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BUTAC & PEDOFILIA


Butac-pedofilia

di Gianni Lannes


Un caso di analfabetismo funzionale, di disinformazione pilotata dal basso,  anzi dallo sprofondo istituzionale. Che credibilità può mai avere chi innanzitutto non si espone personalmente, con nome e cognome e vomita idiozie a raffica per occultare maldestramente la realtà? Ma c'è di peggio. Ecco una situazione in cui cialtroneria e stupidità vanno pericolosamente a braccetto per negare fatti lampanti. Butac, ovvero un’accozzaglia di anonimi moralistoidi d'accatto sulla falsariga dell'attivissimo minus habens - legittimata addirittura dalla presidente della camera Laura Boldrini - che getta fango su chi non ripeta a pappardella le parole d’ordine del potere, e su internet nega verità evidenti anche ai ciechi, usando maniacalmente il trito luogo comune dei termini “bufala” e “complottismo”. Comunque, per la logica coniugata alla semantica, il “complottista” è chi ordisce e realizza appunto i complotti, e non chi li smaschera. Un classico esempio è la guerra ambientale segreta in atto, in palese violazione della Convenzione Enmod dell'Onu(risalente al 1976), ratificata in Italia dalla legge 962 del 1980 a firma del presidente della Repubblica Sandro Pertini.

A proposito di abusi di adulti sui minori, questi sgangherati dementi del nulla miscelato al niente, hanno offerto il peggio nei due seguenti post:




Partiamo dal sedicente ecologista Nichi Vendola, attualmente sotto processo a Taranto per aver aiutato la famigerata Ilva ad assassinare meglio Taranto e dintorni. Dunque si fa riferimento all’intervista che l’ex comunista noto alle cronache internazionali per l’acquisto all’estero di una maternità surrogata, insomma una madre a cui ha sottratto a pagamento all’estero il figlio appena nato, aveva rilasciato al quotidiano La Repubblica il 19 marzo 1985:

«Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti - tema ancora più scabroso - e trattarne con chi la sessualità l' ha vista sempre in funzione della famiglia e dalla procreazione».

Vendola ai giorni nostri ha negato pubblicamente di aver pronunciato quella frase, però La Repubblica non ha mai ricevuto né pubblicato una lettera di smentita o comunque di rettifica da parte di Vendola. Comunque pochi mesi dopo, ovvero il 6 maggio 1985 (pagina 4), la rivista Nuova Solidarietà riporta la stessa frase e sempre attribuita direttamente a Nichi Vendola. Citiamo di nuovo e la fonte, questa volta, non è La Repubblica: 

«diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti sessuali con gli adulti». 

Vendola l’avrebbe pronunciata davanti all'assemblea dei militanti della Fgci quando, nel marzo del 1985, venne eletto membro della segreteria nazionale. Dunque due testi, diversi e indipendenti tra loro, riportano lo stesso episodio. Evidentemente non fu solo il giornalista di Repubblica a capire male. Vendola non si limita a dire che bisogna parlare anche di pedofilia, parla proprio di diritto dei bambini ad avere rapporti, anche con adulti. E che intenda dire questo lo si capisce quando si lamenta del fatto che il sesso è sempre stato inteso in funzione della procreazione e della famiglia, come a dire che invece va considerato anche il sesso dei bambini, il loro diritto ad avere rapporti sessuali, anche con adulti.  

Ovviamente il livello di condizionamento “culturale” in atto è di tipo ideologico, come nel caso documentato delle linee guida targate OMS e dell’Unione europea, prontamente recepite dal governo tricolore. Un provvedimento viscido e subdolo che ha come scopo nascondere il vero obbiettivo: abrogare ogni possibile azione penale in base a distinzione di orientamento sessuale e età, quindi è una legalizzazione della pedofilia nascosta da un testo sulle unioni omosessuali.

Non è un caso se poi il governo Renzi e quello Gentiloni hanno accumulato una quarantina di atti parlamentari (interrogazioni ed interpellanze) sulla pedofilia ed in generale la violenza contro i minori e non abbiano mai risposto. Ed è singolare che l’eterodiretto Renzi non abbia presentato, così come impone la legge 3 agosto 1998 numero 269 (articolo 17, comma!) la relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione ("Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitu'").


riferimenti:































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