di Daniela Giuffrida.
La prima volta che mi recai a Niscemi, per capire cosa stesse accadendo da quelle parti, era marzo del 2012 ed era trascorso poco più di un anno dall’estate del 2010 quando, in solo otto giorni, due docenti universitari palermitani erano riusciti a vagliare una quantità industriale di dati, formule matematiche, misurazioni e quant’altro, consegnando nei tempi stabiliti, alla società “americana” che ne aveva dato incarico, uno studio completo sull’impatto ambientale e sulla salute umana, delle radiazioni elettromagnetiche delle tre parabole del Muos ancora inesistenti.
I due esperti dell’ Università di Palermo (Patrizia Livreri e Luigi Zanforlin), che avevano consegnato su carta intestata del Dipartimento d’Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni dell’Università di Palermo la loro relazione elaborata, (come da stessa ammissione della Livreri) su informazioni tecniche derivate dalla collaborazione diretta della Difesa Usa, erano riusciti a dimostrare che il Muos era praticamente innocuo (sic!).
La loro relazione apparve immediatamente carente dal punto di vista scientifico e venne facilmente demolita nel 2011 da una Relazione richiesta dal Comune di Niscemi e redatta da Massimo Coraddu e Massimo Zucchetti; in audizione all’ARS, a febbraio del 2013 e, infine, anche dalla Verificazione del TAR Sicilia come si evince dalla relazione del prof. D’Amore della Sapienza di Roma.
Ma la relazione “Livreri-Zanforlin” apparve viziata alla base anche da altro.
Sulle loro affermazioni, registrate in sede di un’audizione congiunta delle due Commissioni Sanità e Ambiente dell’ARS di Palermo (era il 5 febbraio del 2013 ed è visionabile qui), gravarono i dubbi dei molti presenti, sulla indipendenza “economica” di quegli studi: sì, perché ad ingaggiare i due tecnici dell’università palermitana era stata la società Urs di Milano, sede italiana della URS Corporation.
Ricordo che apparve strano a tanti che l’unica a non sapere che la URS (United Research Services) avesse sede centrale a San Francisco e che fosse un “US Federal Government contractor” fosse giusto la docente palermitana: era bastato andare a cercare su un motore di ricerca qualsiasi per trovare i siti della società da cui gli studi erano stati richiesti e pagati.
Ma in quell’occasione apparve strana anche, oltre alla palpabile irritazione della prof e all’altrettanto palpabile imbarazzo del suo collega Zanforlin, la mancata consegna alla Commissione unica delle informazioni scientifiche dettagliate in loro possesso, perchè coperte da top secret.
“Sono sotto giuramento tecnico – aveva detto la Livreri – non posso rivelare informazioni. Se le commissioni vogliono i dati devono fare una richiesta ufficiale”.
Questa mancata consegna dei dati in possesso dei due tecnici risultò inammissibile ed estremamente irritante per i componenti della Commissione e per lo stesso presidente Di Giacomo, ma la Dott.ssa Livreri, irritatissima anche lei, rispose che aveva il diritto-dovere a tenerle segrete.
Le loro conclusioni quel giorno all’Ars furono respinte integralmente da diversi studiosi presenti nella sala gialla dell’Ars, in particolare dal professore Massimo Zucchetti, docente di Protezione dalle Radiazioni del Politecnico di Torino e dal dottore Massimo Coraddu, membro del INFN (Ist. Naz. Fis. Nucleare)econsulente esterno del dipartimento di Energetica del Politecnico.
“Con la realizzazione delle nuove antenne si verificherà un incremento medio dell’intensità del campo in prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro rispetto al livello esistente, con la possibilità del verificarsi di punti caldi “, rilevarono Zucchetti e Coraddu in un loro corposo rapporto, consegnato al Comune di Niscemi e alla Regione siciliana, dove si evidenziarono le incongruenze dello studio Livreri-Zanforlin.
I due scienziati dimostrarono come le misurazioni svolte da Arpa Sicilia fra il 2008 ed il 2010 presso la stazione satellitare di c.da Ulmo, avevano ampiamente superato i limiti di sicurezza di 6v/m imposti dalla Comunità europea e fatti propri dall’Italia, asserendo che, per la salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente non solo sarebbe stato opportuno non installare nuove fonti di elettromagnetismo ma sarebbe stato doveroso approfondire lo studio delle emissioni già esistenti.
Alle affermazioni dei due scienziati e degli altri presenti in sala gialla i due scienziati non reagirono visto che, finita la loro breve e discussa relazione, se ne andarono alla svelta, lasciando i presenti molto contrariati. Nessuna reazione si ebbe da parte dei due tecnici alle immediate critiche riportate sul web da attivisti, blogger e diverse testate giornalistiche di importanza nazionale, sicché il silenzio cadde su questa faccenda.
Questo fino a qualche giorno fa.
Sebbene i motivi per avanzare una protesta decisa e formale contro i due ingegneri esistessero già da quelle loro affermazioni del 5 febbraio 2013, nulla era stato intentato da alcun attivista o dai Comitati No Muos stessi; ma lo scorso 15 febbraio il comitato “Mamme No MUOS” di Caltagirone, unitamente al loro difensore Avv. Goffredo D’Antona, hanno presentato querela alla Procura della Repubblica di Caltagirone da inoltrare alla Procura di Palermo, nei confronti dei proff. Luigi Zanforlin e Patrizia Livreri per il reato, qualora configurabile, di falso ideologico in omissione ex art. 483 c.p.
Qui insorge la prof Livreri ed ovviamente contro chi reagisce?
Se non puoi “colpire” le giuste rimostranze dei troppi, focalizzi le tue attenzioni contro chi ritieni i “responsabili” del tuo problema, ovvero contro coloro che a tuo parere (ma solo a tuo parere) “senza titolo” avrebbero avanzato tesi discordanti dalle tue.
Se non puoi “colpire” le giuste rimostranze dei troppi, focalizzi le tue attenzioni contro chi ritieni i “responsabili” del tuo problema, ovvero contro coloro che a tuo parere (ma solo a tuo parere) “senza titolo” avrebbero avanzato tesi discordanti dalle tue.
A dire il vero, da un personaggio così scientificamente “importante” ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso e più professionale, come per esempio dare risposte scientifiche anziché scendere nel pettegolezzo spicciolo aggredendo seri professionisti che mai si sono avvalsi di titoli che non competessero loro, né mai hanno dichiarato di aver compiuto studi per conto o su incarico del Politecnico.
La prof. dovrebbe sapere che a volte, giornalisti e media, fanno confusione e attribuiscono superficialmente titoli e qualifiche che non competono, così come quando danno il titolo di prof a “ricercatori” che non hanno superato il giudizio di idoneità a prof. associato, per esempio.
Ma per fortuna, questo non è il caso del dott. Massimo Coraddu, membro dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ex ricercatore del CNR di Cagliari, ora professore di fisica nella scuola superiore che da sempre lavora sull’impatto, ambientale e sulla salute, dei campi elettromagnetici come quelli generati dai radar militari in Sardegna o del prof. Massimo Zucchetti, che insegna “Protezione dalle Radiazioni” (metà del suo corso è dedicato alle radiazioni non ionizzanti) presso il Politecnico di Torino ed è autore di molti lavori scientifici sull’esatto argomento degli effetti biologici e sulla salute, dei campi elettromagnetici.
Precisiamo, per dovere di cronaca, che sia Coraddu che Zucchetti sono dal 2011 consulenti (a titolo gratuito) del Comune di Niscemi, proprio per tutte le questioni riguardanti l’impianto MUOS. Oggi sono anche Consulenti Tecnici di Parte (CTP) in un Procedimento Amministrativo presso il TAR-CGARS di Palermo: Zucchetti, nominato dai Comuni di Niscemi (CL) e Vittoria (RG) e Coraddu, da un folto gruppo di singoli cittadini niscemesi.
(D.G. 03.04.16)
Fonte: http://www.tgvallesusa.it/2016/04/muos-comitato-mamme-no-muos-querela-due-esperti-pro-muos/