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Terrorismo climatico.






Appartiene al terrorismo climatico quella serie di notizie pressoché quotidiane in cui i cosiddetti “cambiamenti climatici” (espressione priva di senso) sono chiamati in causa per i disastri ambientali e persino per le epidemie. Non è che il clima della Terra non sia stravolto, ma ciò non si deve certo al biossido di carbonio, additato come capro espiatorio di quasi tutti i problemi.

Si può inscrivere in questo allarmismo diffuso solo per spaventare l’opinione pubblica e per promuovere la nefasta Agenda 21, la recente notizia circa un’epidemia di antrace che ha colpito la regione dello Yamal (Federazione russa). Scienziati (?) della Yamalo-Nenets Autonomous Okrug Yakut, hanno dichiarato che il motivo principale del contagio e nello Yamal è il riscaldamento globale, quindi la primavera calda e l’estate torrida del 2016.

Secondo Mikhail Grigoriev, vice direttore dell’Istituto di Geologia con sede a Yakutsk, l’incremento record di temperature nella regione artica e la successiva degradazione delle rocce ghiacciate perenni, ha risvegliato il batterio che si trovava nel permafrost.

Venti casi sono stati confermati nella regione siberiana di Yamal-Nenets, dove un totale di 90 persone, fra cui 50 bambini, sono state ricoverate per controlli. Pochi giorni fa, un bambino di 12 anni è morto, dopo aver contratto l’infezione diffusa dalle renne (2.349 esemplari morti), mentre sua nonna è deceduta il giorno prima. Le famiglie dei pastori di renne sono state trasferite in un campo a 60 km dal focolaio del contagio che è stato facilitato dalle temperature elevatissime in tutta la Russia durante l’estate, con punte di 35 gradi che hanno portato allo scioglimento del permafrost da cui potrebbe essere emersa una carcassa di renna infettata dal patogeno.



L’ultima epidemia di antrace nella regione risale al 1941. Le spore dei batteri dell’antrace possono rimanere nel suolo per anni, prima di penetrare in un animale attraverso una ferita. Antrace, infatti, significa “carbone”, dal colore nero delle lesioni cutanee che si sviluppano nelle vittime.

Lo scioglimento del permafrost è associato ad un processo di auto-accelerazione, perché è anche accompagnato dalle emissioni di metano che si manifestano a causa della decomposizione degli idrati di metano sotto l’influsso di alte temperature. “Quello che sta succedendo nello Yamal-Nenets – dichiara uno scienziato del Yakut – è solo l’inizio degli effetti negativi legati ai cambiamenti climatici. Ne sono sicuro”.

La cronaca dell’epidemia deve indurre a porsi alcune domande ed a svolgere le consequenziali riflessioni.

Perché aumentano le temperature persino in Siberia, quando da almeno dieci anni gli studiosi dell’attività solare asseriscono che siamo prossimi ad una piccola era glaciale? E’ evidente che qualcosa nelle previsioni dei solaristi non quadra, ossia per quale ragione i valori termici continuano ad accrescersi, nonostante il Sole sia quasi in letargo? E’ evidente che la geoingegneria globale, quindi il complesso delle attività militari volte al controllo delle manifestazioni atmosferiche, prevale sui fenomeni naturali. Non sappiamo se ciò accadrà anche in futuro o no. Questa, però, è la situazione attuale.

Escluse le frottole relative al nesso biossido di carbonio-global warming, è arguibile che la radice dell’incremento delle temperature è da individuare nel binomio riscaldatori ionosferici-scie chimiche evidentemente usati anche nella Federazione russa e non solo negli Stati aderenti alla N.A.T.O. [1] [2]

Ad onor del vero, bisogna ricordare che le variazioni termiche potrebbero essere dovute ad un’accelerazione del nucleo terrestre, come ipotizzato da alcuni scienziati russi. Questo, però, non spiega la siccità, anzi ad un incremento delle temperature dovrebbe corrispondere un’intensificazione delle precipitazioni.

[1] I riscaldatori ionosferici sono ubicati pure nella Federazione russa e non sono pochi.
[2] Ricodiamo che la geoingegneria è attuata per lo più attraverso il traffico aereo civile.

Fonte: Adnkronos.com
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