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BURIONI: DA DON VERZE’ A CAMERINO…

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di Gianni Lannes

Ecco il quasi Nobel tricolore già smontato tecnicamente dal dottor Fabio Franchi. Nel 2009 Roberto Burioni non è riuscito a superare un concorso pubblico (con appena 9 partecipanti complessivi non migliaia,, lui stesso incluso) all'ateneo di Camerino, non all'Università di Harvard, per ricoprire il posto di "professore universitario di ruolo di prima fascia". Dunque, il "somaro" (senza offesa per il quadrupede) è stato bocciato.


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Burioni risulta affiliato a “sua insaputa” (e a suo dire) al "grande oriente d’Italia", come si evince da una lista di 26 mila grembiulini. Il decano professor Carlo De Giuli Morghen ha valutato il vate dei vaccini forzati con un misero sufficiente. Ma non era Roberto Burioni quello affermato e riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale? Oste il vino è buono? Uno che vanta la titolarità di tanti brevetti per "anticorpi monoclonali" - a favore di Pig Pharma - non dovrebbe proprio fiatare, invece di sponsorizzare a tutto spiano le iniezioni forzate contro i minori.


Renzi intende candidarlo al Parlamento mentre la Lorenzin (quella che ha confuso i batteri con i virus saltellanti e ha preso ordini da Obama nel 2014 per marchiare a vita i nostri figli) vuole addirittura conferirgli una medaglia d’oro al merito delle iniezioni vaccinali forzate, a danno dei bambini. 

Burioni si dà arie da tuttologo però vanta conflitti di interesse economico, poiché titolare di brevetti vaccinali (da Bracco a Pomona, Ribovax e così via). Burioni, inoltre, risulta impiegato all'università "Vita-salute" del famigerato San Raffaele di don Verzé, una struttura assurta alle cronache giudiziarie degli ultimi 40 anni per variegati scandali, nonché per un crac finale da un miliardo e mezzo di euro, con annesso suicidio.

Roberto Burioni ha gli attributi per un vero confronto dialettico sui vaccini, vale a dire non truccato, in ambito pubblico e senza rete di protezione o teme di andare al tappeto alla seconda ripresa? Vediamo alla prova dei fatti e dinanzi all'opinione pubblica chi è l'analfabeta funzionale di turno.


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