Ma non c’era proprio nessun altro per quell’incarico? «Era l’unico che sapeva le lingue».°.°
La storia si svolge a Bruxelles, in rue Rue du Marteau, sede della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione Europea. Tutto quello che per l’Italia si decide in Europa, dai trasporti, agli affari economici, dalla sicurezza, alla sanità, all’immigrazione, passa prima da questi uffici.
È scontato pensare che i ministeri da Roma mandino i migliori funzionari a rappresentarci e a promuovere gli interessi del nostro Paese. Poi, scorrendo l’elenco dei nomi, l’occhio cade sul dirigente di fascia A Pasqualino Rossi, incaricato a inizio anno di occuparsi della nostra sicurezza alimentare, dei farmaci e della salute veterinaria. La nomina è suggerita da una commissione interna alla ministra Lorenzin, che dà l’approvazione finale. Chi è Pasqualino Rossi? Assunto nel ‘98 dal ministero della Salute come direttore medico, si occupa di farmaco vigilanza, e negli anni diventa un importante dirigente dell’Aifa, l’agenzia italiana per il farmaco. Proprio in questa veste, nel 2008, dopo due anni di indagini, viene arrestato dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello, insieme ad altri funzionari pubblici e dirigenti di società di intermediazione nel settore farmaceutico. L’accusa è di corruzione.
Bustarelle
Nelle 400 pagine che spiegano il provvedimento, il Gip di Torino scrive: «Da quanto emerso, si registra una totale assenza nel Rossi dell’interesse per la tutela della salute pubblica». Per conto dell’Aifa si occupa delle procedure di valutazione e autorizzazione dei farmaci presso l’agenzia del farmaco internazionale. La Procura piemontese intercetta e pedina il dirigente per mesi. Ne esce il ritratto di un funzionario pubblico alla continua ricerca di soldi, per mantenere un tenore di vita al di sopra delle sue possibilità. Per questo, secondo i magistrati, passa informazioni riservate agli informatori farmaceutici e agevola le pratiche per l’approvazione dei farmaci in commercio. Quest’attività viene ricompensata con denaro e regali. Matteo Mantovani, rappresentante della Segena, una società di consulenza per le aziende farmaceutiche, alimentari e veterinarie, gli regala una vacanza in un lussuoso resort per tutta la famiglia, oltre ai mobili del nuovo appartamento. A lui si rivolge anche Riccardo Braglia, amministratore della Helsinn Healthcare, il gruppo farmaceutico svizzero produttore della nimesulide, il principio attivo dell’Aulin. Il farmaco, dopo la sospensione in Irlanda per i danni al fegato, rischia in Italia il ritiro dal commercio. Alla fine nel nostro Paese l’Aulin si salva, e per questo, secondo i magistrati, Braglia ringrazia Pasqualino Rossi con una bustarella nascosta dentro ad un giornale. Il passaggio di mano è immortalato in un video girato dai Nas di Roma. La difesa di Rossi, riportata dalla stampa, in merito ai «regali», è disarmante: «Pensavo fossero delle banalità, non ho mai fatto cose contrarie ai doveri d’ufficio».
Iter giudiziario
L’iter giudiziario è lento e accidentato: nel 2008 la Procura di Torino trasferisce gli atti a quella di Roma per competenza; il rinvio a giudizio per Pasqualino Rossi e altri sedici imputati, arriva nel settembre del 2010. Nel frattempo Rossi viene trasferito dall’Aifa al ministero della Salute con incarico di consulenza, studio e ricerca presso la Direzione Generale per i rapporti con l’Ue e Rapporti Internazionali. Deve valorizzare e diffondere le buone pratiche nell’ambito della cooperazione sanitaria e della salute globale, il settore guidato fino a due settimane fa da Daniela Rodirigo, la dirigente allontanata dalla Lorenzin dopo la pubblicazione del famoso depliant sul fertility day.
Prescrizione
Siamo al settembre del 2015. Il Tribunale di Roma, senza arrivare al giudizio di primo grado, emette sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di tutti gli imputati. I giudici scrivono anche che, a contribuire alla dilatazione dei tempi del processo, c’è «la trascrizione delle telefonate che è avvenuta con notevole ritardo, posto che la Procura di Roma non rinveniva i video e le intercettazioni trasmessi dalla Procura di Torino».
Conosce l’inglese
Intanto la carriera di Pasqualino Rossi è proseguita senza intoppi sino alla fine del 2015, quando, insieme ad altri 4 dirigenti, risponde all’interpello per la Rappresentanza permanente dell’Italia all’Ue. La scelta cade su di lui perché uomo d’esperienza che conosce l’inglese. La ministra Lorenzin e i suoi direttori generali dichiarano che, al momento della scelta, non conoscevano la sua storia. Ma prima di decidere una nomina, a nessuno viene in mente di digitare un nome su Google? D’accordo, non è colpevole di nulla, perché il reato è stato prescritto, ma lui stesso aveva ammesso le generose donazioni, e le immagini del passaggio di denaro sono impietose. Insomma, se nei ministeri la carriera è assicurata al di là di tutto, a che titolo uno si dovrebbe impegnare ad essere onesto, competente e meritevole?
Bustarelle
Nelle 400 pagine che spiegano il provvedimento, il Gip di Torino scrive: «Da quanto emerso, si registra una totale assenza nel Rossi dell’interesse per la tutela della salute pubblica». Per conto dell’Aifa si occupa delle procedure di valutazione e autorizzazione dei farmaci presso l’agenzia del farmaco internazionale. La Procura piemontese intercetta e pedina il dirigente per mesi. Ne esce il ritratto di un funzionario pubblico alla continua ricerca di soldi, per mantenere un tenore di vita al di sopra delle sue possibilità. Per questo, secondo i magistrati, passa informazioni riservate agli informatori farmaceutici e agevola le pratiche per l’approvazione dei farmaci in commercio. Quest’attività viene ricompensata con denaro e regali. Matteo Mantovani, rappresentante della Segena, una società di consulenza per le aziende farmaceutiche, alimentari e veterinarie, gli regala una vacanza in un lussuoso resort per tutta la famiglia, oltre ai mobili del nuovo appartamento. A lui si rivolge anche Riccardo Braglia, amministratore della Helsinn Healthcare, il gruppo farmaceutico svizzero produttore della nimesulide, il principio attivo dell’Aulin. Il farmaco, dopo la sospensione in Irlanda per i danni al fegato, rischia in Italia il ritiro dal commercio. Alla fine nel nostro Paese l’Aulin si salva, e per questo, secondo i magistrati, Braglia ringrazia Pasqualino Rossi con una bustarella nascosta dentro ad un giornale. Il passaggio di mano è immortalato in un video girato dai Nas di Roma. La difesa di Rossi, riportata dalla stampa, in merito ai «regali», è disarmante: «Pensavo fossero delle banalità, non ho mai fatto cose contrarie ai doveri d’ufficio».
Iter giudiziario
L’iter giudiziario è lento e accidentato: nel 2008 la Procura di Torino trasferisce gli atti a quella di Roma per competenza; il rinvio a giudizio per Pasqualino Rossi e altri sedici imputati, arriva nel settembre del 2010. Nel frattempo Rossi viene trasferito dall’Aifa al ministero della Salute con incarico di consulenza, studio e ricerca presso la Direzione Generale per i rapporti con l’Ue e Rapporti Internazionali. Deve valorizzare e diffondere le buone pratiche nell’ambito della cooperazione sanitaria e della salute globale, il settore guidato fino a due settimane fa da Daniela Rodirigo, la dirigente allontanata dalla Lorenzin dopo la pubblicazione del famoso depliant sul fertility day.
Prescrizione
Siamo al settembre del 2015. Il Tribunale di Roma, senza arrivare al giudizio di primo grado, emette sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di tutti gli imputati. I giudici scrivono anche che, a contribuire alla dilatazione dei tempi del processo, c’è «la trascrizione delle telefonate che è avvenuta con notevole ritardo, posto che la Procura di Roma non rinveniva i video e le intercettazioni trasmessi dalla Procura di Torino».
Conosce l’inglese
Intanto la carriera di Pasqualino Rossi è proseguita senza intoppi sino alla fine del 2015, quando, insieme ad altri 4 dirigenti, risponde all’interpello per la Rappresentanza permanente dell’Italia all’Ue. La scelta cade su di lui perché uomo d’esperienza che conosce l’inglese. La ministra Lorenzin e i suoi direttori generali dichiarano che, al momento della scelta, non conoscevano la sua storia. Ma prima di decidere una nomina, a nessuno viene in mente di digitare un nome su Google? D’accordo, non è colpevole di nulla, perché il reato è stato prescritto, ma lui stesso aveva ammesso le generose donazioni, e le immagini del passaggio di denaro sono impietose. Insomma, se nei ministeri la carriera è assicurata al di là di tutto, a che titolo uno si dovrebbe impegnare ad essere onesto, competente e meritevole?