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MORGELLONS UNA STORIA. 1° PARTE

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Molti hanno sentito parlare di morgellons, ma pochi immaginano cosa significa avere una patologia così subdola e non riconosciuta dalla medicina ufficiale.  Gli  effetti diquesto morbo sono incontrollabili e le  variabili molto complesse, probabilmente perché legate ad una catena di combinazioni non considerate dai parametri  convenzionali. La dilagante disinformazione studiata a tavolino da parte di coloro che  continuano a coprire l’impiego di quella scellerata sperimentazione alla quale il morgellons è collegato, ha reso e rende la vita impossibile a chi  ne è affetto, oltre a creare un superficiale scetticismo  e disinteresse da parte di coloro che, per paura di accettare la verità, si rifugiano nelle più squallide convinzioni di comodo.  Il  muro di omertà della medicina ufficiale è il risultato di quanto quest’ultima  sia corrotta e subordinata ai soliti poteri.
Mia madre è stata una delle tante vittime colpite. Aveva subìto tanti anni prima, l’asportazione della milza a causa di un brutto incidente stradale, dove tra l’altro era deceduta  mia sorella. Il suo sistema immunitario, quindi, era forse più debole ma mai avrebbe immaginato cosa si celava dietro quelle piaghe. Nel 1997 comparvero le prime manifestazioni cutanee.Troppo presto, direte voi, per associarle alle irrorazioni chimiche. Perché pensate veramente che l’inizio della sperimentazione nel territorio Italiano, tramite irrorazione chimica,  sia iniziato solo nel 2003 con l’accordo Berlusconi? E pensate che abbiano utilizzato sempre le stesse miscele? Infatti, tra i malati di morgellons, ci sono casi diversificati tra filamenti, parassiti e altro materiale sconosciuto, riscontrato sulle piaghe o fuoriuscire dalla pelle.
Dopo anni di fallimenti, inutili visite dermatologiche ed inutili trattamenti epidermici, mia madre iniziò a sperimentare prodotti più naturali e fai da te e tra questi, si accorse che prelevando il piccolissimo morge 1parassita dalla piaga, riusciva a limitare nuove formazioni. E quello che raccontava scrupolosamente nelle varie visite specialistiche, era tutto vero. La sensazione che qualcosa entrasse nella pelle o uscisse dall’interno, la spinse a prelevare di sua iniziativa, un lembo dipelle, inserirlo in una provetta da sottoporre al medico scettico come prova. Ma purtroppo non veniva creduta e spesso non sono mancate umiliazioni da parte di medici che la accusavano di aver bisogno di uno psichiatra e non di un dermatologo, in quanto quelle piaghe, erano a parer loro, di origine psicosomatica. Avevano imparato così bene la lezione, che quasi utilizzavano tutti  le stesse identiche  parole. Maledetti!
Mia madre aveva capito che si trattava di parassiti, ma non immaginava che l’alimento a tutto questo provenisse  dall’organismo. Nel 2002 la feci ricoverare in una clinica dermatologica specializzata e fornita di tutte le strumentazionia ll’avanguardia (di proprietà della IDI e quindi Vaticano). Fu dimessa con ladiagnosi “acariasi”. Prescrizione delle solite inutili pomate e nulla di più. Nonostante avessero probabilmente analizzato con una biopsia il tessuto e ciò che conteneva,   fu nascosta la vera natura di quegli acari, non a caso definiti pseudo parassiti o parassiti nanotecnologici.  Avevo la sensazione che si stava perdendo del tempo prezioso, ma non sapevo come muovermi. Negli anni successivi iniziai a sospettare qualcosa di grave e ad avere le prime informazioni sulle scie chimiche. L’utilizzo di qualche prodotto naturale, non era sufficiente per contrastare il morgellons che necessitava di una cura dall’interno per bloccare  un processo debilitante e subdolo.  Forse confondo le date, ma una cosa la ricordo bene: il grande aiuto che mi diede Rosario Marcianò e la conferma che quegli effetti sulla pelle di mia madre, erano verosimilmente riferibili al morgellons. Iniziai a leggere tutto il materiale che con conoscenza e coraggio, Rosario Maracianò riportava nei suoi articoli . Misi a confronto racconti e  foto di altri malati di morgellons. Tutto corrispondeva.   Chiamai laboratori di analisi per far analizzare quelle piaghe,  ma mi costringevano alla visita dermatologica preventiva e dopo ore di fila,  il dermatologo, al quale richiedevo una sollecitazione per una biopsia del tessuto, sminuiva l’urgenza prescrivendo le solite inutili pomate. Poi parlai con il suo medico curante, al quale strappai  una finta attenzione per l’argomento morgellons, ma con tono severo, come se io fossi responsabile di una mancata attenzione,  mi esortò a fare la cosa più ovvia: una biopsia, per l’appunto. Visto che  non credeva agli ostacoli che questo comportava, le chiesi la cortesia di farmi lei stessa una ricetta medica, per scavalcare la visita dermatologica.  Ma chiaramente mi negò questa possibilità. Cercai allora, laboratori a pagamento e fu un buco nell’acqua.  Mi rivolsi anche alla dott.ssa Gatti, la quale con estrema gentilezza mi fece capire che non era in grado di analizzare ciò che le avrei dovuto spedire in provetta. Bastava un microscopio per capire forma e comportamento anomalo di questi pseudoparassiti.
Dopo 10 anni circa, la situazione di salute precipitò e accadde qualcosa di molto strano. Quelle piaghe che un tempo comparivano disseminate su gambe e braccia con piccole eruzioni, iniziarono ad essere più circoscritte in un’unica piaga più grande e sembrava che gli antibiotici le favorissero, mentre mal tollerava alcuni  farmaci. Oltre alle piaghe, che andavano e venivano, lasciando sempre un alone violaceo ed una pellicola tipo silicone sulla pelle, si aggiunsero altri disturbi in concomitanza  con  l’assunzione di un potente antibiotico, prescritto in modo superficiale dal medico della mutua. Quell’antibiotico era stato prescritto per un sospetto rischio flebite che non era stato associato all’effetto del morgellons (un improvviso piede violaceo con la pelle squamata)  e dell’intossicazione da metalli pesanti con conseguenti disturbi circolatori.  Non posso assicurare se quella circostanza fu determinante per un crollo spaventoso,  ma posso solo confermare che da quel momento si aggiunsero stanchezza, sordità, insonnia notturna ed un sonno improvviso durante il giorno, era tale, da farla cadere a terra come in preda ad una tipica sindrome narcolettica. E’ così che venne risucchiata nel perverso  vortice dell’assistenza sanitaria nazionale , dove ai controlli di routine, si aggiungono farmaci inutili e  dannosi. Impossibile sottrarsi se non utilizzando una mediazione e una repentina sostituzione omeopatica. Sonniferi e  psicofarmaci la stavano portando più in fretta all’altro mondo. Mi imposi per farle interrompere la  cura di un neurologo pazzo, che le aveva prescritto dei farmaci che davano gli stessi disturbi dell’ Alzheimer. Sembrava che ogni farmaco, le accelerasse un processo degenerativo. Si aggiunse una infermità agli arti che la costrinsero su una sedia a rotelle, con tutte le complicazioni che questo comporta. Stavo  remando controcorrente. Le tolsi psicofarmaci e sonniferi e con le cure naturali, riuscii a restituirle un sonno decente. (Tutto questo con la mia ricerca e quella del mio compagno, nonostante  la situazione diventasse sempre più precaria). La portai dal migliore cardiologo di Roma, il quale dopo attente e scrupolose analisi, stabilì che non risultava nessun problema cardiaco e le tolse la pasticca o il cerotto   che il sistema sanitario, prescrive normalmente agli anziani come routine. Dai risultati delle analisi diagnostiche, non risultava nessun problema che giustificasse quel crollo e del resto nessun medico voleva ascoltare o era ingrado di contemplare gli effetti del morgellons.  Non facevo in tempo a limitare un danno, che subito ne creavano un altro. E quando durante i  ricoveri ospedalieri, non riuscivano a fare una diagnosi, ripiegavano sul diabete mellito (che tra l’altro non era preoccupante) e tutto il resto veniva comodamente sottovalutato.
Fine 1° parte Fonte: http://www.misteriesciechimiche.org/
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