di LUIGI GRASSIA Pubblicato il 15/04/2015 |
Per chi crede che il legame fra l’estrazione di metano dal sottosuolo e lo scatenarsi dei terremoti sia solo una leggenda metropolitana ecco arrivare dall’Olanda una doppia notizia choc: il governo olandese «si scusa per i terremoti causati dal prelievo di gas naturale nella provincia di Groningen», e poi (cosa molto più concreta) i giganti del petrolio Shell e Exxon, responsabili di quelle operazioni, si dichiarano colpevoli e stanziano 1,2 miliardi di euro per risarcire i proprietari di 30 mila edifici danneggiati nella provincia dai terremoti più recenti (dopo il 2008).
Un indennizzo di queste dimensioni e con questa causale non ha precedenti. C’era stato qualche episodio del genere, persino in Italia, ma per piccola somme di denaro. Stavolta le dimensioni del risarcimento sono tali da incidere sui bilanci aziendali dei colossi dell’energia. Più in generale, sembra profilarsi un nuovo tipo di danno ambientale che le compagnie possono trovarsi a rifondere: finora i grandi rischi erano il naufragio di una petroliera o l’esplosione di una piattaforma (con perdita di greggio in mare e sulle coste), adesso a questi si aggiunge il danno potenziale da sisma per pompaggio di gas.
Sergio Chiesa, geologo del Cnr, spiega così l’impatto che l’estrazione di metano può avere sul suolo. «Il gas sottoterra ha una certa pressione» dice lo scienziato, «perciò estrarne grandi quantità modifica l’equilibrio del terreno. Se il giacimento è profondo, in superficie si avvertiranno solo piccole scosse. Ma se il deposito di metano è vicino alla superficie, le cose cambiano e i rischi sono maggiori». In Italia episodi noti riguardano il pompaggio di gas a Salsomaggiore ai tempi di Enrico Mattei e la subsidenza (sprofondamento) dei terreni a Ravenna. Ci sono stati risarcimenti per crepe agli edifici, ma i fatti di Groningen in Olanda sono tutta un’altra cosa.
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, conferma che «un risarcimento da 1,2 miliardi per questa causa non ha precedenti» ma aggiunge che la Shell e la Exxon hanno i mezzi per pagare, visto che «a Groningen si estraggono ogni anno, da molti anni, 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno. È uno dei giacimenti più grandi del mondo». E i danni alla stabilità del suolo sono grandi in proporzione.
In Olanda un legame fra l’estrazione di metano e i terremoti era già stato postulato dai geologi nel 1993, ma le scosse sono diventate più frequenti e intense dopo l’aumento della produzione nel 2008. «Mi rammarico - ha detto in settimana il ministro olandese per l’Economia, Henk Kamp - perché la sicurezza dei cittadini non ha avuto la giusta rilevanza. Ma d’ora in poi sarà al primo posto». Fonte www.lastampa.it