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Fusione Monsanto-Bayer: dichiarazione di guerra a persone e ambiente.

Due Terminator (industria dei farmaci e agricoltura) si sposano; o meglio, la Bayer si mangia la Monsanto pagandola la "quisquilia" di 66 miliardi di dollari. Così nasce un altro colosso che sferra un attacco ancora più pesante ad ambiente e persone.


La lista di nefandezze di questi soggetti è interminabile e, quando si accorpano, lo fanno perché è la conseguenza naturale del capitalismo che non conosce altro che lo schiacciamento della concorrenza con tutti i mezzi; e per farlo bisogna mangiarsi più marchi possibili e partire all’assalto degli altri concorrenti.
Di fronte a forze così soverchianti che controllano tutto, politici, giornali, televisioni, ci si sente impotenti. Pensate che macchine da guerra sono con le migliaia di persone che lavorano quotidianamente per fare credere alla gente l’impossibile: che i diabolici OGM sono cosa buona e giusta, che produrre sementi morte che non si riproducono e lasciano strisce di contadini suicidi e nella miseria siano il progresso. Vogliono brevettare la vita e farne un marchio di loro proprietà, praticamente così da diventare i nuovi Dei della nostra era. Ci vogliono far credere che inondare la terra di pesticidi, che inquinano tutto e sono la causa della tragica morìa di api, sia un beneficio per tutti noi. Senza api ci spegneremo tutti lentamente, ma di questo ai padroni della chimica e della farmaceutica non importa nulla, loro devono guadagnare, devono presentare agli azionisti il segno più a fine anno. A loro della vita, della natura, non interessa nulla, ma ci regalano spot meravigliosi, idilliaci, in cui ci dicono quanto è bello e buono quello che fanno.
Come fermare questi colossi apparentemente inarrestabili e dalle forze economiche stratosferiche? Le loro bugie hanno le gambe cortissime e senza il loro gigantesco apparato di convincimento non potrebbero prosperare, tanto è assurdo e falso ciò che dicono e fanno. C’è chi spera nella politica ma i suoi tempi sono biblici e troppo spesso la politica, soprattutto ad alti livelli, è direttamente pagata e manipolata da questi soggetti in modo che ad ognuno venga garantita una sostanziosa fetta di torta: ai venditori di armi, chimica e medicinali, ai petrolieri, agli asfaltatori, ai produttori di auto, tutti ottengono la loro parte e agiscono come lobby sulle varie marionette governative.
Ma soluzioni per opporsi a tutto ciò ci sono e sono quelle che stanno percorrendo molte persone che agiscono direttamente, senza aspettare una politica che non arriverà probabilmente mai o comunque troppo tardi. Queste persone comprano biologico direttamente dai produttori e sempre più spesso si autoproducono il cibo e l’energia, scoprendo che la prima prevenzione dalla malattie è una vita sana, il più possibile a contatto con la natura, e una sana alimentazione che non è certo quella dei Frollini del Mulino Bianco. Persone che non comprano i prodotti dei Terminator, persone che fanno cultura e aggregazione, che costruiscono alternative reali dal basso perché sanno che rafforzando la comunità e il locale, i mostri non avranno vita facile. Laddove le comunità sono unite e perseguono modelli alternativi di vita e lavoro, per i Terminator la vita è più dura e le loro fandonie fanno fatica ad essere bevute. Bisogna quindi creare orti comunitari, piantare alberi, proteggere varietà antiche, salvaguardare e scambiare sementi come fanno già da anni alcune importanti organizzazioni.  Costruendo una fitta rete di comunità che si riappropriano della basi dell’esistenza, del controllo diretto di ciò che mangiano, dell’energia che gli serve, le persone saranno sempre meno ricattabili e sempre più forti. Sembra una strada lunga e difficile ma è invece quella più breve, fattibile e dai risultati più concreti e duraturi. Certo, bisogna rimboccarsi le maniche e fare, smettendo di lamentarsi o inveire contro questo o quel politico seduti sulla propria poltrona di fronte all’ultimo modello di televisore ultrapiatto di mille pollici e centomila canali. E se lavorate per i Terminator, iniziate a pensare di scollocarvi, l’intero pianeta e i vostri figli e nipoti ve ne saranno grati; e come primo atto per festeggiare il vostro licenziamento, piantate alberi e fatevi un orto biologico. Fonte: www.ilcambiamento.it

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