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MILAB MILITARY ARBUCTION – MIND CONTROL

Nelle persone coinvolte nei “rapimenti, alieni”, si riscontrano nei racconti molte omissioni, volute o meno, che rappresentano un ostacolo per la ricerca, poiché racconti monchi non forniscono un quadro completo e attendibile del fenomeno. Un esempio chiaro sono le cosiddette esperienze virtuali note con il termine VRS (Virtual Reality Scenario), ossia scenari di realtà virtuale, indotti dall’esterno, e per il soggetto in sostanza indistinguibile della realtà oggettiva. L’individuo può sperimentare una determinata situazione attraverso input sensoriale totale e reagire con spontanee risposte fisiche ed emotive, anche se nella realtà si trova sdraiato su di un lettino per esami clinici o sta dormendo nel suo letto senza ricevere alcun segnale esterno che lo disturbi.

Secondo il professor Helmut Lamner (scienziato austriaco) i falsi rapimenti alieni sono eseguiti da militari: “dobbiamo cercare di comprendere qual è il programma che si cela dietro il fenomeno delle abductions aliene e qual è lo scopo delle MILAB. C’è un forte interesse dei militari nello sviluppo d’impianti cerebrali, bio-chip per la realtà virtuale, proiezione d’immagini oleografiche, dispositivi di occultamento e armi che alterano la mente”.
L’esistenza di queste tecnologie induce a formulare le seguenti ipotesi:
1° Si stanno compiendo, da qualche tempo, esperimenti segreti sugli esseri umani.
2° Tali esperimenti sono nascosti ai cittadini della propria nazione, e finanziati segretamente.
3° Che ufologi e studiosi “ufficiali” non si sono mai dimostrati molto entusiasti di affrontare eventuali violazioni dei diritti umani da parte della classe dirigente politico militare, probabilmente intimoriti da eventuali rappresaglie personali.

ESPERIMENTI CONTRO I CIVILI.
Dice ancora Lamner “Tutti quelli che si rifiutano di credere che siano stati compiuti esperimenti segreti sulla gente, inclusi i bambini, dovrebbero visionare i documenti comprovanti gli esperimenti effettuati da servizio segreti militari, prima, durante e dopo la guerra fredda e che sono ormai di dominio pubblico”.
In U.S.A. le vittime da tempo denunciarono tutto quello avevano subito. Alla fine sembrava qualcosa cominciava a muoversi quando nel 1994 Clinton creava l’ACHRE (Advisory Commission on Human Radiation Experiments) che nel suo ACHRE Report rileverà i terribili esperimenti condotti nel periodo della cosiddetta Guerra Fredda. 1°
Il 15 marzo 1995, dinanzi all’ACHRE, le vittime, comprese che gli esperimenti su di loro furono eseguiti sin da quando erano piccoli, fornirono testimonianze raccapriccianti. Esse affermarono che durante gli esperimenti della CIA furono sottoposte a radiazioni e/o lavaggio del cervello, ipnotizzate, drogate, torturate psicologicamente, minacciate e persino violentate. Le raccapriccianti dichiarazioni includono:
– La testimonianza di Cristina De Nicola, secondo cui il “dottor B” aveva condotto a Tucson (Arizona) esperimenti sul controllo della mente usando farmaci, iniezioni e rappresentazioni postipnotiche ed esperimenti d’irradiazione sul collo, gola e utero. Gli esperimenti erano cominciati quando Cristina aveva 4 anni.
– La testimonianza di Claudia Mullen, secondo cui il dottor Sideny Gottlieb (sempre lui) aveva usato prodotti chimici, radiazioni, ipnosi, farmaci, isolamento in vasche di acqua, privazione del sonno, scosse elettriche, lavaggio del cervello e abusi emotivi, sessuali e verbali tra esperimenti sul controllo della mente che avevano l’obiettivo di trasformarla, da quando era solo una bambina, in una “spia perfetta”. Secondo le dichiarazioni rese al comitato, i ricercatori avevano giustificato gli abusi dicendole che stava servendo il suo paese “nel suo coraggioso sforzo di combattere il comunismo” (e proprio vero l’anticomunismo come una volta il patriottismo è il rifugio delle canaglie).
– La testimonianza di Suzzane Starr, secondo cui “un dottore, ritiratosi dall’esercito, aveva prelevato bambini dalle montagne dl Colorado per esperimenti”. Poiché parte del gruppo, Su zanne era stata sottoposta a esperimenti che includevano privazioni ambientali fino alla psicosi forzata, iniezioni, abusi sessuali, frequenti sedute di elettroshock e controllo della mente. “Ho lottato contro messaggi programmati autodistruttivi per suicidarmi, so che cosa è un messaggio programmato e non lo seguo”, dichiarò al comitato a proposto degli effetti a lungo termine, ance in età adulta, degli esperimenti.
L’ex presidente degli Stati Uniti d’America Clinton, nel 1995, dopo le proteste del Comitato dei sopravvissuti degli esperimenti di controllo mentale su esseri umani ha chiesto pubblicamente scusa al paese e alle vittime di questi esperimenti, affermando che non se ne sarebbe più fatto uso.
Ormai è noto che non solo negli U.S.A. ci sono stati questi esperimenti ma anche in Canada, Gran Bretagna, Svezia e Italia.

POSSIBILI SCOPI DELLE MILAB 
Uno dei possibili scopi delle MILAB è che si tratti di esperimenti su controllo mentale e comportamentale. Esistono prove di esperimenti in istituti di ricerca su deprivazione sensoriale, respirazione liquida, stimolazione elettromagnetica dei lobi temporali, ricerca sul cervello e innesto d’impianti.
Ormai è noto che nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, ci furono esperimenti segreti sul controllo della mente e del comportamento a partire dal famigerato MK ULTRA.
Pare ovvio che i militari U.S.A. continuino anche oggi questi esperimenti. In un documento del 1996 dell’Aeronautica Militare Statunitense (USAF) denominato “Air Force 2025”

 (Link del documento originale:http://sciechimicheinformazionecorretta.blogspot.it/2015/04/weather-as-force-multiplier-owning.html )  e più precisamente nella sezione intitolata “Information Operations: A New War” (una nuova capacità di combattimento in guerra), dove vengono presi in esame scenari tecnologici/bellici nel 2025. In questo rapporto si accenna alla possibilità microscopici chip nel cervello, i quali svolgerebbero due funzioni:
1° Il bio-chip impiantato connetterebbe l’individuo a una rete di sistemi satellitari o smart satelites (IIC) in orbita bassa attorno alla Terra, creando un’interfaccia tra la persona impiantata e incredibili risorse informatiche. L’impianto rilascerebbe le informazioni elaborate dallo IIC direttamente al cervello dell’utente.
2° Il bio-chip potrebbe creare una visualizzazione mentale dell’ambiente circostante, generata dal computer e basata sulle richieste dell’utente. La visualizzazione sarebbe di 360°, non più limitata dal campo visivo umano, e permetterebbe al pilota di un aereo da caccia di porsi in una zona di guerra a lui perfettamente visibile. Inoltre, una vasta gamma di armi sarebbe collegata al sistema satellitare, permuterebbe agli utenti impiantati, in possesso di autorizzazioni speciali (soldati cibernetici), di usare direttamente queste armi. Questo significa che un soldato potrebbe mantenere la vista nella maniera normale, con più una sfumatura d’informazioni che identifichino e descrivano oggetti specifici che non rientrano direttamente nel suo campo visivo.
Si può osservare da tali studi che la ricerca segreta sulle human-brain-machine (cervello umano/macchina) e impianti di realtà virtuale, è già stata intrapresa.

Armi per la manipolazione mentale. 

Dal centro Informazioni Tecniche di Fort Belvoir, Virginia, emerge un fascicolo, Information Warfare, che studia le informazioni olografiche, i dispositivi di occultamento e mimetica multispettrale che fornirà ai militari capacità strategiche. E’ questa la tecnologica più promettente, quella atta a creare ambienti fittizi che un avversario potrebbe credere reali. E’ uno strumento ideale per le operazioni di PSYWAR (guerra psichica) dove si tenta di influenzare le persone che sono bersagliate, proiettando immagini olografiche che trasmettono l’effetto desiderato.
All’inizio degli anni ’80 il dottor Eldon Byrd era a capo di un progetto americano sulle armi elettromagnetiche. Gran parte di queste ricerche erano condotte nell’Istituto di Ricerca Radiobiologia di Bethesda, (Maryland). Scopo di queste ricerche era di rilevare le attività elettriche del cervello e il modo di influenzarle. Usando onde a frequenze molto basse per stimolare il cervello che rilasciava alcune sostanze chimiche capaci di regolare il comportamento umano. Questo sistema applicato agli uomini usati come cavie provocava immediatamente nausea e sintomi influenzali.

I presunti rapimenti “alieni” – bande armate in divisa per operazioni sporche
Molte persone che sono passate attraverso l’esperienza hanno rilevato, i seguenti elementi:
1° Attività di elicotteri senza insegne.
2° L’apparizione di strani furgoni e veicoli nelle vicinanze delle abitazioni dei rapiti.
3° Esposizione a campi magnetici che disorientano
4° Trasporto in strutture segrete sotterranee dopo essere stati drogati.
Nei rapiti venivano riscontrati effetti collaterali quali spossatezza e senso di nausea.

CORPI ESTRANEI NEI RAPITI 

Uno dei principali elementi narrativi ricorrenti consiste nell’introduzione da parte dei rapitori, in corrispondenza di varie locazioni anatomiche corpi estranei (C.E.) che è designato con il termine tecnico di microimpianti (AMI).
Questi C.E. Avrebbero dimensioni ridotte, da 05-0,7 mm a 7-10 mm e caratteristiche mordo-strutturali molto eterogenee. Nella letteratura specializzata, non sempre attendibile, si legge che, a seguito di esami diagnostici radiologici, quali i raggi x, la TAC, e la Risonanza Magnetica Nucleare, esami ad alcuni presunti rapiti si sarebbero sottoposti per avere la diagnosi di un disturbo di cui erano affetti o in taluni casi desiderosi di verificare l’eventuale presenza di Corpi Estranei.
Le locazioni anatomiche in corrispondenza delle quali sarebbero stati rilevati Corpi Estranei sono: il Sistema Nervoso Centrale, il canale uditivo, i globi oculari (sotto e dietro di essi), il setto nasale, l’addome, i gomiti e le ginocchia, in particolare quello sinistro, le mani e i piedi.
Di particolare interesse sono i Corpi Estranei la cui presenza sarebbe stata rilevata nel setto nasale; questi piccoli oggetti sarebbero stati introdotti in tale sede attraverso la cavità nasale sinistra, mediante l’utilizzo di una sorta di ago manovrato da un braccio meccanico e recante all’estremità il Corpo Estraneo stesso.
Attualmente grazie al connubio fra psiconeurofisiologia, la microelettronica, l’informatica e la bioenergetica è stato possibile sviluppare progetti d’avanguardia volti a realizzazioni quali l’utilizzo di Microimpianti sia sul settore civile che in quello militare.
Si sa che i microchip impiantati sono in grado di agire sulla neurofisiologia delle persone “ospiti”, influenzandola. E noto che Delgado condusse una serie di studi sull’elettrostimolazione cerebrale, nel corso dei quali realizzò un dispositivo, denominato Stimoceiver, con il quale era in grado di esercitare un controllo a distanza su animali ed esseri umani. A un dato soggetto cavia, sia esso animale o umano, venivano infissi nel cervello alcuni elettrodi i quali andavano a stimolare determinate aree cerebrali. A loro volta, tali elettrodi erano collegati a un ricevitore di onde radio a media frequenza che si attivavano, selettivamente o in modo combinato, secondo gli impulsi radio ricevuti. In questo modo, un operatore – da una località anche lontana – agendo opportunamente sullo Stimoceiver, era in grado di far percepire ed eseguire – al soggetto in questione – tutta una vasta serie di ben determinate sensazioni e azioni. In uno di tali esperimenti su di un “paziente” umano, Delgado annotò come, il soggetto in esame, avesse percepito – in successione – le sensazioni di perdita dei sensi, terrore e galleggiamento a mezz’aria. Quest’ultima sensazione, peraltro, è stata indotta ripetutamente nel paziente – nei giorni successivi al primo test – mediante la stimolazione elettrica di aree cerebrali diverse.
In seguito, diversi altri studiosi hanno portato avanti tale genere di ricerche, delle quali i mass-media hanno sempre parlato troppo poco (ma il perché è ovvio e fa rima con potere e controllo dell’informazione) nonostante la loro natura davvero inquietante. Uno di questi, Robert G. Heath, della Tulane University, oltre ad essere riuscito a impiantare fino a un massimo di 125 elettrodi nel cervello delle sue cavie, ha anche scoperto di poterne controllare la memoria, cancellando certi ricordi o evocandone altri. Inoltre, questi era in grado di indurre – nei suoi ‘pazienti’ – il desiderio sessuale, e sensazioni come la paura e il piacere associandoli ad allucinazioni percettive. Un altro ricercatore, James Olds della McGill University, invece, ha individuato le aree cerebrali che – opportunamente elettro-stimolate – fanno insorgere (nei soggetti cavia umani) sentimenti quali l’attrazione o la repulsione, e altre che inducono una sensazione di piacere talmente intensa che il soggetto dimentica ogni altra cosa. A tale riguardo, fu condotta una serie di esperimenti su dei topi i quali, agendo su di una levetta, potevano autostimolarsi. Il risultato fu che, tali animali, rinunciavano ad alimentarsi, bere e dormire, pur di attivare continuamente e freneticamente l’elettrodo fino, ovviamente, a crollare sfiniti. Un altro ricercatore, Bryan Robinson, ha studiato il modo di controllare, con il sistema sopra descritto, il comportamento sociale di animali evoluti come le scimmie. Questi difatti, usando un comando a distanza, riusciva a trasformare gli individui dominanti di un dato gruppo in individui sottomessi, e viceversa. Robinson – inoltre -, era riuscito finanche a controllare i comportamenti riguardanti l’istinto, di tali animali giungendo, tra le altre cose, a fargli venir meno l’istinto di sopravvivenza, o inducendo le madri a ignorare il richiamo dei propri piccoli.

SVILUPPO DELLE RICERCHE SUL CONTROLLO MENTALE
John C. Lilly, un ricercatore divenuto famoso per i suoi studi sui delfini (fra le altre cose convinse la marina USA a utilizzare tali animali, controllati appunto mediante l’elettrostimolazione cerebrale, in operazioni di guerriglia subacquea), in un articolo sulla rivista The Scientist ha rivelato l’esistenza di un’evoluzione – ancora più inquietante – in tale campo delle neuroscienze legate al controllo mentale. ‘…Il Dott. Antoine Remond di Parigi – afferma Lilly nel suo scritto – sviluppando queste tecniche ha dimostrato che, la stimolazione del cervello, può essere attuata su soggetti umani anche senza l’intervento del neurochirurgo, cioè senza dover necessariamente ricorrere all’impiego di elettrodi nella massa cerebrale. Questo significa che chiunque, purché sia in possesso dell’idonea strumentazione, possa influenzare e controllare a distanza il comportamento di un dato individuo senza che, peraltro, ciò sia visibile dall’esterno, come nel caso – appunto – di elettrodi fuoriuscenti dal suo cranio, il quale attesterebbe il controllo in atto sulla persona in questione. Temo – aggiunge sempre Lilly – che, se una tecnologia del genere cadesse in mano a qualche gruppo o struttura segreta deviata, questa potrebbe ‘impossessarsi’ – letteralmente – di un essere umano, giungendo perfino a modificare – dalla sera alla mattina – le sue più profonde convinzioni, senza lasciare alcuna traccia del suo operato’.
E’ facile intuire come il Dott. Lilly stia alludendo a organismi d’intelligence governativi statunitensi quali la NSA o la CIA e alle accuse – più volte formulate nei confronti di queste e fondate su dati di fatto come, ad esempio, l’esistenza di documenti concernenti il programma MK- ULTRA – di perseguire in segreto scopi quali il controllo dei singoli individui finalizzato, questo, alla costituzione di una società umana “accondiscendente”, e “attenta alla volontà del potere istituzionale”.
Ritornando all’articolo del Dott. Lilly, quest’ultimo dovrebbe saperne parecchio circa gli scopi di detti programmi segreti visto che, egli stesso, sta portando avanti una serie di ricerche concernenti il controllo a distanza dei primati (ossia – guarda caso – proprio le scimmie più simili all’uomo dal punto di vista genetico).
Il ricercatore Martin Cannon sostiene – nel suo libro – che la CIA disporrebbe già di una tecnologia chiamata ‘ RHIC-EDOM’. Il significato letterale della prima parte di tale sigla sarebbe ‘Radio Hipnotic Intracerebral Control’ (controllo radio-ipnotico cerebrale), mentre – la seconda parte – sarebbe ‘Electronic Dissolution of Memory’ (cancellazione elettronica della memoria). In sintesi, tali tecniche consentirebbero di indurre a distanza – in un soggetto umano – uno stato di trance ipnotica, di inviargli sensazioni, di fargli percepire allucinazioni, di inviargli comandi motori, e di cancellare il ricordo sia delle istruzioni ricevute sia delle azioni conseguenti. Per ottenere tutto ciò, si farebbe uso di una versione molto complicata e miniaturizzata dello ‘ stimoceiver ‘ realizzato da Delgado, che deve essere inserito nel corpo del soggetto, a contatto con una terminazione nervosa la quale, nel caso specifico, funziona come una sorta di ‘terminale remoto’ collegato all”elaboratore centrale’, cioè il cervello. L’apparecchio in questione, dunque, sarebbe in grado di inviare stimoli e – finanche – suggestioni post-ipnotiche, in grado di indurre il soggetto a compiere azioni al di fuori della propria volontà. La cancellazione della memoria – sempre nel caso di un soggetto umano – si otterrebbe interferendo, opportunamente, nella trasmissione dei segnali elettro-chimici tra gli assoni ed i neuroni cerebrali, mediante campi elettrici indotti da fasci di microonde.
Nel 1974, J.F.Scapitz, un ricercatore finanziato dal Dipartimento della Difesa, ebbe un’intuizione agghiacciante: combinare i risultati degli studi sull’ipnosi raggiunti nel programma MK-ULTRA con la più recente tecnologia delle microonde. In una breve nota inviata al Dipartimento della Difesa, Scapitz scriveva: “si dimostrerà che una parola pronunciata dall’ipnoterapeuta può essere convogliata da energia elettromagnetica modulata direttamente alle parti del cervello che sovrintendono al subconscio, senza l’impiego di alcun dispositivo tecnologico per ricevere o decodificare i messaggi”.
Per la prima volta, si veniva a conoscenza del fatto che, le agenzie d’intelligence statunitensi, avevano la possibilità di manipolare a distanza la mente di un individuo. Ma Scapitz andò anche oltre, dichiarando che tutto questo si poteva fare senza che il soggetto ‘prescelto’ si accorgesse di quello che stava accadendogli. Da allora, l’argomento del controllo mentale è stato sottoposto a regime di ‘massima segretezza’. Nonostante tale censura, però, continuano a essere diffuse ’schegge’ di verità, provenienti principalmente da fonti non statunitensi, dalle quali emerge uno scenario desolante e agghiacciante. Sussistono indizi sostanziali e prove circostanziali secondo cui, le tecnologie relative al controllo della mente ed alla modificazione del comportamento umano, sono attualmente nascoste dietro un programma denominato Non Lethal Defence (NLD).
L’annuncio, dato nel 1995, che le “armi non letali”, come le microonde ad alta energia e i dispositivi a radiofrequenza, stanno per essere date in dotazione’ alle forze di polizia, ha destato sgomento e allarme in vasti strati dell’opinione pubblica internazionale. Questo progetto congiunto chiamato Operations Other Than War (Operazioni Diverse Dalla Guerra), conferisce ai militari la possibilità di intervenire in ambito civile con la scusa dell’ordine pubblico e della ‘difesa delle istituzioni’, cosa – questa – assolutamente contraria alla costituzione degli Stati Uniti. Ma, com’è facile intuire, basterebbe che un qualsiasi governo di un paese imperialista governo invocasse, pretestuosamente, uno stato di “emergenza nazionale” (innescato, ad esempio, da una situazione come una catastrofe naturale di vaste proporzioni, una qualche epidemia su scala continentale o globale, oppure una presa di contatto – palese e diffusa – con intelligenze aliene) per giustificare il ricorso alla legge marziale, perché le fragili libertà democratiche sancite da qualsiasi costituzione, vadano – definitivamente – a farsi benedire.
Dai primi megacomputer grandi quanto un intero appartamento fino agli odierni palmari, veri uffici in miniatura, la tecnologia sembra aver voluto percorrere un solo percorso preferenziale: la miniaturizzazione estrema. In abbinamento a ciò c’è stata una considerevole evoluzione dal punto di vista delle velocità dei processi di calcolo. Si è passati dalle giornate intere dei primi cervelloni elettronici per fare semplici calcoli, alle frazioni di nanosecondi per gli attuali per il calcolo di miliardi di operazioni.
Tutto ciò non è stato fine a se stesso, come i più potrebbero pensare forse per mancanza di dimestichezza con i mezzi informatici, ma con un obbiettivo ben preciso ed utile: giungere a calcolatori sempre più piccoli e potenti tanto da competere con le potenzialità del cervello umano. Tale obiettivo, infatti, se raggiunto potrebbe aprire scenari futuri molti instabili che da chi ne trarrebbe vantaggi è decantato come fantastici e utili al genere umano. Gli attuali indirizzi d’impiego delle tecnologie scaturite dalla miniaturizzazione e dal potenziamento della sono una sintesi di fantascienza e incubo. Proprio in virtù del confronto e il futuro eventuale superamento delle capacità del cervello umano, stanno portando i tecnici di tutto il mondo a varare esperimenti di bio-informatica: si sta tentando di interfacciare computer e cervello umano. Ma, al di là delle retoriche di parte portate avanti da chi ha l’interesse a finanziare certi programmi di ricerca e sperimentazione, tutto questo a che scopo viene fatto? Basandoci su i dati che la letteratura in merito ci fornisce, ci si dipana uno scenario tutt’altro che tranquillizzante.

MINIATURIZZAZIONE
È fra i luoghi comuni della cultura borghese e revisionista che la macchina è sempre stata al servizio dell’uomo a prescindere dal contesto dei rapporti di produzione e dell’insieme dei rapporti sociali rendere in cui è utilizzata. Certamente lo sviluppo tecnologico può rendere più facili e leggeri certi lavori fisici o mentali da compiere. Ma da qualche tempo la miniaturizzazione e il potenziamento di calcolo stanno rendendo possibile il raggiungimento di un traguardo insperato già solo fino a sette anni fa. Non ci sarà più bisogno di utilizzare il corpo intero per dire a una macchina, cosa deve fare. Sarà direttamente il cervello umano a comandare il computer. Cioè, in altre parole, il computer sarà capace di interpretare i segnali del cervello. Ma ciò, è utile da un lato poiché rende tutto più veloce e facile, ma d’altro canto rende anche possibile il contrario. Un computer interfacciato con un cervello, potrà essere comandato di leggere o di comandarne un altro. Impossibile? Gli esperimenti sempre più numerosi in tal senso dimostrano il contrario:
Il CNRS francese, ci riporta il volume 265 di Science del 16 settembre 1994, ha sintetizzato un transistor completamente composto in materiale organico. Non vi sono elementi metallici. Si parla già di ‘cellule elettroniche’. Sarà utilizzabile per applicazioni biologiche ed è tanto resistente ed efficiente da poter soppiantare in pochi anni i microchip attuali.
Riporta il numero 11 di Défense News del 20-26 marzo 1995, che il Laboratorio di Ricerche Navali a Washington, come affermato dall’ex direttore At Cooper, sarebbe riuscito a far crescere neuroni viventi su chip di computer. La ricerca, portata avanti dal dottor Joel Schnur, ha condotto alla creazione della tecnica Hippocampal Neuron Patterning (Modellazione Neurone Ippocampale), la quale apre prospettive di utilizzo di animali ed umani comandati via computer per azioni di guerra. Il risvolto ‘positivo’ delle ricerche potrebbe essere quello di ampliare infinitamente la memoria umana utilizzando questi chip per l’immagazzinamento d’informazioni. Tutto questo, prima coperto dal più stretto riserbo, è trapelato in un congresso della Difesa americana.
All’Istituto di biochimica Max Planck a Martinsried in Germania dei biologi sono riusciti a interfacciare un chip con un neurone di una sanguisuga. Il chip emettendo segnali elettrici interagisce con il neurone della sanguisuga riuscendo a stabilire un contatto che determina un vero e proprio dialogo con l’animale. Il risultato è stato quello di riuscire a indurre l’organismo a procedere in avanti o indietro ‘a comandò.
Il Daily Mail del gennaio 1997 ci riporta la notizia riguardante gli esperimenti condotti da ricercatori dell’Università di Tokyo. Questi hanno testato un sistema in grado di robotizzare uno scarafaggio sostituendo alle antenne e alle ali di questo un microchip. Possono quindi ‘controllare’ lo scarafaggio e munirlo di telecamera per utilizzarlo in situazioni ove sarebbe impossibile l’utilizzo di mezzi più ingombranti.
I laboratori di ricerca inglesi del gruppo Thorn-EMI ha preparato un chip a effetto di campo sensibile agli ioni che permetterà di creare veri e propri laboratori chimici in miniatura.
Un’équipe di ricercatori della British Telecom ha prodotto un particolare tipo di chip in grado di immagazzinare una quantità di dati finora inimmaginabile. L’applicazione prevista sarà quella di utilizzare questo chip in’registratore vitali’ in grado di rendere possibile l’immortalità (almeno si pensa) potendo trasportare un chip riempito di tutte le emozioni e conoscenze dell’individuo ‘di origine’ su un ‘individuo ricevente’ che automaticamente, interfacciando opportunamente questo chip al cervello, diventerà l’individuo di origine. Una sorta di ’scatola nera dell’individuo o ’soul catcher’ (acchiappa-anima).
All’Atlanta Veterans Affaire Medical Centre, è stato sperimentato con successo un tipo di chip introdotto nel cervello di un uomo colpito da ictus. Questi, prima impossibilitato anche nelle funzioni respiratorie come nell’articolazione delle parole, riprende possesso del suo corpo grazie alle stimolazioni elettriche indotte dal chip nei centri nervosi cerebrali. Parla tramite un computer che riceve gli impulsi mandati dal chip ad un ricevitore che trasforma questi in modulazioni sonore che permettono la sintesi di parole.
Al MIT di Cambridge, negli Stati Uniti, si stanno sperimentando i primi chip farmacologici. Piccoli computer che ingeriti come delle pillole, erogheranno, all’interno dell’organismo del paziente, le sostanze di cui ha bisogno.
Ricercatori inglesi stanno pensando di collegare in rete le menti delle persone in un’internet mentale. Attraverso un chip impiantato nel cervello, sarà possibile collegarsi direttamente alla linea telefonica e percepire, tramite stimolazioni elettriche del nervo ottico, le immagini mandate dalla rete direttamente sulla retina, gestendo il collegamento solo col pensiero.
Il 2 marzo 1990 la Banca Nazionale di Westminster e il Gruppo NatWest inventa il sistema MONDEX, sistema di pagamento elettronico internazionale. Oggi tale sistema è stato sottoscritto da moltissimi colossi industriali, bancari e del settore telefonico e si stanno sperimentando chip multifunzionale innestato sottopelle per fare pagamenti, e per l’identificazione degli individui e per la localizzazione globale.
Il traguardo s’intuisce. Lontani da ogni citazione da “grande fratello”, l’impressione che si hanno dei nuovi limiti che la ricerca sta infrangendo, è che un domani a qualcuno farà comodo un mondo interconnesso direttamente fra le persone. Da almeno una decina anni si controllano gli animali con ogni sorta di impianti.
C’è tutta una folta schiera di tecnici ed ingegneri che sta riducendo ai minimi termini i wearable computer rendendoli utilizzabili ad un’interfaccia cervello-chip. Dall’esperienza più che decennale dell’utilizzo d’impianti radio sugli animali, si stanno iniziando a produrre degli impianti dagli utilizzi più vari. C’è chi fra gli industriali statunitensi, ritenendosi a rischio rapimento, si sta facendo impiantare sotto pelle dei chip satellitari per la localizzazione in caso di sequestro; c’è chi fra gli ingegneri informatici più all’avanguardia, si è fatto impiantare del radio chip in grado di far funzionare tutti gli elettrodomestici al solo avvicinarsi della persona; c’è chi, inoltre, sta pensando di impiantare su tutti noi, sin dalla nascita, un chip personale e identificativo unico per ogni individuo, che registri in sé tutte le informazioni dell’‘ospite’, cosicché semplicemente passando appositi scanner sulla persona si sappia vita, morte e miracoli in barba a tutti i diritti di privacy.
Ma naturalmente, è inutile negarlo, chi muove le redini della ricerca e delle industrie affinché tali sistemi si diffondano, pensa più alle ricadute economiche piuttosto che a quelle etiche o evolutive. Se un’idea, qualsiasi essa sia, muove soldi, è una buona idea. Ciò equivale anche a dire che se qualcuno può far affluire a sé fiumi di denaro con idee che esteriormente semplificano qualche aspetto della vita comune, cercherà in tutti i modi di promuovere e diffondere tale idea.
Ma che succede allora quando un’idea ha come ricaduta la revisione del concetto di moneta, pagamento e danaro? Visto l’andamento scientifico che sembra tendere a una diffusione internazionale forzata tramite mezzi informatici che tendono sempre più a controllare gli individui, come si può non guardare con sospetto alla creazione di un nuovo tipo di moneta elettronica impiantata sotto pelle?

IL CONCETTO DI MONDE
Quest’ultima applicazione della miniaturizzazione e dell’informatizzazione delle azioni umane sembra essere ben più drammatica e potenzialmente dannosa di quanto appaia. Se da un lato un sistema di pagamento elettronico potrebbe, di fatto, eliminare in un attimo il soldo fisico, sostituendolo con uno virtuale, il suo abbinamento a tecnologie invasive come quella dell’impianto di chip multifunzione sotto pelle per essere identificato al solo passaggio di uno scanner sul proprio corpo, fa certamente venire in mente, ripetiamo, ciò che noi facciamo con gli animali per fini di controllo e di studio. Ma tali tecnologie (per schedare gli individui e per utilizzi economici) applicate agli esseri umani, in mano a qualche uomo potente (economicamente e politicamente) non potranno essere utilizzate in modo sbagliato? Oggi ciò che una persona possiede (economicamente) può anche essere riposto in un cassetto e contato ed accumulato autonomamente; domani ciò sarà virtualmente fatto da macchine che attribuiranno un valore economico allo spazio disponibile nella memoria di un computer, gestito da qualche azienda specializzata. Sarà impossibile poter prelevare dei soldi dalle banche poiché i soldi (e le banche come le concepiamo oggi) non esisteranno.
A tutto questo scenario, tutt’altro che ‘tangibile’, si aggiunge che non avremo neanche la possibilità di attribuire un valore monetario a una semplice carta magnetica, così come avviene oggi con le carte di credito o i bancomat: queste saranno sostituite da chip impiantati sotto pelle che oltre a contenere le informazioni sul nostro conto bancario, conterranno informazioni quali l’identità, la residenza, lo stato sociale di un individuo. Al solo passaggio della nostra persona nei pressi di appositi rilevatori di chip come questi si potrà pagare, comunicare il nostro codice fiscale, far conoscere al medico le malattie avute nell’infanzia e quant’, altro si possa immaginare (e si voglia magari tenere riservato). Si capirà bene che tutto ciò non è altro che un’equivalenza fra individuo e ciò che è e che possiede. Dato che il sistema MONDEX è stato brevettato in tutto il mondo (in società con la MasterCard), è stato sottoscritto dalle più grandi aziende mondiali che offrono servizi come la telefonia cellulare (si ricorda che è la stessa Motorola che ha prodotto tale tecnologia), il mondo informatico e le software house, consorzi bancari e tanti altri settori economici.
C’è il reale rischio che fra breve ogni individuo sarà esattamente ciò che possiede! Ognuno di noi non avrà più la possibilità di gestire materialmente denaro o valori di altro genere ma trasporterà con sé ‘l’informazione di ciò che possiede. Tutto questo gestito da un’oligarchia d’individui che ben conoscono già oggi i vantaggi di una moneta mondiale virtuale, non controllabile se non da chi ne ha i mezzi e le autorizzazioni (queste ultime potranno anche essere negate al singolo individuo che vorrà semplicemente controllare il proprio conto bancario o quanto possiede nel proprio portafoglio virtuale), ben sanno quanto le economie mondiali siano da traino per tutti gli altri settori dell’agire umano (già oggi il consumismo è addirittura alla base delle ricerche scientifiche). Tutto questo vuol dire che un sistema di moneta elettronica sotto pelle potrà rappresentare un cavallo di Troia presente in ognuno di noi, una falsa tecnologia che rende più semplici le attività umane ma che, di fatto, renderà schiava la popolazione mondiale che accetterà il compromesso (e annullerà chi non potrà o non vorrà farlo), schiava di un nuovo bisogno creato a tavolino da chi oggi muove le leve del sistema.
I microchip brevettati e prodotti dalla Motorola per la MONDEX (US. Pat. No. 5,513,272) hanno caratteristiche che per i profani possono sembrare la giusta e prevista evoluzione delle tecnologie in uso già da un decennio per l’identificazione animale. Ma le caratteristiche di tali chip sono ben più peculiari di quanto sembrino. Questi microchip misurano tra i 5 e i 7 millimetri di lunghezza e 0.75 millimetri di larghezza. Il chip consente di contenere fino a 34 miliardi di combinazioni di codici identificativi. Sarà quindi possibile, a dire dalle documentazioni disponibili, memorizzare il nome e il cognome della persona; la foto del suo viso; il numero di sicurezza sociale con codici internazionali inclusi; le impronte digitali; la descrizione fisica; la genealogia della famiglia; l’indirizzo; l’occupazione; l’appartenenza religiosa; la certificazione penale; dati sulla storia medica della persona.
Al loro interno occupa posto una batteria ricaricabile agli ioni di litio (si ricaricherebbe grazie alle minime fluttuazioni di temperatura del corpo umano) e un minuscolo trasmettitore radio in grado di colloquiare con i 66 satelliti in orbita bassa per determinare in ogni momento la posizione dell’individuo con un errore massimo di un metro. Proprio per il principio di ricarica della batteria utilizzata, si sono spesi più di un milione e mezzo di dollari per la ricerca del posto del corpo umano dove la temperatura varia più velocemente. I siti migliori sono risultati la fronte, alla radice dei capelli, e sul dorso della mano destra.

Utilizzo delle tecnologie.
A questo punto sono plausibili i dubbi sulle reali finalità di tali sistemi applicati sugli esseri umani, sulla loro reale utilità confrontata con i relativi svantaggi che potranno procurare, sulle normali proteste di violazione della privacy che naturalmente scaturiranno. Se quindi si considerano anche le caratteristiche peculiari degli impianti dei “presunti” alieni, non si potranno che fare le seguenti considerazioni:
1° I rapimenti alieni non esistono: non sono gli alieni che rapiscono gli umani ma organismi occulti che tentano di sperimentare, senza il consenso delle cavie, mezzi e metodi di controllo di massa grazie agli impianti per riconoscimento e rilevamento geografico;
2° Le tecnologie come quella alla base del sistema MONDEX e simili sono la ricaduta tecnologica dello studio da parte di organismi governativi occulti;

TECNOLOGIE PER UNA GUERRA TOTALE
Nel 2001 uscì un libro dal titolo indicativo Guerra senza limiti, Libreria editrice goriziana, gli autori Qiao Liang e Wang Xiangsui, sono due colonnelli cinesi dell’Aeronautica Militare Cinese che hanno svolto incarichi come Commissari politici o presso i Dipartimenti politici dei comandi superiori come addetti alla morale, disciplina, supervisione dei Comandanti e delle attività di propaganda.
In questo libro c’è la codificazione delle nuove regole dell’arte militare.
Nei nuovi conflitti dove le finalità non sono mai esplicite si tratta di combattere la guerra adatta alle armi di cui si dispone e costruire le armi adatte alla guerra. Secondo la tesi di questo libro spazio convenzionale e spazio tecnologico s’intersecherà. Che il soldato digitale assumerà il ruolo che prima apparteneva al guerriero “sangue e ferro” sostituito o affiancato dal pirata informatico che può creare danni immensi con intrusioni nelle reti di difesa, bancarie o finanziare.
Un esempio di quello che può essere un potenziale conflitto sul terreno dell’informatica è stato l’interruzione delle comunicazioni internet che ci fu il 30.01.08, quando gran parte dell’Asia, dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. La causa ufficiale è che erano stati spezzati tre, forse quattro cavi sottomarini.
Secondo la CNN: “Egitto, Arabia Saudita, Qatar, gli Emirati, Bahrein, Pakistan e India stanno subendo danni economici” perché molti affari avvengono via web”. Aggiunge sempre la CNN: “Alcune nazioni sono state risparmiate dal caos: Israele – che usa una sua differente via di traffico – il Libano e l’Iraq”.
Ovviamente anche le comunicazioni voce e TV furono in pratica paralizzate nell’area che abbraccia due continenti ed ha come epicentro il Golfo Persico.
L’India e in altri paesi per cui internet è la spina dorsale della nuova economica hanno compiuto enormi sforzi per riconvogliare il traffico sui cavi del Pacifico, oppure su satellite.
Uno dei paesi più colpiti è l’Iran, gli esenti (guarda caso) sono Israele, il Libano e l’Iraq occupato. Le ipotesi possono essere una prova di attacco, uno strumento di pressione per una guerra economica, oppure una prova generale di paralisi di Internet a livello globale, poiché la rete ha dato troppi dispiaceri alle versioni ufficiali.
Poi ci sono le guerre commerciali fatte da sanzioni, status della nazione maggiormente favorita. Le guerre finanziarie fatte per piegare l’economia di un altro paese. L’uso del terrorismo sia quello tradizionale fatto di attentati, assassini ma soprattutto per ottenere il massimo terrore far credere nell’utilizzo di armi biochimiche o nucleari e utilizzando la tecnologia dei media e della rete (questi ultimi sistemi utilizzati dalla Falange armata in Italia).
L’elenco potrebbe continuare poiché in alternativa alla guerra convenzionale o alle guerre sopracitate (o accanto a esse) ci sono:
la guerra ecologica fatta per influenzare lo stato naturale dei fiumi, dei mari, dei ghiacci polari; la guerra psicologica fatta di controinformazione/disinformazione; la guerra degli standard tecnologici che la si combatte creando monopoli, fissando standard; la guerra di contrabbando, la guerra la guerra dei mezzi d’informazione e in rete; la guerra di aiuti economici che la si combatte concedendo apertamente favori e cercando di controllare le cose in segreto; la guerra culturale che la si combatte cercando di orientare le tendenze culturali per assorbire quanti hanno punti di vista diversi e la guerra del diritto commerciale dove si attende la prima occasione per creare regolamenti.
In sostanza la guerra non consisterà più solamente nell’utilizzo di mezzi che coinvolgono la forza degli armamenti per costringere il nemico ad accettare la propria volontà ma consisterà nell’usare tutti i mezzi possibili per obbligare il nemico a servire i propri interessi.
Da tempo la tendenza per arrivare alla vittoria nelle guerre attuali (e future) è la combinazione dei metodi operativi che si usano e che possono variare a secondo degli scopi che si vogliono raggiungere. I metodi da combinare possono essere militari, trans-militari (guerra diplomatica, guerra di network, guerra di intelligence, guerra psicologica, guerra tattica, guerra di contrabbando, guerra di droga, guerra di droga, guerra virtuale di deterrenza), oppure non militari (guerra finanziaria, guerra commerciale, guerra di risorse, guerra di aiuto economico, guerra di sanzioni, guerra mediatica, guerra ideologica).
Ad esempio la cosiddetta “guerra al terrorismo” lanciata da Bush dopo l’11 settembre è una combinazione di guerra d’intelligence + guerra finanziaria + guerra di network + guerra ideologica + altri tipi di conflitti. I conflitti contemporanei sono dei grandi contenitori e la vittoria è che tutto ciò che si può mettere in questo contenitore.

CONSIDERAZIONI FINALI.
Se le guerre contemporanee sono dei grandi contenitori, non ci si deve meravigliare, che anche la mente sia diventata un terreno di guerra, tanto che nel 1984 uscì un libro Mind Wars (Guerre Mentali, 1984) del corrispondente dal Pentagono Ronald M. McRae. Tutto ciò potrebbe apparire un frutto di uno scrittore di fantascienza, ma in una lettera scritta l’19.11.1976 da Robert L. Gilliat (Assistente Generale e Consigliere per la Salute, le Potenzialità Umane e gli Affari Pubblici del Dipartimento della Difesa U.S.A.) e pubblicata nel libro di Paul Brodeur The Zapping of America, conferma l’esistenza di una macchina in grado di leggere il pensiero: “Come dichiarato nella mia precedente lettera del 12 novembre 1976, le informazioni che ho ricevuto dall’Agenzia per i Progetti di Ricerca Avanzata sostengono che la macchina in questione esiste”.
Che il mettere in giro notizie riguardanti alieni, sia in realtà un sistema di disinformazione per coprire armi top secret.
C’è da disperarsi?. Assolutamente no, noi abbiamo un retroterra formidabile che sono la classe operaia e le masse popolari, che quando è convinte danno il meglio di se stessi.
“Non dobbiamo assolutamente perdere un’altra mossa di fronte al nemico, dobbiamo sfruttare a fondo questa mossa, la mossa, la mobilitazione politica, per trarne vantaggio.
Questa mossa è cruciale; è, infatti, di primaria importanza mentre la nostra inferiorità in armi e in altre cose è solo secondaria. La mobilitazione del vasto mare nel quale annegherà il nemico, creerà le condizioni che suppliranno alla nostra inferiorità in armi e in altre cose, e creerà i requisiti per superare ogni difficoltà. Per conquistare la vittoria, dobbiamo perseverare nella guerra di resistenza, nel fronte unito e nella guerra di lunga durata. Ma tutto questo è inseparabile dalla mobilitazione della popolazione. Desiderare la vittoria è trascurare la mobilitazione politica è come “desiderare di andare a nord dirigendo il carro a sud”, e il risultato sarebbe inevitabilmente quello di essere privati della vittoria.
Che cosa è la mobilitazione politica? Primo, significa dire al popolo ed all’esercito quale è lo scopo politico della guerra. E’ necessario che ogni soldato ed ogni civile capisca perché la guerra deve essere combattuta e quanto la guerra lo riguarda” (Mao Tse-tung, Sulla guerra di lunga durata, maggio 1938).

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1° Questo accadeva non certo perché Clinton era più “democratico” degli altri presidenti USA, ma poiché in questo periodo stavano emergendo le notizie sulla sperimentazione nucleare negli U.S.A. sugli esseri umani negli anni ’50 e ’60. Il problema per il governo U.S.A. consisteva nel gestire queste notizie per evitare eventuali effetti devastanti sulla popolazione statunitense . Stavano emergendo notizie agghiaccianti, che in parte erano già state rilevate nel libro di Howard, Soldati atomici uscito nel 1981, dove si parlava delle migliaia di soldati militari che negli anni ’50 furono mandati a compiere delle esercitazioni all’ombra delle esercitazioni nucleari.
Il 4 gennaio 1994 sull’Il Manifesto uscì un articolo su questo argomento dal titolo Cavie umane per la guerra segreta del dott. Stranamore.

2° Metto tra virgolette paziente, perché in realtà è una cavia.
3° Nella guerra assimetrica non si va a combattere sul terreno scelto dall’avversario, ma dove esso è più vulnerabile. Questo
4à Internet failure hits two continents, CNN, 31 gennaio 2008
5° http://www.ecplanet.com/print.php?id=25641&madre=5
~ di marcos61 
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