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Dalle pandemie inventate al focolaio di polio?



Tratto da Marcello Pamio - 14 agosto 2018
La memoria per le notizie importanti e significative è sempre più labile, e si sta lentamente cancellando per far posto a spazzatura mentale e pseudonotizie, molto più comode e funzionali al Sistema.
La maggior parte delle persone ha dimenticato le «pandemie» di un recente passato che avrebbero dovuto, secondo le dichiarazioni di esperti e della stampa mainstream, falcidiare la popolazione mondiale. Mi riferisco alla sars, all’aviaria e alla suina.
Figuriamoci se possiamo rimembrare pure lo scandalo che ha investito la massima autorità mondiale della salute pubblica: l’OMS.

L’Organizzazione all’epoca aveva nominato commissario John Mackenzie che giocò un ruolo fondamentale a maggio 2009 nel dichiarare l’influenza H1N1 «pandemia».
Il commissario aveva le mani in pasta con le industrie e per fortuna a fare chiarezza fu l’inchiesta condotta congiuntamente dal «British Medical Journal» (BMJ) e dall’«Agenzia di Giornalismo Investigativo di Londra» (BIJ). Secondo il loro rapporto «alcuni degli esperti che avevano partecipato alla redazione delle linee guida dell’OMS per le «pandemie» erano sul libro paga di due industrie farmaceutiche (Roche e GlaxoSmithKline) che producono medicinali o vaccini». [1]

Definizione di «pandemia»
L’OMS ha modificato la definizione di «pandemia» solo per far rientrare l’influenza suina dentro tale criterio. Per fortuna moltissimi medici e ricercatori hanno criticato questa scelta scriteriata.
La definizione presente sul sito dell’OMS prima dell’allarme specificava: «Enormi numeri di morti e ammalati», come criterio per la dichiarazione della Pandemia. Incredibilmente da aprile 2009 quella specifica importantissima è stata cancellata.
Sempre casualmente, un mese dopo tale modifica, l’OMS lancia l’allarme planetario: «H1N1» è un virus «pandemico»! Alla faccia della sincronicità.
Va detto che durante un allarme di questo tipo, l’OMS può imporre ai 149 stati che aderiscono al protocollo sanitario (fra cui ovviamente l’Italia) una determinata profilassi, ad esempio rendendo obbligatorio farmaci e vaccini…
Nonostante lo scandalo, nel 2010 si poteva pubblicamente denunciare che all’interno delle organizzazioni sovranazionali e nei meandri del Sistema sanitario globale, vi sono loschi emissari pagati direttamente dalle industrie chimiche…
Oggi nel 2018 invece non è più permesso criticare le autorità sanitarie, pena l’inserimento immediato nella Nomenklatura degli spargitori di Fake-News; se poi si ha la malsana idea di ipotizzare una qualsiasi associazione tra vaccini e patologie, allora si diventa un attentatore alla salute pubblica con procurato allarme.
Questa è la libertà d’informazione e di espressione.

Traffico di virus
Un altro esempio di notizia che in passato si poteva scrivere tranquillamente mentre oggi è diventata un tabù assoluto riguarda il traffico illegale di virus.
Se ne è occupato con un intero dossier perfino «L’Espresso» del gruppo De Benedetti, il che è tutto dire.

Stiamo parlando di virus scambiati da ricercatori e dirigenti di industrie farmaceutiche, al fine di fare della paura delle epidemie un business enorme.

Tutto questo accadeva nel “lontanissimo” 2014.
Era partita una inchiesta top secret dei Nas e della Procura di Roma su traffico internazionale di virus.
Ad aprire le danze è stata la fondamentale testimonianza di Paolo Candoli, manager italiano della Merial, la branca veterinaria del colosso Sanofi (che produce vaccini): l’uomo avrebbe patteggiato l’immunità in cambio delle rivelazioni sul contrabbando batteriologico…
Il sospetto delle autorità era un business faraonico dietro la paura delle epidemie.
Si tratterebbe di una vera e propria strategia commerciale portata avanti con il contrabbando di virus: amplificando il pericolo di diffusione e allarmando sui rischi per l’uomo, si spingono le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d’urgenza, che si traducono in un affare da miliardi per le industrie (vendita di farmaci e vaccini). Esattamente quello che avviene oggi: epidemie inventate di morbillo, pertosse, meningite, ecc.
A scoprire lo scandaloso traffico di virus è stata la «Homeland Security», il ministero istituito negli Stati Uniti dopo l’attentato alle Torri Gemelle per stroncare nuovi attacchi. Stavano indagando sull’importazione negli States di virus per elaborare farmaci, e poi sono finiti qui da noi in Italia.
Secondo le autorità americane infatti l’Italia sembra essere uno snodo fondamentale di questi traffici illeciti, che vedono coinvolte le potentissime lobbies farmaceutiche e le istituzioni che dovrebbero sperimentarle e certificarle.
Le intercettazioni telefoniche dei Nas di Bologna e Roma sono state definite allarmanti: secondo gli investigatori c’è stato (e c’è) il serio rischio di diffondere le epidemie, anche perché il solo trasporto dei virus rasenta la demenzialità: plichi contenenti il virus congelato dentro cubetti di ghiaccio spedito a domicilio mediante corriere postale; provette nascoste fra i capi di abbigliamento in valigia per non «destare sospetti in caso di controlli». Questi sono solo alcuni dei metodi di contrabbando usati per importare, anche in Italia, agenti patogeni.
Il manager-gola-profonda rivela inoltre che il contrabbando dei virus serviva anche per la realizzazione di vaccini, e questo è assai interessante.

Il dossier de «L’Espresso» è datato 3 aprile 2014.
Solo per pura casualità, 5 mesi dopo, esattamente venerdì 26 settembre del 2014[2], il ministro della salute Beatrice Lorenzin cedette alle industrie farmaceutiche globali la salute di milioni di italiani.
Dietro il mandato del GHSA, «Global Health Security Agenda», un’organizzazione fondata in fretta e furia qualche mese prima, a febbraio del 2014[3], il Presidente Obama in persona a Washington diede l’incarico all’Italia di guidare per i 5 anni seguenti le strategie e le campagne vaccinali nel mondo intero (2015 al 2020).
Oggi nel 2018 dunque siamo ancora al centro del mandato e quindi osservati speciali non solo dal GHSA ma anche da tutti i 64 paesi-membri che ne fanno parte. Sarebbe infatti inaccettabile che il paese-guida sulle linee vaccinali desse troppa libertà al popolo no-vax...
Stranamente le indagini della magistratura sul traffico di virus, sono arenate nel «porto delle nebbie»: non ne abbiamo più sentito parlare. Ergo non esiste più il problema, anche perché oggi se si parla di vaccini è obbligatorio parlarne benissimo.
Sembra che tutto sia stato congelato proprio grazie al prestigioso incarico affibbiato al governo italiano. Ma è solo una congettura da dietrologi ovviamente.
Anche se - per usare le parole dei Nas che hanno indagato - il rischio di diffondere epidemie è altissimo!

Epidemia di polio?
Veniamo all’epidemia di polio, anche se l’Europa è un continente polio-free, perché il virus è stato eradicato da molto tempo.
Il 9 maggio del 2014 una lettera circolare del Ministero della salute dal titolo: «Aggiornamento delle raccomandazioni di immunoprofilassi in relazione alla protratta emergenza immigrati dall’Africa settentrionale ed al rischio di re-introduzione di poliovirus in Italia» lancia l’allarme.
Il Ministero si rifà ai dati che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva pubblicato il 5 maggio. L’OMS ha dichiarato che la recente diffusione di poliovirus selvaggio è «un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale».
Nel 2014, infatti, risultavano affetti da polio 10 paesi: Afghanistan, Camerun, Guinea Equatoriale, Etiopia, Israele, Iraq, Nigeria, Pakistan, Somalia e la Repubblica Araba di Siria, tra cui 3 (Pakistan, Camerun e Repubblica Araba di Siria) fonte di esportazione di poliovirus selvaggi.

Il problema degli immigrati…vaccinati
Grazie all’immigrazione forzata, come quella che stiamo vivendo in Italia, arrivano nel nostro paese centinaia di migliaia di disperati da vari svariati paesi in condizioni socio-economiche e sanitarie disastrose, tra cui paesi nell’elenco sopra.
Secondo tale circolare ministeriale, lo Stato avrebbe un protocollo specifico «di immunoprofilassi per i bambini immigrati da 0 a 14 anni». In pratica questo protocollo impone che tutti i bambini immigrati vengano sistematicamente vaccinati per la polio innanzitutto e poi per tutto resto seguendo il calendario nazionale. Per la polio non è dato sapere se ai bambini viene dato il vaccino orale oppure quello in puntura. La differenza, come vedremo dopo, è assai interessante…
L’8 giugno 2018 un’altra nota circolare del Ministero della salute dal titolo: «Diffusione internazionale di poliovirus: aggiornamento delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità maggio 2018»impone la vaccinazione contro la polio a tutte le persone che provengono dai seguenti Paesi: Afghanistan, Pakistan, Somalia, Nigeria, Kenya; Repubblica Araba Siriana, DR Congo, sia residenti che viaggiatori che hanno soggiornato per oltre 4 settimane in questi paesi.
I paesi si sono ridotti da dieci a sette.
Infine l’8 agosto 2018 l’ennesima circolare ministeriale dal titolo inequivocabile: «Circolazione di poliovirus di Tipo2 di derivazione vaccinale - Nigeria».
Secondo l’OMS il 5 giugno nello Stato di Sokoto in Nigeria sarebbe stato confermato «un focolaio epidemico di poliovirus circolante di tipo 2 di derivazione vaccinale».
Le scontate raccomandazioni dell’OMS ovviamente vertono sull’importanza «che tutti i paesi, in particolare quelli con elevato numero di viaggi e contatti con i paesi e le aree colpite da polio, rafforzino la sorveglianza per paralisi flaccida acuta»…

Qualche dato sulla polio
Nel 2018, sono stati registrati nel mondo 28 casi di polio, di cui 13 con «virus selvaggio» e 15 con virus «vaccino-derivato».
Dei 13 casi, 10 in Afghanistan e 3 in Pakistan, paesi questi in cui il virus è endemico.
L’anno precedente, il 2017, ci sono stati 22 casi in tutto, sempre nei due Paesi.[4]
I casi invece di polio da virus vaccino-derivato» (ciò provocato dai vaccini) nel 2018 sono stati 15 (due in più di quelli da «virus selvaggio») ma la cosa interessante è che, di questi, 13 casi sono stati registrati in paesi non endemici, dunque paesi che non avrebbero avuto alcun caso di polio, fino a prova contraria, in assenza di virus da vaccino. Nel 2017 invece, i casi di polio «vaccino-derivato» sono stati ben 96 contro i 22 di polio da «virus selvaggio». Circa 74 in Siria (quindi l’allarme polio in Siria nessuno ha detto che è stato provocato dai vaccini) e 22 in Congo.[5]
Questi dati (del «Polio Global Eradication Initiative» dell’OMS) dicono una cosa: nel mondo sono in aumento i casi di polio da virus «vaccino-derivato» cioè da vaccino (per la polio).
Quindi più vaccini e maggiore è il rischio di qualche caso di polio o di un focolaio vero e proprio…

Il problema della polio orale
L’altra notizia ancora più inquietante è che nella direttiva del Ministero, alle persone provenienti dai Paesi menzionati «è consentito anche il vaccino in gocce, per via orale, purché sia allegato alle certificazioni sanitarie a norma di legge».[6]
Il vaccino antipolio orale (OPV) a virus «inattivato» può procurare l’infezione e causare la paralisi neurologica. La «polio-iatrogena», tra cui la paralisi, causata dal poliovirus derivato dal vaccino è indistinguibile da quella causata da poliovirus selvaggi.
Questo è il motivo per cui molte nazioni sono passate dall’uso del vaccino orale a quello iniettato poiché il rischio diretto di polio iatrogena causata dall’OPV supera il beneficio dell’immunizzazione…
Infatti il virus «inattivato» spesso si riattiva e si replica all’interno dell’organismo umano, della persona vaccinata, dando luogo ad una ri-trasmissione del virus nell’ambiente attraverso le feci. Questo induce contagi, e la reintroduzione nell’ambiente di un virus vaccino-derivato, con tutti i rischi di provocare la malattia e la paralisi nel vaccinato stesso oltre che in altri soggetti. 
Un’altra cosa molto interessante è che il virus «vaccino-derivato» spesso è un virus mutato, come viene descritto nel portale del «Polio Global Eradication Iniziative»:

«Il vaccino contro il poliovirus orale (OPV) contiene un virus vaccinale vivo, attenuato (indebolito). Quando questo vaccino viene somministrato, il virus-vaccino indebolito si replica nell’intestino ed entra nel flusso sanguigno, innescando una risposta immunitaria protettiva. Tuttavia, durante questo processo di replicazione, parte del virus vaccinale potrebbe mutare geneticamente dal ceppo attenuato originale e diventare neurovirulente (capace di causare paralisi e circolare nelle comunità).
Il virus neurovirulente è indicato come poliovirus derivato da vaccino (VDPV)». [7]
In pratica il virus del vaccino subirebbe nel processo replicativo delle modifiche genetiche all’interno dell’organismo ospite e quando questo viene reimmesso nell’ambiente non è più lo stesso di prima, pertanto anche le persone che sono state regolarmente vaccinate e quindi (in teoria) immunizzate per i tre ceppi oggi conosciuti (e usati nei vaccini) potrebbero comunque rischiare una infezione da polio modificata, e quindi non essere immuni dal problema.
Queste informazioni perché non vengono comunicate?

Conclusione
Il mondo è in preallarme epidemia polio.
Va ricordato però che l’allarme è lanciato da quella stessa Organizzazione che è stata smascherata più volte a manipolare i dati, e a creare pandemie...
Oggettivamente esiste un traffico internazionale di virus e agenti patogeni, e anche se le indagini sono finite nel dimenticatoio, non significa che non stia ancora avvenendo.
I casi di polio denunciati sono da vaccino e riguardano zone molto particolari e limitate del pianeta, dove guarda caso si usano vaccini orali.
Il risultato però di tutto questo è il risveglio di certe forze primordiali, della paura più atavica, il tutto per sensibilizzare i governi, mettendoli con le spalle al muro. Questo permetterà di far passare leggi ancor più restrittive (sui vaccini e sulla “sicurezza” in generale della popolazione) da una parte, e dall’altra di aumentare gli investimenti economici che finiranno nelle tasche già molto generose delle lobbies del farmaco. Ricordiamo infine che i focolai epidemici sono sempre utili al governo di turno che così può giustificare pubblicamente le proprie leggi…
Ma questo è purtroppo un cane che si morde la coda:

La paura alimenta e mantiene il circolo vizioso. Maggiore è infatti la paura (veicolata e amplificata dai media), più alto sarà il numero di vaccini inoculati nella massa impaurita.
Più vaccini in circolazione (magari l’anti-polio orale) e maggiori saranno i casi di «polio-iatrogena», e questo rimetterà in moto la «paura»…
Esiste un oggettivo rischio perché tutti gli immigrati, non solo quelli che arrivano coi barconi (trasportati gentilmente dalle ONG), ma pure quelli che vengono in Italia per altri motivi e che arrivano dai cosiddetti paesi a rischio, devono essere vaccinati, e se non  lo sono lo si fa qua.
Il punto è che i disperati che giungono da noi, spesso sono vaccinati nei rispettivi paesi con le condizioni igieniche che ben sappiamo e soprattutto con vaccini che qui nessuno userebbe, come l’anti-polio orale.
Pertanto sempre più persone arrivano e arriveranno in Italia ospitando il virus dentro l’organismo, cioè in termini tecnici fungendo da «paziente zero»…

Note:
[2]Lunedì 29 settembre 2014 è avvenuto ufficialmente il Comunicato n. 387 dell’AIFA
[3]«Global Health Security Agenda», https://www.ghsagenda.org
[6]«Vaccino Polio obbligatorio per i keniani che devono andare in Italia»
[7]«Vaccine-derived Polioviruses: Managing the risks», Polio Global Eradication Iniziative, http://polioeradication.org/tools-and-library/research-innovation/vaccine-derived-polioviruses/
macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti;