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Donne No MUOS irriducibili in lotta 08/03/2016

NISCEMI - Sarà proprio nei tre giorni che seguiranno questa Giornata della Donna che le parabole del MUOS, il sistema di comunicazione satellitare statunitense, assieme alle 46 antenne Nrtf verranno accese in concomitanza per le misurazioni ordinate dal CGA e che dovranno essere rilevate al fine di comprenderne il grado “reale” di potenza. Nonostante più volte sia stato chiesto alle Istituzioni di far valere il principio di precauzione secondo cui, in termini spiccioli, quando qualcosa non è verificabile faccia male alla salute delle persone e l’ambiente circostante e l’unico modo sia quello di crearne una prova allora la prova non va eseguita a tutela dell’incolumità, come ne deriva dalla Comunicazione COM(2000) 1 della Commissione Europea, documento redatto contestualmente alla Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro.
E su questo e il timore per l’incolumità dei propri figli e più in generale dei cittadini siciliani le Mamme No MUOS di Niscemi e quelle di Caltagirone hanno incentrato la propria battaglia, rivolgendo il proprio sguardo anche alle funzioni che il MUOS avrà negli scenari bellici. Per queste ragioni la lotta No MUOS non ha un valore circoscritto territoriale ma guarda a cosa avviene fuori, là dove si combattono guerre e dove tanti innocenti muoiono. E che le donne in prima persona prendano in mano le redini di lotte importanti non è una cosa nuova, oltre i movimenti storici di autodeterminazione delle donne che hanno attraversato il secolo che ci siamo lasciati alle spalle, tracce del valore delle loro azioni lo si può scorgere non andando molto lontano: Berta Ceres, attivista ambientalista delle Honduras che lottava per la comunità indigena e contro la deforestazione nel suo  Paese è stata assassinata nella notte tra il 2 e 3 marzo. Una donna e la sua lotta per tanti.
Anche in Sicilia da Niscemi alla Valle del Mela ci sono donne che hanno deciso di prendere posto in prima linea.

Concetta Gualato è una delleMamme no MUOS di Niscemi  una realtà che lei definisce ostilescettica. "Il "MUOS" – dice – è uno dei tanti problemi che attanagliano la nostra società, la scoperta della sua esistenza così vicina a noi, e che sentiamo come una minaccia per la nostra salute e quella dei nostri figli, ha portato noi donne e mamme ad affrontare il problema pur scontrandoci con le sterili critiche di un popolo già scettico".
Ed in effetti Niscemi nel corso di decenni  è stato un luogo attanagliato dagli interessi delle mafie, centro di faide e scenario di truci fatti e molti dei suoi abitanti non hanno potuto altro che vestirsi di una bolla di scetticismo e indolenza per essersi sentiti abbandonati o ingannati dalle promesse,  tranne che per quegli esempi di lotta sociale che si sono piano piano insediati nel suo contesto contro le mafie e le speculazioni. "Noi donne ci siamo riunite spontaneamente segnando un momento storico e rivoluzionario che ci ha viste protagoniste di una lotta contro uno stato chiamato "America " – racconta – e finalmente in prima linea in una società che fino ad allora sembrava non appartenerci". Concetta ci tiene a dire poi che "all’ interno di ogni famiglia coinvolta nella lotta le mamme sono diventate modello da seguire per difendere i propri diritti sviluppando nei figli una coscienza critica e combattiva,né servile né sottomessa".
A qualche chilometro da Niscemi ma sempre in prima linea sul campo in contrada Ulmo le Mamme No MUOS di Caltagirone sono conosciute per non essere di quelle che le cose le mandano a dire, tanto da scrivere in diverse occasioni al Presidente della Repubblica  Mattarella, alla Ministra della Salute Lorenzin, aver incontrato la Prefetta di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta, alla quale proprio in questi giorni, apprese le date di misurazione del campo elettromagnetico presso la base Nrtf di Niscemi, hanno inviato una nuova lettera per un nuovo incontro sollecitandola a prendere in considerazione cosa potrebbe avvenire nel momento in cui tutte le antenne e il sistema MUOS saranno accesi. Per Samanta Cinnirella, Marianna Garofalo e Monia La Iacona "la questione MUOS ha aperto tante di quelle coscienze che ha completamente stravolto il concetto classico di mamma" dicono di non sentirsi più madri serene di poter vivere la quotidianità come nulla accadesse attorno a loro "ma madri tradite e pronte a lottare con chi doveva garantire loro la vita e la pace".
Mettersi in gioco come donne non è una cosa semplice, il lavoro, i figli da seguire nella loro crescita, i compiti a casa, una casa da portare avanti, le lavatrici. La lotta diventa quando seguita con decisione e in maniera risoluta un’altra attività, un altro lavoro. Raccontano di aver avuto non pochi problemi per questo, discussioni ed anche subire i commenti sul loro impegno che definiscono «egoistico» perché "vede sacrificarci per tutti  e affinché un giorno i nostri figli possano vivere  sereni".
"La verità - dice Marianna perché in fondo non si tratta di egoismo ma di altruismo - è che non c’è madre che non veda gli occhi di suo figlio negli occhi di qualunque altro bambino, e questa è una forza, una forza per poter cambiare le cose e per poter pensare che il coraggio, che tutte le madri hanno, possa essere contagiato per combattere per questioni che stanno diventando fondamentali ,come i diritti che pensavamo d'avere".
Anche Monia fa la spola da Caltagirone a Niscemi da quando si è impegnata nella lotta contro le antenne e le parabole che come giganti occupano una parte della Sughereta di Niscemi oramai resa arida, recintata da chilometri di filo spinato e controllata dal via vai degli hummer americani, dice "avevamo gli occhi bendati e non ci eravamo accorte di cosa stava accadendo accanto a noi, abbiamo preso coscienza e consapevolezza che nessuno poteva difenderci, uno Stato assente e sordo,  che ci ha costretto a scendere in piazza per rivendicare i nostri diritti fondamentali sanciti in una Costituzione violata e calpestata", con amarezza pronuncia una frase: "quando abbiamo provato a coinvolgere altre mamme qualcuno ha insinuato che siamo "portate" a questo tipo di lotta, ma non capisco cosa vogliano dire, l’unica cosa a cui sono portata é al rispetto degli altri e dei valori veri e se sono “portata” a qualcosa  si tratta di proteggere i miei figli, la loro e la mia salute, la loro serenità senza se e senza ma".

Insomma, cimentarsi nella lotta non è un mestiere facile, forse non per tutti perché prevede una buona dose di coraggio e sacrificio, quello che molte donne dedicano nelle forme  che possono ovunque si combatta per la pace, la salute, l’ambiente. Nei prossimi giorni le antenne Nrtf ed il MUOS verranno accesi, cosa accadrà è incerto, non si è mai verificata una situazione simile prima e le valutazioni su cui si fondò il rilascio delle autorizzazioni nel 2011 erano solo previsioni e supposizioni, oggetto oggi di controversia. Le misurazioni che sarebbero dovute avvenire il 13 e 14 febbraio come deciso dal collegio di verificatori non ebbero luogo perché da un colloquio tra la Prefettura di Caltanissetta, Asp, Arpa, Vigili del Fuoco e Comune di Niscemi emerse che questi in caso di una emergenza non avrebbero in quella occasione saputo affrontarla. Le donne No MUOS e tutti i cittadini come di Niscemi, del circondario e altrove si domandano cosa sia cambiato in cosi breve tempo. Come è stato scritto alla Prefetta di Caltanisetta “Il timore per questa verifica è diffuso e oggetto di un allarme preoccupante tra la popolazione”. http://www.ilpapaverorossoweb.it/
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