
L’antenna dei telefoni sul tetto solo se tutti i condomini sono d’accordo
* Monza (Milano) 9 marzo 1999 – L’installazione di una antenna sul tetto per la ricezione del segnale dei telefoni cellulari, può avvenire solo se tutti i condomini sono d’accordo. Questo è quanto ha stabilito il giudice del Tribunale civile di Monza, Piero Calabrò, nella causa intentata da due inquilini contro il loro condominio in Via Tevere, 31 a Sesto S. Giovanni.
I due condomini chiedevano che fosse dichiarata nulla la delibera, approvata dall’assemblea a maggioranza semplice il 30 marzo 1998, con cui era stata decisa la locazione alla “Ericsson Telecomunicazioni” del tetto dell’edificio per l’installazione di una stazione radio, con un contratto rinnovabile di nove anni e un compenso di 20 milioni di lire. Il giudice ha dichiarato illegittima la delibera impugnata.
“La richiesta di una maggioranza quantomeno qualificata – ha motivato il giudice – appare ineludibile, atteso l’indubbio carattere innovativo di tale opera sulla cosa comune. E’ nota ed evidenziata dalla stessa giurisprudenza la profonda incertezza, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, che circonda la materia delle conseguenze sulla salute dei cittadini derivanti da vicinanza a stazioni radio a onde o campi elettromagnetici”.
La delibera non ha tenuto in alcun conto, inoltre, anche solo al fine di escluderle, le esigenze di tutela della salute e non ha fornito informazioni sulle caratteristiche dell’impianto e la misura della sua possibile nocività”.”
La Federconsumatori denuncia TIM per pubblicità ingannevole sugli effetti delle onde elettromagnetiche. L’Antitrust avvia il procedimento
* 17 settembre 1999 – Su denuncia della Federconsumatori l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento sulla pubblicità di TIM relativamente agli effetti dell’elettromagnetismo.
La Federconsumatori ha chiesto all’Autorità di verificare l’ingannevolezza del messaggio pubblicitario della TIM, contenuto in due opuscoli di ampia diffusione, secondo la quale “tutti gli scienziati del Mondo sono concordi nel ritenere che le onde, anche quelle emesse dagli impianti radiomobili non producono effetti dannosi per la salute”.
L’Autorità ha chiesto alla TIM di fornire entro 20 giorni:
i testi completi delle fonti scientifiche alle quali si è attinto per la
predisposizione dei due opuscoli denunciati, con particolare riferimento alle citazioni riguardanti l’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Istituto Superiore di Sanità ed all’Università di Roma ogni utile informazione su:
* “i risultati e le evidenze anonimamente condivisi dalla comunità scientifica circa gli effetti sull’organismo umano prodotti dall’esposizione (anche di tipo prolungato e reiterato) ai campi elettromagnetici generati da apparecchi ed impianti di telefonia mobile;
* l’esistenza di eventuali studi già realizzati, nonché di verifiche ed approfondimenti in corso dai quali si potrebbe evincere l’opportunità di adottare cautele e raccomandazioni circa l’uso prolungato degli apparecchi radiomobili soprattutto in determinate circostanze e per determinate categorie di persone (bambini, donne in gravidanza, portatori di determinate patologie, utilizzatori di strumenti elettromedicali, ecc.);
* i problemi di interferenza elettromagnetica degli apparecchi di telefonia mobile con strumentazioni e dispositivi elettronici: peacemaker, apparecchi acustici, apparecchi elettromedicali, apparecchi di navigazione, ecc.;
* le informazioni disponibili su eventuali casi di particolari intolleranze e reazioni soggettive derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparecchi e dagli impianti di telefonia radiomobile.”
Tratto dal Sito dei Verdi Livorno

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Come difendersi dall’ elettrosmog (dal sito http://www.ergoshop.it/ )     Fonte originale: https://geograficamente.wordpress.com/2011/11/10/elettrosmog-da-antenne-per-cellulari-%E2%80%93-l%E2%80%99inquinamento-diffuso-invisibile-di-cui-non-si-parla-perche-tutti-ci-sentiamo-colpevoli-e-la-necessita-di-porre-dei-limiti-%E2%80%93-la-deregu/https://geograficamente.wordpress.com/2011/11/10/elettrosmog-da-antenne-per-cellulari-%E2%80%93-l%E2%80%99inquinamento-diffuso-invisibile-di-cui-non-si-parla-perche-tutti-ci-sentiamo-colpevoli-e-la-necessita-di-porre-dei-limiti-%E2%80%93-la-deregu/                                DOTTOR ZUCCONI PAOLO 
domenica 5 gennaio 2014 / 12:55
Un tipo particolare di inquinamento atmosferico fa riferimento all’elettrosmog (in particolare antenne dei telefonini). Può causare una diminuzione
degli scambi tra il nucleo e la membrana cellulare, riducendo poco a poco la differenza di potenziale elettrico della cellula, causando così un malfunzionamento che può generare disfunzioni e malattie. Spesso infatti un luogo, reso insalubre dalla presenza di antenne per la telefonia mobile, di impianto elettrico e di cellulari ha effetti biologici negativi sulla vita della persona, ne perturbano l’energia e l’equilibrio individuale, provocando intolleranze e danni alla salute psicofisica e indebolendola nella sua totalità o funzioni di essa, anche solo in determinati periodi.
Tra gli influssi nocivi più comunemente si notano malesseri di pertinenza neuropsicologica come sonno inquieto con frequenti risvegli e incubi, sonno non soddisfacente con sensazione di stanchezza o bassa energia mattutina, risveglio difficile e lungo, insonnia perniciosa, mancanza di concentrazione, stanchezza cronica, ricorrente mal di testa e di schiena, disturbi della colonna vertebrale, depressione atipica, inquietudine non spiegabile, sterilità, tachicardia ed ipertensione essenziale, manifestazioni patologiche, senza accertate cause organiche, da sistema immunitario debilitato, emicranie resistenti alle terapie ufficiali frequentemente associate a irritabilità, brividi ed invecchiamento della pelle. Ciò avviene, con amplia variabilità individuale,in base alla sensibilità personale (più esposti sono i bambini e le donne), al livello di soglia di vulnerabilità allo stress e alla somma dei campi elettromagnetici negativi presenti nell’ambiente circostante.
liberamente tratto da P. Zucconi, Il manuale pratico del benessere, edizioni Ipertesto con patrocinio club UNESCO
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